Biomassa: Risorsa Chiave per l’Energia Rinnovabile. I Nuovi Progetti dell’Inghilterra per Attualizzare le Nuove Promesse Offerte dal Carbon Negative

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili

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Pubblicato il giorno 23 dicembre 2008 - Nessun commento



   


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L’energia da biomassa è sempre più considerata come “energia rinnovabile chiave” per un approvvigionamento sostenibile dell’energia elettrica in Europa, questo è quanto afferma anche David Williams, presidente del Renewables Advisory Board (RAB), sottogruppo per la Biomassa, del governo del Regno Unito. Le cose stanno così perché la biomassa è stata individuata come la soluzione migliore, più economica, a bassa emissione di CO2; può essere trasportata e commercializzata in tutto il mondo ed è molto più affidabile rispetto alle fonti intermittenti di energia.

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Negli ultimi mesi il Regno Unito ha modificato la sua posizione sulle fonti rinnovabili, dice Williams, con un contraccolpo nei confronti di molte (e più affermate) fonti di energia alternative, come quella eolica e quella solare e i biocarburanti liquidi. Nel settore dei trasporti, i biocarburanti di prima generazione sono stati attaccati per la loro potenziale influenza sui prezzi dei prodotti alimentari e per le attuali riduzioni di carbonio. L’energia eolica e quella solare sono state fortemente criticate per la loro incapacità di produrre un flusso costante di energia elettrica e per il loro costo. L’energia eolica può risultare da due a tre volte più costosa della biomassa, quella solare fotovoltaica fino a venti volte e quella solare CSP fino a cinque volte. Non ci sono soluzioni efficienti per l’immagazzinamento dell’energia per queste fonti rinnovabili, rendendoli incapaci di fornire un fatidico punto 0 da cui ricominciare.

È per questo che molti esperti del settore suggeriscono ora che la biomassa deve svolgere il ruolo primario nell’aiutare l’Unione Europea a raggiungere l’obiettivo impegnativo di generare il 20% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2020, dice il presidente del RAB per la biomassa.  Bisogna assumere un atteggiamento più serio nei confronti delle energie rinnovabili. Dal momento che stiamo acquisendo sempre maggior esperienza in questo campo, risulta che solo la biomassa sia un metodo davvero efficace per produrre calore ed elettricità, dice Williams.

Una singola centrale elettrica è in grado di produrre circa tre volte più energia, rispetto ad una “windfarm” (“fattoria del vento”), per lo stesso importo di capacità di generazione. E’ anche molto più affidabile e può essere graduata per soddisfare la domanda dei consumatori.  Considerando che il calore degli impianti domestici potrebbe provenire da tecnologie solari intermittenti, come pure da pompe di calore, è noto che il mercato primario non si può alimentare a biomassa. Dopo tutto, la maggior parte del calore proviene dalla combustione di combustibili e la biomassa è l’unico carburante e combustibile rinnovabile.

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La biomassa consiste principalmente nella conversione (in genere attraverso la combustione) della materia organica, come il legno, la paglia e i rifiuti agricoli, in energia termica o elettrica. Dal momento che utilizza materiali organici, qualsiasi biossido di carbonio rilasciato nel corso della generazione di energia è neutralizzato dal fatto che viene assorbito durante il ciclo vitale delle piante, in modo che il processo nel suo insieme sia sostanzialmente equilibrato (carbonio neutro).

Naturalmente, ogni tecnologia ha i suoi inconvenienti: per la biomassa quello principale è la dipendenza da una fornitura di carburante. I requisiti per un’unica centrale possono essere estesi, in particolare se si utilizza il legno come principale fonte di combustibile. Alcuni impianti all’interno del Regno Unito propongono di importare il legname da zone lontane come il Canada e l’Indonesia; questo può avere un forte impatto ecologico sulla materia prima e sull’energia che produce, anche se gli studi mostrano che tali impatti sono piuttosto piccoli (la biomassa trasportata in grandi navi non perde molto della sua forte energia o del bilancio di carbonio).

Oltre all’importazione di biomassa, alcuni studiosi stanno ora cercando di produrre energia dalla combustione della paglia, di cui il Regno Unito ha abbondanti scorte e che, come sottoprodotto delle produzioni agricole, non ha un impatto sui prezzi degli alimenti. Il gigante dei supermercati, Tesco, ha recentemente dato il via libera per costruire il primo impianto della Gran Bretagna, CHP (Combined Heat and Power), che si serve del potenziale del calore e della elettricità per soddisfare le esigenze per la produzione di energia elettrica e di riscaldamento di uno dei suoi centri di distribuzione.

Utilizzare la paglia per la biomassa rappresenta uno dei più efficienti metodi per lo smaltimento di quest’ultima ed evita la necessità di inserirla nella terra come rifiuto. In conclusione, ma non di minore importanza, va detto che il Regno Unito ha il vantaggio di essere in grado di soddisfare tutti i requisiti provenienti da fonti domestiche, riducendo la necessità di importare forniture e riducendo le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza energetica. Molti altri stati membri dell’Unione europea – in particolare la Scandinavia e l’Europa Orientale – dispongono di grandi forniture di biomassa. La negoziazione internazionale di carburante mostra potenziali enormi.

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Quindi che cosa si deve aspettare l’industria? Più di £ 3.5 bilioni di sterline (4,4 € / US $ 7bn) sono stati investiti lo scorso anno e questa cifra sembra destinata a crescere notevolmente, così come i fondi di investimento sostenibile cercano di diversificare i loro finanziamenti su sistemi di energie rinnovabili. Se da un lato i costi per i progetti legati all’energia eolica e solare sono in aumento, dall’altro la biomassa viene progettata per mantenersi come la più grande fonte di energia rinnovabile nell’UE. Nel Regno Unito, un flusso di progetti si trova già online o in attesa di esecuzione, tra cui il più grande impianto vicino a Port Talbot, nel Galles del Sud.

I segnali da parte del governo britannico sono incoraggianti. Le modifiche alle sue proposte all’obbligo di certificazione delle fonti rinnovabili (Renewables Obligation Certificate), che offre incentivi ai fornitori per la produzione di energia da fonti rinnovabili, aumenterà il valore dell’energia prodotta dalla biomassa rispetto ad altre tecnologie sostenibili e invoglierà gli investitori ad investire maggiormente. Nel mese di giugno il Department for Business e l’Enterprise and Regulatory Reform (BERR) hanno pubblicato la propria strategia per l’energia rinnovabile ed hanno anche chiarito l’importante ruolo che l’industria potrebbe svolgere, osservando che vi è la necessità di “sviluppare un mercato sostenibile legato alla biomassa“.

Mentre questo è di per sé incoraggiante, rimane qualche preoccupazione per i dettagli. Le proposte avanzate sulle strategie da adottare sono state progettate principalmente per rendere l’azione individuale più appetitosa, in particolare in ambito economico, per incoraggiare le tecnologie di microgenerazione nelle case e un meccanismo di incentivi finanziari per facilitare un aumento generale nell’uso di fonti di calore rinnovabili. Ciò che non si è ancora fatto, tuttavia, è stato fornire un significativo incoraggiamento per gli sviluppatori commerciali. La sensazione diffusa di molti operatori del settore è quella che l’attuale sistema sia troppo complicato e che le domande siano troppo spesso rifiutate o bloccate.

Attraverso la definizione di un chiaro percorso da seguire, il governo sarà in grado di stimolare la crescita e, allo stesso tempo, fornire la comunità finanziaria della fiducia necessaria per effettuare notevoli investimenti a lungo termine. Il risultato sarà un notevole cambiamento del settore delle energie rinnovabili nel suo complesso, nel Regno Unito e il primo passo verso il raggiungimento degli obiettivi UE fissati per il 2020.

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Uno dei principali vantaggi della biomassa è la sua capacità di generare ‘emissioni negative’ di carbonio, cioè energia in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera. Quando la biomassa viene utilizzata negli impianti avanzati, le sue emissioni di CO2 possono essere acquisite durante o dopo la combustione e in seguito racchiuse nei pozzi petroliferi esausti. Il risultato è l’insieme combinato di potenza carbon negative e di calore. Più si sceglie di utilizzarlo, più le emissioni di CO2 saranno eliminate dall’atmosfera.

La differenza con le altre energie rinnovabili è del tutto sorprendente. Considerando che l’energia eolica e quella solare aggiungono emissioni di CO2 nell’atmosfera nel corso del loro ciclo di vita (l’energia eolica circa 30 tonnellate di CO2 eq/GWh, quella solare PV circa 100 tonnellate di CO2 eq/GW), l’energia a carbon negative può prendersi fino a 1000 tonnellate di CO2 per GWh dall’atmosfera.  Nel Regno Unito, ci sono grandi siti in cui le emissioni di CO2 possono essere immagazzinate. Non appena il paese ha raggiunto il picco nel settore del petrolio e del gas e molti pozzi saranno vuoti, diventerà possibile utilizzare queste caratteristiche geologiche per immagazzinare la CO2 bioenergetica. “Abbiamo bisogno di energia che possa assorbire attivamente CO2 dall’atmosfera. E la biomassa è può rappresentare la chiave di tutto ciò”, spiega Jonas van den Berg, da Bruxelles.

Ma c’è un’ultima puntualizzazione da fare: la biomassa non è in realtà rinnovabile. Qualunque cosa si prenda dal suolo, prima o poi deve essere sostituita – anche i pionieri della rotazione delle colture avevano capito questa verità. Quindi, sfruttare continuamente la biomassa, significa anche essere pronti ad aggiungere fertilizzanti al suolo.

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