Rio+20: dal Fallimento alla Scoperta di Nuove Soluzioni

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Centinaia di nuove iniziative sono state lanciate durante la conferenza Rio+20 ma il settore delle imprese deve fare di più per guadagnare la fiducia della società.

Il multilateralismo è fallito nelle conferenze internazionali dedicate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile. Quindi qual è la nuova direzione da seguire?

Questa è la domanda che si stanno facendo migliaia di delegati, attivisti, imprenditori e mass media dopo essersene tornati a casa dopo l’ennesimo fallimento politico di Rio+20. Più di mille aziende sono scese in campo durante l’evento per promuovere lo sviluppo di nuovi quadri normativi che incentivino la green economy in tutto il mondo chiedendo la fine degli incentivi governativi. Ma chi è stato a Rio ha scoperto che la lobby dei combustibili fossili era arrivato prima.

Quindi in un assenza totale di presa di impegni qual è il prossimo passo? L’opinione generale riguarda la creazione di un mosaico di innovative alleanze locali, regionali e nazionali, un modello che ormai si sta consolidando e che sia ha l’impressione sia l’unico in grado di gettare le basi di un nuovo paradigma economico, in altre parole ancora un nuovo approccio bottom-up.

Green Economy: Approccio “dal Basso” Unica Soluzione?

Ormai è chiaro a tutti che i problemi sono interconnessi e promuovere una strategia a silos non conduce da nessuna parte. Peter Bakker, presidente del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), ha segnalato un cambiamento di direzione, affermando che è ora di andare al di là della sensibilizzazione della popolazione ed è giunto il momento di porre maggiormente l’accento sulla creazione di partnership commerciali settoriali e intersettoriali. Così afferma come può essere di particolare valore la collaborazione tra singole città per trovare soluzioni sistemiche. Bakker ha inoltre sottolineato come sia necessario concentrarsi sull’integrazione tra impatti ambientali e sociali sui singoli bilanci aziendali.

In realtà di tutte le 200 iniziative più interessanti promosse nel corso Rio+20, la più probabile che raggiunga il successo riguarda il Natural Capital Declaration, che cerca di ottenere una quantificazione del valore economico della natura.

Il Battesimo del Natural Capital Declaration

Il mantra è che ciò che viene misurato può essere valutato e l’incapacità di fare ciò, ha portato alla distruzione indiscriminata degli ecosistemi e la rapida perdita di biodiversità. Questo è stato forse il miglior esempio di un’ampia coalizione fra banche, aziende, assicurazioni in più di 50 paesi.

C’è ancora troppa auto-soddisfazione tra le società che credono che avere una strategia e un bilancio di sostenibilità rappresenta la fine del proprio percorso. Sicuramente rappresenta un passo in avanti confrontato con i minimi progressi svolti nel settore finanziario dove in realtà risiede il vero potere di lanciare o bloccare la green economy. Per questo motivo non è una sorpresa se Green Peace prevede di concentrare la propria potenza di fuoco sulle istituzioni finanziarie nei prossimi anni.

Guardando al futuro c’è sicuramente nuova apertura da parte delle imprese di intervenire sfruttando la crisi finanziaria per riorganizzare il proprio settore di ricerca e supportare nuove iniziative a favore del proprio sviluppo nella green economy. Resta sicuramente da vedere se le aziende riusciranno in massa a considerare a questi nuovi mercati come punto di forza, piuttosto che pensare di riempire solamente le proprie tasche e impoverire la terra delle sue risorse.