Un Dono Strappato … e un Sogno Ritrovato

Scritto da Araceli de la Parra - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Lifestyle

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Pubblicato il giorno 24 settembre 2009 - 2 commenti



   


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di Araceli de la Parra

Mi occupo di sostenibilità e sono incinta di 8 mesi al terzo bambino, irresponsabilità o estremo ottimismo, non ho ancora deciso. Nei miei piani: un parto in casa e la pratica del Lotus birth. Quando penso al parto ancora una volta sfido ostinatamente una realtà schiacciante e opprimente, semplificando: chi di voi pensa “parto = dolore, angoscia, preoccupazione, ospedale, medico, paura, ansia” per poi magari arrivare alla parte dove visualizzate un bambino e aggiungere “gioia”. Adesso vorrei capire chi di voi pensa “parto = opportunità di crescita, emozione, intensità, soddisfazione, fiducia, conoscenza profonda, gioia, beatitudine”, credo che abbiate capito … Purtroppo la stragrande maggioranza delle persone (soprattutto donne) associa il parto alla prima modalità, come donna e come mamma, questa e’ una cosa che mi rattrista profondamente e che credo rifletta in maniera piuttosto chiara il perché ci troviamo qui, oggi, con tutte le problematiche che affrontiamo per poi magari cercare di capire il cambio di prospettiva necessario per un “evoluzione della nostra specie”.

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Con l’arrivo della rivoluzione industriale arriva anche il parto medicalizzato in ospedale, la scoperta e l’utilizzo del forcipe e altri interventi che hanno fatto del medico il protagonista di questa esperienza che fino ad allora era stata prevalentemente femminile (natura). La donna in questo modo è stata strappata (sì è lasciata strappare, forse lo ha perfino desiderato) di uno dei suoi doni più meravigliosi e dalla sua fiducia in se stessa, nel suo corpo e dalla sua sintonia con esso per affrontare questa esperienza di incredibile crescita personale.

Subito dopo il parto abbiamo il taglio del cordone, prassi ovunque accettata … e perché? Uno si potrebbe chiedere, visto che non esiste motivo per tagliarlo tranne una sorta di “comodità” (parola che ormai è diventata sinonimo di anestesia, un’anestesia mortale a volte voluta e a volte imposta) e invece se lasciato, a breve procura molti benefici per il neonato sia fisici che psicologici e qui entriamo in argomenti negati da ogni scienza moderna occidentale. E’ possibile che il fatto che esistano malattie psicosomatiche sia ormai riconosciuto eppure la componente “psiche” ed “energia” in tutti i processi biologici venga completamente sottovalutata o addirittura scartata o relegata all’esoterismo?

Cosa mi dite sull’intuizione, l’istinto, quel linguaggio senza parole tra voi e il vostro compagno con cui siete più in sintonia, quello che per “coincidenza” vi fa pronunciare le stesse parole nello stesso istante? La lista è lunga… e io posso solo dire che sono contenta almeno di trovare chi continua le sue ricerche su questi argomenti anche se nella mia vita quotidiana mi trovo davanti visi perplessi e confusi quando ne parlo. E’ questo il nostro lavoro. Seguiteci in questa continua scoperta …

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Sono tornata dal “tunnel” e la mia bellissima bambina è ogni giorno più vicina a questo nostro mondo, è nata in casa con una “lotus birth”, il tempo ha rallentato, i ritmi sono diversi e io cerco di conciliare la mia voglia di rallentare e di godere questi momenti con quella di mettermi all’opera con tutto quel da fare infinito che c’è. E rifletto quante volte la gente dice “non ho tempo”, non hai tempo? Ma quanto tempo hai? Sei sicuro di poterlo contare? E per che cosa lo usi? Il tempo è tanto relativo come le percezioni che ognuno può avere, ha cosi tante sfumature come il grigio delle città e siete tutti coscienti che a volte un secondo sembra durare un’eternità e dieci anni un secondo. E molte invenzioni di oggigiorno per rendere la vita più “comoda” ci convinciamo (o ci convincono) sono per risparmiare tempo, ma per che cosa? Per godersi la vita? Che cosa vuol dire per te godere della vita? Forse non soffrire? E non “soffrire” forse vuol dire non fare cose noiose come lavare i piatti? O non fare sforzi come spostarsi con le proprie gambe? Ed ecco che arriva la anestesia …

Forse Jose Arguelles ha ragione, forse il nostro problema è proprio la nostra percezione del tempo che si riflette in un calendario errato e non in sintonia con la natura e i suoi ritmi, o forse è la nostra idea di VITA, la nostra paura del dolore cosi chiara come la donna che sta per partorire e preferisce l’anestesia per non “sentire” … senza però rendersi conto che il “dolore” ha una sua funzione vitale che fa si che l’esperienza della nascita sia cosi intensa, cosi unica come l’incontro fra la vita e la morte, il contrasto più forte e atroce che si possa percepire e poter assistere in questo mondo e ciò per cui vale la pena vivere. Se non ci fosse dolore come conoscere il piacere? Piacere che si manifesta anche nelle piccole cose come il dolce e il salato, il buono e il cattivo, la fatica ed il riposo, sporco e pulito e cosi via… non credo di aver scoperto il filo nero, sono cose che tutti sappiamo, ne parlano canzoni, libri, poesie antiche e moderne, ovunque… e quindi? perche chiediamo ancora l’anestesia?

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by Araceli de la Parra

I work for sustainability and I am eight months pregnant, my third child, irresponsibility or extreme optimism, I am not yet sure. In my plans: having a baby at home with a lotus birth. When I think about giving birth I face once more an oppressing reality that I am determined to defy, in a few words: when you think of giving birth how many of you think “pain, anguish, worry, hospital, doctor, fear, anxiety” to perhaps finally visualise a baby and add “joy”. Now I’d like to know how many of you think “birth = oportunity for growth, excitement, intensity, satisfaction, trust, profound knowledge, joy, beatitudine” I think you might have gotten the idea. Unfortunately most people (especially women) associate giving birth in the first manner, as a woman and as a mother this gives me great sadness. This fact clearly reflects why we find ourselves here and now with all the problems we are facing to then perhaps try to figure out the change in our perspective that is needed for the evolution of our kind.

With the arrival of the industrial revolution arrives also medicalized birth in hospitals, the discovery of forceps and other tecniques that have made of doctors the protagonists of this experience that until that moment had been mostly feminine (nature). That is how women were ripped apart (let themselves be ripped apart or wished to be) from one of woman’s most wonderful gifts, the trust in herself, her body and her syntony with it to be able to face this challenging experience of incredible personal growth. Right after birth we have the incision of the umbilical cord, general procedure everywhere… and why? one could ask, since there is absolutely no reason why one should do it except for a sort of “comfort” (a word that has turned into the synonym for anaesthesia, a mortal anaesthesia tha is sometimes wanted sometimes convincingly suggested) instead if the cord is left alone it gives many benefits to the newborn, phisical as well as psychological and here we enter a realm that is denied by every science. Is it possible that psichosomatic sicknessess are recognized as such and yet the “psyche” or “energetic” aspect of every biological process is underestimated, banished as esotericism or even forgotten?

What about intuition? instinct? that language without words between you and your partner whenever you are most in tune, that which for mere “coincidence” makes you speak the same words in the same instant? The list goes on… and I can only say I am glad to find during my work people who continue to research these aspects even if in my daily life I look into confused and perplexed faces whenever I speak of this. This is my job of continuous discovery… I am back from the “tunnel” and every day my beautiful baby girl becomes more a part this/our world, she was born at home with a lotus birth and time has slowed down, rhythms have changed and I try to reconcile my desire to slow down and enjoy these moments with that of getting my hands dirty with the infinite amount of things to do and I think about how many times people say ” I don’t have time”, you dont have time? how much time do you have? are you sure you can count it? and what do you use it for?

Time is as relative as the perception each individual may have, it has as many shades as the shades of gray in the city and sometimes a second seems to last a lifetime and ten years a second. And still all of these inventions that make our life more “comfortable” we convince ourselves (or they convince us) are to save us time, time for what? to enjoy life? what does it mean for you to enjoy? perhaps not suffering? and not ‘suffering’ perhaps means not to do annoying stuff like washing dishes? or not straining yourself walking wherever you have to go? and here again comes the anaesthesia.

Perhaps Jose Arguelles is right, perhaps our problem is our perception of time that is reflected by an erratic calendar that is not in tune neither with nature nor with its rythms, or perhaps it is our idea of LIFE, our fear of pain as clear as the woman that is about to give birth and prefers the anaesthesia so she wont feel… without realizing that feeling ‘pain’ has a vital function that makes giving birth the intense experience it is, the unique experience of the encounter between life and death, the most extreme contrast you will ever experience and that which makes life worth living. If there were no pain how would you know pleasure? Pleasure that manifests itself also in the most subtle ways, sweet and salt, good and bad, strain and rest, dirty and clean, the list goes on… Iknow I have not made any great discovery, we all know these things, we sing songs, we write books and poems about them and we have for a long time all over the world, so, tell me, why oh why do we still ask for the anaesthesia?

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Daniel Casarin – La Misura del Principio

de Araceli de la Parra

Trabajo por la sostenibilidad y tengo ocho meses de embarazo, mi tercer hijo, irresponsabilidad o extremo optimismo no logro aun decidirme. En mis planes: un parto en casa con un lotus birth. Cuando pienso en dar a luz una vez mas enfrento y reto con obstinacion una realidad oprimente, simplificando: quien de ustedes piensa “parto = dolor, angustia, preocupacion, hospital, medico, miedo, ansia” para despues quizas llegar a visualizar un bebe y agregar “alegria”. Ahora me gustaria saber quien de ustedes piensa “parto = oportunidad de crecimiento, emocion, intensidad, satisfaccion, confianza, conocimiento profundo, alegria, beatitud”, creo que se habran dado un idea … Desafortunadamente la mayor parte de las personas (sobretodo mujeres) asocian el parto de la primera manera, como mujer y como mama, esto es algo que me entriztece profundamente y que creo sea un reflejo bastante claro del porque hoy nos encontramos aqui a enfrentar la serie de problemas que enfrentamos para despues tratar de entender mejor el cambio de perspectiva necesario para la evolucion de nuestra especie.

Con la llegada de la revolucion industrial, llega tambien el parto medicalizado en los hospitales con el descubrimiento e utilizo del forcep y otros interventos que han hecho del medico el protagonista de esta experiencia que hasta ese momento habia sido predominantemente femenina (naturaleza). La mujer asi fue despojada (lo permitio, quizas aun lo deseo) de uno de sus mas maravillosos dones y de su confianza en si misma, en su cuerpo y su sintonia con ello para enfrentar esta experiencia de increible crecimiento personal. Inmediatamente despues del parto tenemos la incision del cordon practicada comunmente y aceptada… y porque? uno se podria preguntar, ya que no existe motivo alguno para cortarlo sino una especie de ‘comodidad’ (palabra que se ha convertido en sinonimo de anestesia, una anestesia mortal a veces deseada a veces impuesto) en cambio si se deja procura numerosos beneficios para el bebe sea fisicos que psicologicos y aqui entramos en terrenos negados por la ciencia. Es posible que el hecho de que las enfermedades psicosomaticas exitan es reconocido por la medicina tradicional y aun asi la componente “psique”, “energia” de todo proceso biologico es completamente subestimada, descartada o relagada al esoterismo?

Que me dicen sobre la intuicion? el instinto? ese lenguaje sin palabras entre tu y tu pareja que hace que cuando estan en sintonia por pura “coincidencia” pronuncien las mismas palabras en el mismo instante? La lista es larga… y yo puedo solo decir que me alegra encontrar personas que continuan investigando estos aspectos aun cuando en mi vida cotidiana me encuentro frente a miradas perplejas o confundidas cuando hablo de ello. Este es nuestro trabajo, siguenos en este descubrimiento constante. Regrese del ‘tunel’ y cada dia mi hermosa pequena se acerca mas a este, nuestro mundo. Nacio en casa con un lotus birth, el tiempo aminora su velocidad, los ritmos  son distintos y yo busco una tregua entre mi deseo de estar tranquila y disfrutar estos momentos con aquel de poner las manos a la obra con la infinidad de cosas que hacer. Reflexiono, cuantas veces la gente dice “no tengo tiempo”, no tienes tiempo? cuanto tiempo tienes? estas seguro de poder contarlo? y para que lo usas? El tiempo es tan relativo como la percepcion que cada individuo puede tener, tiene tantos matices de gris como la ciudad, a veces un segundo parece durar una eternidad y diez a;os un segundo. Aun asi todas estas invenciones para hacer nuestra vida mas “comoda” nos convencemos (o nos convencen) que son para ahorrar tiempo, pero para que? para disfrutar la vida? que quiere decir para ti disfrutar? quizas no sufrir? y quizas no ‘sufrir’ quiere decir no hacer cosas tediosas como lavar los platos? o no hacer esfuerzos como moverse con las propias piernas? Y es asi que llega la anestesia …

Quizas Jose Arguelles tenga razon, quizas nuestro problema es nuestra percepcion del tiempo que se refleja en un calendario errado que no esta en sintonia con la naturaleza ni con sus ritmos, o quizas es nuestra idea de VIDA, nuestro miedo del dolor asi tan claro como la mujer que esta por parir y prefiere la anestesia para no sentir… sin darse cuenta que el ‘dolor’ tiene una funcion vital que regala a esta experiencia su intensidad, asi de unica como el encuentro entre la vida y la muerte, el contraste mas fuerte que se puede percibir e aquello por lo cual vale la pena vivir. Si no hubiese dolor como conocer el placer? Placer que se manifiesta aun en las pequenas cosas como el dulce y el salado, el bueno y el malo, el cansancio y el descanso, limpio y sucio, y asi… no creo haber descubierto el hilo negro , son cosas que todos sabemos, hablan las canciones, los libros, poesias antiguas y modernas, por todos lados… y entonces? porque seguimos pidiendo la anestesia?

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Informazioni sull'autore: Araceli de la Parra - GenitronSviluppo.com

Di origine Messicana, laureata in Industrial Design alla Parsons School of design, N.Y. con un Master in design alla Domus Academy, Milano. Membro di 4-id.org studio di progettazione interdisciplinare con sede a Barcellona. Abitante del Villaggio Verde (ecovillaggio) in provincia di Novara. Parole chiavi nella progettazione di nuovi stili di vita esperimentati sulla propria pelle sono la biomimesi, progettazione sistemica, decrescita, transizione, resilienza, recupero, riciclo, risparmio e una grande passione per l’acqua e le sue proprieta’ come mediatrice nella natura. Progettista di Acqua Viva, sistema di recupero delle acque piovane, esposto in vari eventi e fiere in Italia. Relatrice sui temi precedentemente citati in varie manifestazioni per l’ambiente in Italia e consulente negli stessi per vari movimenti e associazioni italiane.

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2 commenti

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  1. Giuste e molto belle le parole di araceli sul tempo e sull’esperienza della nascita. L’invito ad accogliere ogni esperienza -anche il dolore- con disponibilità indica una strada per una vita più ampia e serena., in rapporto alla gravidanza e in rapporto alla nostra vita di ogni giorno. Sul parto e sulla medicina più in generale io credo vada cercato un armonico intersecarsi del sapere tradizionale con il sapere medico. Senza prese di posizioni ideologiche. Penso alla mia amica chiara, al suo bel bambino, che sarebbe morto se non fosse stato operato al cuore appena nato, operazione programmata grazie ai modervi sistemi di indagine, penso a tutte quelle donne che nel passato morivano di parto o di complicanze post parto. Quello che serve è gratitudine, verso le moderne capacità della medicina, e gratitudine verso il sapere tradizionale. Gratitudine per gli ospedali dove se un bimbo viene investito gli salvano la vita, gratitudine per chi come araceli porta le donne a non dimenticae il loro potere. Senza contrapposizioni.

  2. Grazie Emina per le tue riflessioni, in proposito credo ci stia sottolineare che questo articolo parla del parto naturale avvenuto dopo una gravidanza normale e sana senza alcuna complicazione. Giustamente come dici tu, la medicina e la tecnologia moderna ci permettono di pronosticare il buon andamento della gravidanza, che ci tengo a precisare, non e una malattia ma uno stato normale (anche se sporadico) del corpo femminile. A questo proposito voglio consigliare a tutte le donne in gravidanza o in attessa di esserlo di leggere il libro di Ina May Gaskin, La gioia del parto, che riporta anche tante statistiche e utili informazioni per questo evento importantissimo. Un altro articolo che consiglio in questo proposito e

    http://www.disinformazione.it/parto_naturale.htm

    Buona lettura e aspettiamo i vostri commenti!

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