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Dopo due anni di crescita in piena terra, il pioppo SRF o a “rotazione rapida” è pronto per il primo ciclo di taglio. La giornata servirà quindi a dimostrare la capacità di crescita della coltura, e la meccanizzazione relativa alle diverse fasi della raccolta (taglio, cippatura e carico). Il prodotto ricavato dalla potatura sarà quindi utilizzato per la generazione del primo reddito da agroenergia per le aziende coinvolte nella formazione della filiera agroenergetica del distretto della Valle dei Latini. L’appuntamento concretizzerà un progetto ambizioso, capace di fondere agricoltura, ambiente, energia e sviluppo sostenibile.
“La Regione Lazio ha identificato il primo distretto rurale e agroalimentare italiano nella Valle dei Latini, ex Valle del Sacco, che comprende il territorio di 20 comuni (6 della provincia di Roma e 14 della provincia di Frosinone). Il piano di interventi ha permesso di salvaguardare l’agricoltura e la zootecnia del territorio: 5 milioni di euro, che in pochi mesi hanno permesso il riavvio dell’attività di quasi tutte le aziende (circa 40) e la reintroduzione di gran parte dei capi abbattuti. La Regione ha quindi costituito un distretto agroenergetico, il primo in Italia a produrre e commercializzare energie alternative, programmando una politica di sviluppo che vede la diretta partecipazione degli agricoltori e delle loro organizzazioni professionali e di categoria.
Nasceranno tre filiere agro energetiche: la filiera dei biocarburanti, con 3.000 ettari di superficie coltivabile a girasoli, un piccolo impianto di trasformazione compatibile con il territorio e 1.200 tonnellate di biodiesel all’anno per alimentare una flotta di 2.000 bus; la filiera del biogas, per sostenere lo sviluppo della zootecnia locale; la filiera dei bio combustibili per rifornire gli impianti di riscaldamento sul territorio.
“Il Distretto rurale e agroenergetico è solo l’inizio di una politica regionale verso le fonti alternative sostenibili per lo sviluppo economico del Lazio”, ha commentato il presidente del Lazio Piero Marrazzo. “La Regione opererà un’accelerazione su altre operazioni di riqualificazione urbana in interventi che, come questi, non bastano da soli senza una grande alleanza e comunanza di obiettivi. Il Lazio si impegna così a mantenere i parametri di Kyoto: la Valle dei Latini è stato un luogo devastato dalla mancanza di controlli, così anche la filiera dei rifiuti, mentre oggi parliamo di impianti e tecnologie”.
Tra i promotori dell’evento figurano l’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, l’Ufficio commissariale per l’emergenza nel bacino del fiume Sacco e l’Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. Questi enti stanno portando avanti, da alcuni anni, nella Valle dei Latini, un progetto di recupero delle aree inquinate. La fase di inizio è stata sviluppata con la collaborazione della società umbra Atena srl, un’azienda leader nel settore agroenergetico che vanta un SEE Award 2009, il premio per le energie sostenibili europee conferito dalla Commissione europea. Alla giornata parteciperanno, oltre alle istituzioni, anche i diversi componenti attuali e potenziali della filiera agroenergetica: il produttore (l’imprenditore agricolo), la società logistica (Atena Srl) e il trasformatore energetico rappresentato da ACEA Spa. Infatti, ACEA Spa sta sviluppando un progetto per la valorizzazione delle Produzioni Agricole Energetiche (PAE) territoriali che prevede la realizzazione di impianti di produzione di energia pulita di dimensioni e logistica sostenibili per l’ambiente e per gli agricoltori, che porteranno forti benefici economici ed ambientali a favore dei cittadini e degli operatori locali. La sostenibilità dei benefici sarà assicurata, tra l’altro, dalla convenzione firmata dall’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio e il presidente di ACEA Spa.
Fare di un’area inquinata -in parte interdetta alla produzione alimentare e per questo con molte aziende agrarie a rischio di chiusura- un nuovo modello di rilancio dell’agricoltura e dell’economia locale è l’obiettivo da raggiungere con l’istituzione del “Distretto rurale e agroenergetico” della Valle dei Latini. La realizzazione di un simile progetto passa attraverso la creazione di una “filiera agroenergetica corta”, dove collaborano tutti i soggetti interessati: le istituzioni pubbliche, l’imprenditore agricolo, il trasformatore dell’energia pulita e il consumatore. Creare oggi una filiera corta e sostenibile è possibile grazie a un attento sostegno dei metodi, delle colture e dei rapporti di mercato maggiormente utili per gli attori economici e la comunità. Così il 31 marzo verrà estratto il “petrolio pulito” dai campi.
Una delle colture di riferimento per la produzione sostenibile di agroenergie è il pioppo a “rotazione rapida”. Questo albero infatti risponde bene a diverse esigenze: ambientali, agricole, energetiche ed economiche. In prima battuta ambientali, in quanto il pioppo può svolgere un’importante azione di fitorimedio dei terreni agricoli, perché consente ai coltivatori di abbattere in modo consistente i costi di produzione e ottenere guadagni certi, derivanti da una vendita contrattualizzata e da un prezzo di ritiro indicizzato e sicuro. Energetiche perché il cippato di legno (triturato), ricavato dalle coltivazioni locali di pioppo, viene poi usato per la produzione di energia elettrica e termica per numerosi consumi locali. Economiche perché i risparmi energetici, e i vantaggi occupazionali che si promuovono nel territorio, possono essere nello stesso territorio reinvestiti.
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- ZeroEmissionTV
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