Giappone e Germania: La Fuga dal Nucleare

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Pubblicato il giorno 20 luglio 2011 - 2 commenti



   


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L’Esperienza Giapponese

L’inversione di tendenza del Giappone nei confronti del nucleare ormai è chiara. Il primo ministro Naoto Kan ha affermato in una conferenza stampa che i rischi del nucleare devono essere in grado di catalizzare le tecnologie verdi e ad energia rinnovabile come quella solare, eolica e biomassa in modo da poter sostituire il nucleare il più rapidamente possibile e diventare nuovo pilastro per la fornitura di energia in Giappone.

“Dobbiamo puntare ad una società che non si basa più sull’energia nucleare”, ha dichiarato Kan. “Dovremmo gradualmente e sistematicamente ridurre la dipendenza dall’energia nucleare”. Dopo Fukushima, il piano nucleare in Giappone è stato messo sotto serio esame. E Kan afferma: “l’abitudine di credere che l’energia nucleare può essere utile, purché le misure di sicurezza vengono prese, ormai è tutto sfatato e il paese deve cambiare la sua visione”.

Kan ha negato un abbandono immediato della politica energetica nucleare. E non ha dato alcun dettaglio su come il Giappone dovrebbe eliminare gradualmente la dipendenza nucleare mentre aumenta il peso delle fonti energetiche alternative. Ad oggi il governo ha ordinato controlli di sicurezza su tutto il Giappone e ai 54 reattori nucleari dopo il disastro dello tsunami.

“In Giappone l’energia nucleare produce circa il 30% di energia elettrica”, conclude Kan, “ed entro il 2030 dobbiamo darci l’obiettivo di diminuire tale dipendenza raggiungendo il 15%”. Intanto con la perdita dell’impianto di Fukushima, usato per fornire energia ad alcune aree di Tokyo, il governo ha recentemente imposto forti restrizioni sull’utilizzo dell’energia nell’area per imprese e centri commerciali in modo da poter far fronte alla crisi energetica del paese.

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L’Esperienza Tedesca

Le conseguenze del disastro di Fukushima sono davanti agli occhi di tutti, in tutto il mondo, e riflettono i potenziali effetti del nucleare. I cittadini tedeschi sono stati particolarmente espliciti nelle loro critiche e ora, dopo il riesame dei 17 reattori nucleari del Paese, il cancelliere Merkel e il parlamento tedesco hanno annunciato dei piani concreti per eliminare gradualmente l’utilizzo dell’energia nucleare entro il 2022, facendo della Germania la prima grande potenza industriale a intraprendere passi concreti in tale direzione, dopo il devastante incidente del Giappone.

Il piano è stato ora approvato dal Bundesrat superiore, che rappresenta le 16 federazioni della Germania, dopo che il disegno era già passato al Bundestag inferiore con una schiacciante maggioranza. La Germania era già intervenuta, dopo il disastro giapponese, spegnendo i sette reattori più vecchi e un altro reattore è stato chiuso da anni a causa di problemi tecnici. Ora il cancelliere Merkel ha annunciato l’intenzione di chiudere ufficialmente i restanti nove reattori tra il 2015 e il 2022. La decisione troverà sostegno in Germania dove un gran numero di cittadini si oppone al nucleare a causa dei potenziali rischi.

Di conseguenza la Merkel, che era a favore del nucleare, ha fatto una drammatica inversione di marcia estendendo l’operazione ai 17 reattori del Paese. Naturalmente vi è uno svantaggio: l’eliminazione graduale delle centrali nucleari significa la costruzione di nuove centrali a carbone e a gas, nonostante le assicurazioni del governo che vuole raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2020, dai livelli del 1990, e del 80-95% entro il 2050.

Fonte Huffington Post e AFP

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2 commenti

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  1. Questi articoli sono sempre belli peccato che siano privi di informazioni sostanziali. Spulciando i dati (basta andare sul sito di TERNA) sui consumi annuali della sola energia elettrica relativi al Giappone e alla Germania e considerando le caratteristiche (energia prodotta e non potenza installata, materiali, ecc) e i limitati tempi di funzionamento alla potenza nominale delle tecnologie che sfruttano le energie rinnovabili, principalmente eolico e fotovoltaico, si nota come l’unica alternativa all’energia nucleare per questi due paesi ma in generale per tutti i paesi industrializzati o che lo stanno facendo, siano i combustibili fossili e principalmente il carbone dato che sia la Germania che il Giappone ne posseggono parecchio.
    http://www.treehugger.com/files/2011/06/angela-merkel-germany-needs-20gw-fossil-fuel-power-plants.php

  2. Grazie Rob del tuo contributo. Resta comunque il fatto che a differenza dell’Italia, sono diverse le nazioni stanno effettivamente progettando misure concrete verso una transizione energetica e spesso un’autarchia che ne salvaguardi l’indipendenza.

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