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In tutte queste applicazioni, i film di nanotubi in carbonio dovrebbero sostituire i rivestimenti di tipo ITO attualmente utilizzati come elettrodi trasparenti. Nonostante le pellicole ITO sono facilmente realizzabili, utilizzano un materiale più costoso. “Il costo dell’indio infatti è salito di 100 volte negli ultimi 10 anni”, spiega Peter Harrop, presidente della IDTechEx, che sta realizzando un progetto di ricerca attraverso una società di consulenza con sede a Cambridge. Molti produttori stanno già lavorando a progettare prodotti che utilizzeranno il nuovo film a nanotubi in carbonio. Era ottobre quando la Samsung ha mostrato il primo prototipo di un monitor a 14,3” che utilizzava il nuovo film in nanotubi in carbonio. Ed è quasi passato un anno da quando Unidym aveva mostrato il primo prototipo di display LCD a colori, in collaborazione con Silice Display Technology, ora Unidym sta anche lavorando con la società chimica giapponese Kayaku per realizzare appunto le nuove celle solari a film sottile in nanotubi in carbonio.
Utilizzando i nuovi film a nanotubi in carbonio invece dei rivestimenti ITO porterebbe molteplici vantaggi innanzitutto per i costruttori. Il carbonio è a basso costo e soprattutto abbondante. I nanotubi in carbonio inoltre sono più resistenti e flessibili delle pellicole ITO. E ancora più importante è il fatto che il film in nanotubi in carbonio sono più facili da depositare su substrati di vetro e plastica. “Il grande vantaggio che apporterebbe il nuovo film a nanotubi in carbonio”, spiega Olson. ” riguarda la deposizione sulle diverse superfici, infatti depositare l’ITO richiede farlo in uno spazio sotto vuoto, il che farebbe aumentare considerevolmente il prezzo del prodotto. I nanotubi in carbonio invece riuscirebbero così ad abbattere i costi di produzione”.
Unidym ha brevettato un processo per depositare i nanotubi in carbonio sul film avvalendosi di una tecnica di stampa roll-to-roll, simile alla stampa a inchiostro su carta. Unidym è in grado così di stampare alla velocità di 50 metri al minuto. Olson non spiega nei minimi dettagli il procedimento, ma afferma che l’azienda ha “ottimizzato queste tecniche per ottenere il miglior film trasparente e con alte prestazioni conduttive.”
Nonostante Fujitsu utilizzi un sistema alternativo all’ITO e con polimeri organici per creare touch screen, il prodotto della Fujitsu si degrada piuttosto velocemente nel tempo quando esposta a calore o alla luce e la sua conduttività non è sufficientemente elevata per l’uso in monitor LCD. Altri potenziali sostituti all’ITO sono attualmente in realizzazione in vari laboratori. Molti gruppi di ricerca stanno compiendo progressi con il carbonio e il grafene. All’University of Michigan L. Jay Guo ha saputo realizzare griglie sottilissime. Guo afferma che queste potrebbero diventare più adatte dei nanotubi in carbonio in elettrodi per celle solari a film sottile, in quanto rafforzerebbe l’assorbimento della luce.
“Pensate che queste griglie potrebbero concentrare la luce solare in entrata grazie alla loro forma ma soprattutto attraverso un sottilissimo strato superficiale” afferma Guo. Ma finora la Unidym con il suo film a nanotubi in carbonio potrebbe rappresentare il primo valido sostituto all’ITO in touch screen, in display flessibili e nelle celle solari a film sottile. La Unidym inoltre sta sviluppando un transistor stampabile adatto a celle a combustibile che utilizzano elettrodi a nanotubi in carbonio.
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Attualmente non ci sono commenti per Un Film a Nanotubi di Carbonio. Fra Celle Solari a Film Sottile ed LCD a Touch Screen, dal 2009 la Nuova Generazione di Polimeri Organici che Invaderanno il Mercato dell’Elettronica di Consumo. Perchè non ne aggiungi uno?