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“La produzione globale di uva potrebbe generare fino a 13 Mt/anno di biomassa – spiegano gli autori – […] L’importo teorico di bioetanolo che potrebbe essere prodotto dalla fermentazione delle vinacce può raggiungere i 400 L/t. Tuttavia quello ottenibile solo dai carboidrati solubili si aggira intorno ai 270 L/t, lasciando una frazione arricchita in polifenolo che può essere utilizzata in mangimi o come fertilizzante”.
Il problema del biodiesel è piuttosto datato ed è l’aspetto economico, oltre che ambientale, a frenarne la piena diffusione. Infatti il rendimento spesso non è paragonabile a quello dei carburanti tradizionali e per ottenere una resa adeguata sarebbe necessario pensare a delle coltivazioni ad hoc con problematiche legate allo sfruttamento del terreno e agli equilibri degli ecosistemi. Una simile ricerca si pone l’obbiettivo, di contro, di utilizzare del materiale di scarto comunque prodotto e quindi di ottenere un duplice beneficio dato dalla minimizzazione dei rifiuti e dell’ottenimento di materiale utilizzabile a scopi energetici. Oltretutto sfruttando un processo produttivo largamente diffuso.
Inoltre, come hanno spiegato i ricercatori, le biomasse vegetali per la produzione di biocarburanti liquidi possono essere difficili da trattare a causa della loro struttura complessa, mentre la vinaccia è disponibile senza difficoltà, può essere ottenuta a buon mercato ed è ricca del tipo di carboidrati che vengono abitualmente fermentati senza problemi. Prima che il processo possa essere pensato su scala industriale, tuttavia, bisognerà presumibilmente attendere alcuni anni. Il lavoro è stato pubblicato su Bioresource Technology.
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