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Il limite alle trivellazioni offshore, oggi a 12 miglia, potrebbe essere rimodulato. Le norme adottate in Italia nel 2010 con il correttivo ambientale siglato dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo dopo la marea nera nel Golfo del Messico hanno infatti bloccato «la maggior parte delle attività di ricerca e sviluppo offshore cancellando progetti per 3,5 miliardi di euro». Grandi opere, decide Roma Il governo «ritiene importante affrontare la modifica della Costituzione per riportare in capo allo Stato le competenze legislative in materia di energia, per quanto riguarda le attività e le infrastrutture energetiche di rilevanza nazionale».
Trivellazioni Anche “Entro le 12 Miglia”
Il limite alle trivellazioni offshore, oggi a 12 miglia, potrebbe essere rimodulato. E’ quanto si legge nella bozza della strategia energetica nazionale varata dal governo, in cui si precisa che le norme adottate in Italia nel 2010 hanno bloccato «la maggior parte delle attività di ricerca e sviluppo offshore cancellando progetti per 3,5 miliardi di euro». La notizia arriva da Palazzo Chigi come una doccia fredda per la Puglia, dove si va allargando il fronte della protesta contro la riperimetrazione al largo delle Tremiti autorizzata dal governo a favore della Petroceltic. Appello, con una lettera aperta al premier Monti, anche dal presidente dei Verdi pugliesi Minimo Lomelo. Nella missiva si invita il capo del governo «a rivedere e revocare quelle autorizzazioni vecchie e nuove, nel rispetto di un popolo già tanto inquinato».
Una Deconda Piattaforma Petrolifera…
In attesa del varo del Piano energia, che dovrebbe arrivare entro la fine del 2012, i produttori petroliferi italiani muovono i primi passi. Dalla scoperta di nuovi giacimenti di petrolio e gas al via libera alle prospezioni in tutto il Mediterraneo al possibile snellimento delle procedure autorizzative, per permessi di ricerca e concessioni di coltivazione di idrocarburi da parte del Ministero dello Sviluppo economico.
A poche miglia dalla costa sarebbe pronto lo “sbarco” del campo “Vega B”, la piattaforma che affiancherà la “Vega A” a venti miglia da Pozzallo, nella concessione di coltivazione “C. C6.EO” di Edison (60%) ed Eni (40%). La multinazionale francese ha presentato al Ministero dell’Ambiente tutti i documenti necessari per l’esito positivo della Via (la Valutazione d’impatto ambientale, ovvero il benestare per poter trivellare le profondità marine).
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