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Nanotecnologie e meccatronica, ma anche nuove tecnologie ambientali e agricole proiettano su Bergamo una visione che guarda oltre l’industria pesante. La prima novità arriva dal mondo delle nanoparticelle, che dal prossimo febbraio diventeranno il core business della neonata SuNaGen per la progettazione di superfici di nuova generazione. “Le applicazioni sono praticamente infinite perché le nanotecnologie consentono di conferire anche a legno e e carta pressata caratteristiche fino a poco tempo fa impensabili”, spiega Mario Generani, presidente della società che sta allestendo laboratori e impianti a Osio Sotto, “ma innovazione significa disporre di una tecnologia e saper sviluppare prodotti innovativi”.
Le tecnologie del vuoto adottate dalla società, con uffici presso il Point di Dalmine, sono già utilizzate da alcune grandi industrie, ma l’obiettivo della start up è renderle accessibili anche a piccole e medie aziende. L’ambizioso obiettivo previsto per il 2009 è di 3-4 milioni di fatturato anche grazie alla creazione di spin-off legati ai prodotti. Solo pochi chilometri più a sud all’interno del Kilometro Rosso a Stezzano, stanno prendendo piede le attività del consorzio Intellimech, la più importante iniziativa privata italiana nel campo della meccatronica, settore d’avanguardia che fonde Ict, meccanica e design per produrre oggetti più diversi, dai robot agli arredi intelligenti della domotica.
“L’interdisciplinarietà del settore “, osserva Tenzo Zaltieri, fondatore della neonata Zd Mechatronics insieme a Pier Luigi Delazzari, “richiede anche di ripensare radicalmente l’organizzazione del lavoro di R&S con piccole unità di 3-4 persone”. L’azienda oggi con sei dipendenti e una sede a Gorgonzola, sta valutando per i prossimi anni un trasferimento al Kilometro Rosso, ma si considera già parte di un continuum territoriale di aziende tecnologiche diffuse da Varese fino a Brescia. Una tecnologia di deposizione al plasma di nanofilm per proteggere le superfici più diverse, dai metalli al marmo e al legno, è stata invece sviluppata da Moma, una microimpresa con tre soci sempre presso il parco di Dalmine che dal 2004 è diventato di fatto il laboratorio di ricerca e sviluppo di molte piccole imprese del territorio. Oggi l’azienda conta due brevetti ed un fatturato di 300mila euro l’anno, ma la strada degli innovatoti non è certamente in discesa. “L’investimento in tecnologie spesso spaventa le aziende più piccole, che a volte non ne percepiscono il valore aggiunto”, osserva Roberto Canton, chimico e direttore di Moma, “invece sono proprio loro quelle che potrebbero beneficiarne maggiormente per distinguere il proprio prodotto sul mercato e per tagliare i costi”.
Sul fronte delle tecnologie sostenibili Siad, che a Osio Sopra collabora allo sviluppo delle celle a combustibile dell’italo-statunitense Nuvera, è anche leader nell’utilizzo di gas per la depurazione e il trattamento dei rifiuti, ha messo a punto a Becaf. “E’ una piattaforma integrata per la produzione di biogas, energia, calore e fosforo, sviluppata appositamente per le aziende agricole con lo scopo di ridurre sia i costi dell’energia dello smaltimento dei liquami provenienti dall’allevamento sia il loro impatto ambientale”, spiega Eleonora Pasinetti, responsabile del laboratorio di Siad. “L’agricoltura è stata il primo terreno di innovazione tecnologica e oggi può di nuovo tornare ad esserlo”.
[ Links utili e approfondimenti ]
29 agosto 2014 alle 16:46
Gioisco per un’Italia viva ed innovativa. Sarei interessato, valutando i dettagli, ad un’acquisizione di quote in una di queste aziende che trattano nano tecnoligie.