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Il 2010 è l’Anno Internazionale della Biodiversità. Così il Welsh Assembly Government ha colto l’occasione per lanciare un progetto per sterminare il tasso in Inghilterrra. Potrà essere una storia che ha dell’incredibile, ma è vero. Naturalmente non si pretende di certo che questa storia abbia la stessa rilevanza della catastrofe che ha colpito Haiti ma getta comunque una luce interessante (e sinistra) sull’ impulso dell’umanità a continuare la conquista della natura e mostra come, anche se ammantate nel linguaggio della scienza, le nostre relazioni con il mondo naturale sono ancora disciplinate dall’irrazionalità e dalla superstizione.
La scorsa settimana il ministro per gli affari rurali del Galles, Elin Jones, ha annunciato quello che il suo governo chiama “un provvedimento pro-attivo e non-selettivo sul tasso”, nel Galles occidentale. Questo significa l’eliminazione della specie, che inizia da quando i cuccioli escono fuori dalle proprie tane a maggio. Il motivo? I tassi sarebbero portatori di un batterio che provoca la tubercolosi bovina. Lo scopo dell’esperimento di genocidio è quello di scoprire se il numero di vacche colpite dalla malattia si riduce quando i tasso viene sterminato. Se funziona, il metodo può essere applicato altrove. Ma prima che l’esperimento abbia inizio, possiamo dire che si tratta di uno spreco di tempo e di denaro.
Nel 2007, dopo nove anni di ricerca, l’Independent Scientific Group sulla tubercolosi bovina ha inviato la sua relazione finale al governo del Regno Unito. Si è scoperto che l’abbattimento del “tasso non può significativamente contribuire al controllo futuro della tubercolosi del bestiame in Gran Bretagna.” Invece di sopprimere la malattia, l’uccisione dei tassi sembra diffonderla. I ricercatori avevano già sterminati centinaia di tassi in 30 areee, ciascuna di 100 chilometri quadrati. Hanno scoperto che quando questi sono stati abbattuti in risposta alla comparsa di focolai locali di TB, lo sterminio abbia “aumentato, anziché ridotto” l’incidenza della malattia nei bovini: il livello di infezione è così aumentato di circa il 20%.
Quando i tassi verrebbero invece uccisi in modo proattivo (abbattuti ogni anno, indipendentemente dal fatto che i bovini siano stati infettati), l’incidenza della tubercolosi all’interno della zona di abbattimento sarebbe ridotta del 23% ma l’incidenza al di fuori di essa è aumentata del 25%. La ragione è che l’ucciosione modifica il comportamento dei tassi: tendono a spostarsi maggiormente per sfuggire all’uccisione o per esplorare un nuovo territorio che gli si apre. I costi economici dell’abbattimento proattivo, avrebbe rilevato lo studio, sarebbero stati 40 volte superiori ai benefici apportati. Come ha sottolineato il gruppo scientifico “i dirigenti del settore agricolo e veterinari continuano a credere, a dispetto della schiacciante evidenza scientifica, il contrario, ossia che la strategia principale per il controllo della TB bovina debba implicare una qualche forma di controllo sulla popolazione del tasso.” C’è insomma una notevole riluttanza ad accettare e abbracciare le scoperte scientifiche più evidenti e provate”. Il governo gallese condivide questa sua riluttanza. Annunciando la sua politica di sterminio la scorsa settimana, Elin Jones ha sostenuto che la riforma sarebbe stata effettuata in base ai “requisiti delineati dall’ Independent Scientific Group”.Ma l’ISG non avrebbe potuto essere più chiaro: l’abbattimento del tasso, di qualsiasi tipo, non funziona. I governi dovrebbero invece fare di più per controllare il modo in cui gli animali verrebbero allevati e trasferiti. Questo è stato un messaggio che gli agricoltori e il governo gallese non hanno voluto ascoltare.
Quello che la politica di Elin Jones ha annunciato la scorsa settimana è anche peggio di ciò che suggerisce. Il suo esperimento di abbattimento sta testando, in realtà, due variabili: lo sterminio dei tassi e una migliore gestione del bestiame. Eppure non vi sono controlli sperimentali (aree di studio in cui uno o entrambi i metodi non siano stati testati), quindi non c’è alcun modo per stabilire quale delle due misure sia attuata o se i cambiamenti nell’incidenza della malattia abbiano nulla a che fare con l’esperimento. C’è un termine “scientifico” per lo studio che simultaneamente testa due variabili durante l’utilizzo di alcun controllo: inutile. L’esperimento gallese non ha nulla a che fare con la scienza e ha tutto a che fare con gli agricoltori. La Farmers Union del Galles domandava con insistenza quanto tempo e denaro dovranno essere sprecati in questo modo. Ha esercitato pressioni sul governo per un provvedimento che danneggia gli interessi dei suoi membri e allontana le persone che acquistano latte, il burro e formaggio. Sembrano insensibili alle evidenze: la settimana scorsa si è annunciato che l’abbattimento del tasso è in opera. Qualsiasi discorso in base al quale le pratiche agricole siano un fattore significativo, è infondato”.
Ma anche se lo sterminio ha funzionato, l’effetto potrebbe essere sostenuto solo dall’uccisione dei tassi che ri-entrano in una piccola area. Se lo stesso approccio venisse adottato in una vasta area, il tasso si estinguerebbe non solo in tutta quella zona ma anche in quelle limitrofe, perché i tassi si sposteranno in zone da cui la specie è stata cancellata. Il risultato logico di questo approccio è quello di sterminare il tasso in tutto il Regno Unito. Poiché ciò è politicamente inaccettabile, l’esperimento gallese è dannoso oltre che inutile. Questo stupido progetto tradisce un approccio al mondo naturale che si addice non a caso ad un periodo di decadenza come il nsotro. Dobbiamo ancora agire come se ci fosse stato concesso il dominio sul mondo. Coloro che hanno un interesse economico sembrano considerare tutte le specie come concorrenti o in conflitto con loro, come se fossero una minaccia non solo per il loro reddito ma anche per il loro potere. Si considera ancora il mondo naturale come usa e getta: niente è prezioso, fonte di meraviglia che non possa essere liquidato con denaro. Non sembra esserci nessun rammarico oltre il quale ci si avventura, nessuna lezione che siamo disposti ad imparare dal collasso ecologico che stiamo provocando.
E’ difficile liberarsi da una visione di conquistori come questa del mondo, che pone l’uomo al vertice della creazione, anche nella nazione più laica sulla terra. Tutte le industrie cercano non solo il monopolio ma anche la monocoltura: il dominio del paesaggio naturale o culturale. Questo è ciò che George Orwell intendeva quando ha osservato che “la fine logica del progresso meccanico è di ridurre l’essere umano a qualcosa di simile a un cervello in una bottiglia.” L’industria non tollera alcuna deviazione. Questo sistema mira a diminuire sia la gamma delle esperienze umane sia le meraviglie del mondo naturale, fino a che non si inseriscono nel contenitore fatto apposta per loro. Potremmo perdere i tassi – fatta eccezione per quelli che guardiamo alla TV nelle serate estive mentre razzolano e giocano nel loro ambiente – ma la voglia di distruggerli nasce dall’istinto patologico per il potere che ci priverebbe di qualsiasi cosa.
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