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Ecco una notizia molto interessante che può far capire spesso la portata di determinati cambiamenti degli ecosistemi a scapito di una biodiversità da salvaguardare: Le Hawaii pagheranno i contadini per coltivare specie minacciate di estinzione. Grazie al suo status (anche economico, aggiungiamo) l’arcipelago di isole più famose al mondo e più isolate, vantano centinaia di specie animali e vegetali che non esistono in qualsiasi altro luogo sulla terra. Ma proprio anche a causa di tale isolamento e soprattutto la minaccia causata da specie invasive, le Hawaii stanno diventano anche la capitale del mondo con il maggior numero di specie in via di estinzione, o meglio con “più specie in pericolo di estinzione per chilometro quadrato”, secondo il Honolulu’s Bishop Museum.
Così il governo locale e federale con la speranza di cambiare questa situazione hanno lanciato un nuovo programma, il primo al mondo nel suo genere, che pagherà direttamente gli Hawaii nei prossimi 20 anni per piantare prima di tutto specie native su porzioni inutilizzate dei loro terreni agricoli. Il nuovo Enhancement Program ha annunciato la scorsa settimana così di riservare $ 67 milioni per la conservazione di questa biodiversità, puntando anche alla diminuzione della produzione di carni bovine rispetto alla coltivazione di piante autoctone, nonché per tutte le specie minacciate di uccelli, insetti o corallo. Questo programma intende “contribuire al ripristino degli habitat delle specie native hawaiane, migliorando anche la qualità delle acque nei sistemi fluviali interni e riducendo la diffusione di specie invasive, migliorando la salute delle coste e della barriera corallina”, spiega il U.S. Department of Agriculture and Hawaii Department of Land and Natural Resources in una dichiarazione congiunta.
Nell’ambito del programma per la creazione di queste linee guida, gli agricoltori possono convertire una parte dei loro pascoli e coltivazioni ad “alberi nativi, erbe e altre piante attraverso l’applicazione di pratiche di conservazione”, come la piantagione di alberi di latifoglie, la creazione di foreste pluviali per migliorare il ciclo dell’acqua e il ripristino delle zone umide”. Il programma per la creazione di biodiversità mira a convertire fino a 6.000 ettari per la creazione di questi habitat naturali autoctoni nel corso dei prossimi cinque anni e mantenerli per un periodo di almeno 20 anni. La terra sarà ancora naturalmente di proprietà degli agricoltori, che in termini di programma, riceveranno un affitto per mantenere queste terre altrimenti coltivate o addirittura inutilizzate e impoverite. I pagamenti includeranno un’iniziale tassa di iscrizione di $ 100 per acro ed un canone di affitto annuale di $ 43 a $ 72 per acro, a seconda di come la terra viene conservata.
Il programma hawaiano per la conservazione della biodiversità prevede oltre al restauro dei boschi precedentemente degradati dai terreni agricoli quindi anche il rimpianto di erbe, legumi e arbusti. Il progetto contribuirà a migliorare l’habitat della fauna selvatica attraverso la creazione di “corridoi tampone” realizzati da bosco ripariale. In conclusione questo progetto ambizioso migliorerà naturalmente di conseguenza la qualità delle acque e del suolo, riducendo la quantità di fenomeni di dilavamento, aumentando l’assorbimento delle acque sotterranee e la riduzione della corrente di carico di nutrienti e di sedimentazione lungo gli ambienti costieri.
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