In particolare Auranox viene trattata con biossido di titanio in grado, a contatto con l’aria di neutralizzare le sostanze inquinanti derivanti dagli ossidi di azoto, quando la piastrella è esposta alla luce e viene bagnata dalla pioggia. Secondo l’azienda un tetto di 180mq è in grado di eliminare la stessa quantità di ossido di azoto che un auto produce percorrendo circa 18.000km. Auranox naturalmente comporta una maggiorazione di prezzo, anche se non siamo stati in grado di ottenere ancora informazioni sui prezzi da parte della MonierLifetile. Si dice che il progetto KB Home sia il primo negli Stati Uniti ad utilizzare un tale prodotto.
Altri prodotti simili sono disponibili anche in altri Paesi. Ad esempio, all’inizio di quest’anno, di cui abbiamo parlato di “Lifewall” da Ceracasa. Questo prodotto sostenibile per la facciata delle abitazioni è destinato ad essere utilizzato in combinazione con Bionictile, una piastrella in ceramica che reagisce con l’umidità e i raggi ultravioletti e cattura gli ossidi di azoto nell’aria. All’inizio di quest’anno, l’azienda Ceracasa ha lanciato il suo prodotto Lifewall, una piastrella vegetale viva, modulare a parete per applicazioni esterne composte in pannelli da un metro quadrato. Lifewall è stato progettato e attualmente commercializzato a livello globale da Emilio Llobat of Maqla Architects, Azahar Energy e Ceracasa. Lifewall utilizza un sistema di irrigazione a goccia d’acqua per rendere maggiormente efficiente l’utilizzo della preziosa risorsa ed è in grado di adattarsi ad una vasta gamma di impianti. La piastrella naturalmente è in grado di assorbire anidride carbonica dall’aria.
La piastrella Lifewall può essere abbinata con un altro prodotto chiamato Ceracasa Bionictile. Bionictile è una piastrella in ceramica per facciate che è disponibile nei colori bianco, avorio, tabacco, e grigio. Forse ancora più interessante, reagisce con l’umidità e raggi ultra violetti ad assorbire come Auranox, gli ossidi di azoto nell’aria. Un altro sistema modulare che vale veramente la pena tenere d’occhio.
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6 giugno 2011 alle 18:51
woow! sarebbe opportuno comunque raccogliere in qualche modo i nitrati dilavati, così da poterli impiegare per fertilizzare l’orticello di casa!
..o per evitare problemi di inquinamento: infatti i nitrati, normalmente in quantità minime in natura, seppur essenziali alla vita vegetale, portano a eutrofizzazione dei corpi idrici, e conseguente ipossia (e morte di ogni forma di vita animale).. è un pò come se le alghe presenti nei laghi si “ubriacassero” con la dose massiccia di nitrati che arriva, crescono a dismisura, muoiono e i batteri se le mangiano, si moltiplicano e (respirando) impoveriscono di ossigeno i laghi..
anche se forse se il tetto di una casa riuscisse a produrre così tanti nitrati da essere paragonabile all’inquinamento derivante dall’agricoltura, ci sarebbero ben altri problemi di cui preoccuparsi: ad esempio il livello di biossido di azoto atmosferico.. o forse è già così imponente nelle nostre città??? argh!!
25 luglio 2011 alle 15:23
Ciao Daniele,
ti segnalo una piccola imprecisione: la tecnologia Auranox è stato applicata anche in Italia da Monier Italia e il primo tetto in Auranox è a Bertinoro in Romagna mi sembra. Lo stanno ora applicando anche a edifici pubblici (in provincia di Brescia ce n’è già uno sopra una scuola) e ad edifici residenziali. Ero la pr di Monier fino all’anno scorso, per questo ti posso dire con certezza queste cose. Se vuoi maggiori informazioni, ti segnalo http://www.wierer.it!
26 luglio 2011 alle 04:32
Grazie Giovanna del tuo preziosissimo contributo! Difatti già è passato del tempo da quando è stato pubblicato l’articolo e in questi casi il vostro contributo di lettori (come professionisti e addetti al settore) è sempre molto utile e in grado di portare valore aggiunto al contenuto pubblicato.