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“L’Associazione EBS vuole lanciare un chiaro messaggio su quale sia la situazione dei nostri boschi: l’Italia negli ultimi anni ha visto aumentare il suo patrimonio boschivo a differenza di altri paesi europei. Per questo vogliamo dire con chiarezza che lo studio portato avanti dalla rivista Nature Research sulla situazione boschiva in Europa non rappresenta la situazione del nostro Paese” dichiara Antonio Di Cosimo, Presidente di EBS – Associazione Energia Biomasse Solide.
Sul nostro territorio, infatti, si contano oltre 11 milioni di ettari di superficie coperta da boschi e foreste, pari al 36,5% del territorio nazionale (fonte: Fiper) che risulta essere il 31% in più rispetto alla media mondiale (fonte: RSE). Negli ultimi 30 anni, in particolare, questo numero è cresciuto di circa 1 milione e, ancora oggi, c’è un aumento pari a 800 metri2 al minuto (fonte: Corriere della sera). Questo sta a significare che l’Italia è un paese in salute sotto questo punto di vista e che la cura del verde viene fatta in maniera corretta.
“Lo studio pubblicato di recente, che prende in considerazione diversi paesi europei, ci lascia perplessi sui metodi utilizzati. Le immagini satellitari, ad esempio, non sono uno strumento che permette di capire quale sia il motivo di un’area meno folta di un’altra, ma consegna solo una fotografia di quel momento. Questo – continua Di Cosimo – non permette di capire né quale sia la natura della vegetazione presa in oggetto, né se il motivo del diradamento sia da ricondurre a cause naturali o a fini commerciali, come vuole far intendere la ricerca.”
La ricerca stessa, inoltre, propone i numeri in maniera ingannevole evidenziando come il tasso di raccolta sia superiore a quello di crescita. Questo dato non riconosce, però, come proprio dal 1990, sia aumentata la piantagione di foreste che ora sono diventate mature e devono essere raccolte. Inoltre, l’ipotesi dello studio secondo cui le foreste dovrebbero essere utilizzate come risorse passive per compensare le emissioni fossili in altri settori, si scontra con l’enorme sfida climatica, portando anche all’errata percezione che le foreste dovrebbero essere trasformate completamente in aree protette, mentre la foresta attiva sostenibile dimostra di portare maggiori benefici climatici rispetto alla protezione passiva. Questo viene riconosciuto anche nel Green Deal europeo che si basa sull’ideale di preservare le foreste per aiutare l’abbattimento della CO2, ma con la possibilità di raccogliere legna per usi economici.
“È importante sottolineare – conclude il Presidente – che i nostri impianti forniscono un importante contributo alla manutenzione del patrimonio boschivo.”
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