Ecodesigner: Controprogetto e la Progettazione Partecipata. Strumenti e competenze verso il Social Design

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ecodesign

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Pubblicato il giorno 12 maggio 2008 - Nessun commento



   


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A cura di Dario Toso e Araceli de la Parra

Il Laboratorio e l’Associazione Controprogetto nascono nel 2003 all’interno della Stecca degli Artigiani, a Milano.
Controprogetto è un laboratorio di progettazione e sperimentazione, di partecipazione e di riqualificazione di materiali e risorse apparentemente inutilizzabili. Controprogetto si propone di fornire gli strumenti e le competenze a chiunque abbia voglia di costruire, a partire da materiali di recupero, oggetti da tenere per sé o da regalare.

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  • Araceli de la Parra: “Il Laboratorio Controprogetto nasce da un esperienza sociale e continua a mantenere un pensiero critico e progettuale sul mondo alla ricerca di percorsi innovativi ed alternativi in ogni ambito progettuale in cui si trova coinvolto”. Quale questa esperienza sociale? In quale contesto si svolge? In che modo sono i vostri percorsi innovativi ed alternativi e come scegliete l’ambito progettuale?

Controprogetto: Il Laboratorio Controprogetto è nato all’interno della esperienza di riqualificazione urbana partecipata della Stecca degli Artigiani, a Milano, un ex edificio industriale nel cuore di Milano, parzialmente ristrutturato dal comune negli anni 80 e demolito nel 2007 all’interno del progetto di trasformazione urbana dell’area Garibaldi Repubblica. La rete di associazioni, laboratori artigiani, artisti e comitati di quartiere proponeva una riqualificazione dell’edificio e la creazione di un centro polifunzionale di servizi. All’interno del progetto Controprogetto proponeva la creazione di un centro per l’artigianato, che fosse incubatore di impresa e centro di diffusione della cultura del fare.

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Controprogetto: All’interno dei laboratori di progettazione partecipata, la comunità di riferimento viene stimolata a ripensare creativamente lo spazio pubblico e le relative strutture di arredo urbano. Ai partecipanti vengono forniti stimoli provenienti dal mondo dell’arte, dell’architettura e del design, un percorso di analisi delle funzioni, dei vincoli e delle potenzialità dello spazio pubblico e un percorso creativo che porti al concept di strutture per l’arredo urbano dai forti contenuti simbolici e rappresentativi della comunità. Il progetto viene poi sviluppato dai designer e architetti di Controprogetto per essere presentato agli enti di riferimento del progetto. Una volta approvato, il progetto viene coordinato e realizzato dal laboratorio controprogetto.

I partecipanti al percorso di progettazione partecipata vengono invitati a visitare le strutture produttive per seguire tutte le fasi attraverso le quali il concept si trasforma in realtà. L’obiettivo di questo percorso è quello di stimolare la concezione dello spazio pubblico come spazio di tutti, parte integrante del tessuto e della vita sociale della comunità. Grande importanza nei nostri progetti ha la sostenibilità ambientale, per questo viene proposto l’utilizzo di materiali di recupero, di energie rinnovabili, la raccolta differenziata negli spazi pubblici, la mobilità sostenibile.

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  • Araceli de la Parra: In che modo siete organizzati? Altre discipline che coinvolgete nei vostri progetti? In che modo riuscite a ricavare fondi per queste attività? E anche un vostro ‘stipendio’ immagino? E come avviene il processo e la decisione per iniziare un nuovo progetto?

Controprogetto: I progetti nascono in collaborazione con enti e strutture che già operano all’interno del territorio con progetti di aggregazione e promozione culturale e sociale, soprattutto con ragazzi e bambini. In questo senso i nostri progetti cercano di inserirsi in maniera integrata all’interno del lavoro che viene svolto dalle strutture locali: se ad esempio ai ragazzi vengono proposti laboratori di fotografia e video, viene organizzata in maniera partecipata anche la documentazione dei lavori di progettazione, realizzazione e montaggio delle strutture. Controprogetto lavora direttamente con strutture comunali o in collaborazione con organizzazioni non governative per il finanziamento di progetti di cooperazione internazionale. Dove necessario vengono contattati direttamente sul territorio di riferimento sponsor e fornitori. I progetti nascono all’interno del network di partecipazione e promozione sociale di cui controprogetto fa parte e vengono proposti alle amministrazioni comunali, agli enti di riferimento del progetto e agli sponsor, partecipando a bandi o promuovendo direttamente il progetto.

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  • Araceli de la Parra: Con quale criterio scegliete i materiali da utilizzare? Finiture? Assemblaggio per i vostri progetti di arredo?

Controprogetto: La scelta dei materiali, come tutte le scelte relative alle strutture vengono effettuate all’interno dei laboratori. Controprogetto promuove il riuso di materiali di recupero. In ogni caso la scelta di materiali, finiture e assemblaggi è vincolata da norme relative alla sicurezza e al mantenimento delle strutture pubbliche. Dove possibile controprogetto cerca fornitori all’interno della zona o comunità di riferimento, promuovendo canali di recupero di materiali e risorse.

  • Araceli de la Parra: Voi avete una formazione accademica al politecnico di Milano in quale settore? E come vi ha aiutato a mettere in piedi questa attività o è la vostra esperienza autodidatta e di esplorazione e passione ad informare i vostri progetti?

Controprogetto: Controprogetto è uno studio di architetti e designer laureati al Politecnico di Milano. Il nostro percorso nasce da una profonda critica del sistema progettuale e sociale all’interno del quale siamo cresciuti. Da qui l’esigenza di una progettazione di spazi pubblici realmente integrata nel territorio e il percorso di ricerca nel campo della sostenibilità sociale e ambientale.

  • Araceli de la Parra: Quindi che ruoli e importanza possono ricoprire gli insegnamenti universitari e accademici per lo sviluppo di progetti innovativi come questi? Avete qualche confronto o paragone con l’estero?

Controprogetto: L’università è sicuramente un contesto sensibile alle trasformazioni sociali e culturali. Alcune cose sono cambiate da quando ci siamo laureati e una nuova sensibilità relativa alla sostenibilità trova maggiore ascolto e attenzione. È nostra intenzione collaborare con enti e strutture formative e portare il nostro contributo nel dibattito universitario su questi temi.

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Controprogetto: Giocare per crescere rappresenta la naturale evoluzione del primo progetto che ControProgetto ha realizzato nel 2003 portando un parco giochi in un piccolo comune montano in Kosovo, in collaborazione con la  Ong Asvi Italia. In quel caso la progettazione e la realizzazione sono avvenute in Italia, mentre l’assemblaggio è avvenuto coinvolgendo la comunità locale. Il modello progettuale è stato negli anni rielaborato integrando il percorso di progettazione partecipata ed è stato proposto a diverse Ong che operano in contesti di emergenza. Crediamo nella potenzialità dei nostri progetti di stimolare in maniera positiva il rapporto tra la comunità e il territorio, e nel valore del gioco nella crescita culturale e sociale dei bambini.

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  • Araceli de la Parra: Che ruolo ha per voi “l’uomo sociale” e che ruolo potrebbe o dovrebbe assumersi a fronte di una disgregazione sociale e di un individualismo sempre più imperante?

Controprogetto: Il rapporto tra individuo, comunità e territorio ha un ruolo centrale nel nostro lavoro. Pensiamo sia necessario restituire elementi simbolici e strutture pubbliche in grado di stimolare la socialità. Spazi pubblici abbandonati a se stessi e non vissuti rappresentano un grave sintomo della disgregazione sociale. Fornire luoghi di incontro e incentivare la cura delle strutture pubbliche tramite pratiche partecipative, costanti nel tempo e non limitate alla fase di progettazione, rappresenta l’obiettivo principale dei nostri progetti di spazi pubblici.

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  • Araceli de la Parra: Per i parchi e attrezzature costruite qual è stato il vostro processo progettuale? Percorsi di gioco, come inserite l’esperienza della natura in questi luoghi al aperto?

Controprogetto: La natura ha un ruolo importante nei nostri progetti, sia a livello di contesto che di contenuti progettuali. Esploriamo in senso ampio il concetto di gioco: per noi il gioco è fondamentalmente un’esperienza di esplorazione multisensoriale e apprendimento, non un semplice sfogo. In questo senso l’utilizzo di elementi naturali, come piante o rami, o di suoni, funzioni materiali inediti, ha un importante ruolo sia a livello di suggestioni e benessere psicologico degli utilizzatori che un importante veicolo di creatività sia in fase progettuale che nell’atto dell’utilizzo, da parte dei bambini come degli adulti.

  • Araceli de la Parra: Quale feed back avete ottenuto da questa iniziativa bottom up di sensibilizzazione?

Controprogetto: Al momento solo un area è stata realizzata e inaugurata, con esiti molto positivi nella sensibilizzazione alla cura delle strutture a disposizione della collettività. Gli adolescenti coinvolti nel progetto, normalmente i principali responsabili di gesti di vandalismo, sono ora i responsabili della manutenzione delle aree. Abbiamo riscontrato un alto livello di identificazione della comunità di riferimento con le strutture progettate. i continui feed back che vengono dati ai partecipanti al laboratorio, in ogni fase del progetto, dal concept alla manutenzione, permettono loro di sentirsi a tutti gli effetti i protagonisti dell’esperienza pubblica che si trovano a vivere e di sentirsi rappresentati.

Controprogetto: Crediamo nel contributo creativo allargato, non proteggiamo i nostri progetti con brevetti o copyright, la nostra esperienza si rinnova ogni volta nell’interazione con una nuova comunità. Stimoliamo l’auto-costruzione e il libero contributo nello spazio pubblico. I nostri progetti non mirano a creare monumenti ma a veicolare esperienze di partecipazione sociale

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Controprogetto: Attualmente stiamo progettando una piazza su cui si affaccia una scuola elementare insieme al consiglio comunale dei ragazzi di Gravellona Toce (VB) in collaborazione con Alekos Lab. Il progetto sta entrando nella sua fase esecutiva e si prevede un inaugurazione a settembre o ottobre 2008. a Settembre due di noi partiranno per Kampala, capitale dell’Uganda, dove realizzeremo, in collaborazione con due Ong Cesvi e ISP un parco giochi progettato insieme ai bambini e pensato per essere occasione di formazione professionale, per i giovani e gli adulti. Il progetto terminerà nel gennaio 2009. La nostra intenzione è quella di proseguire su questa strada, aumentando il numero di progetti gestibili contemporaneamente e ampliando le nostre strutture produttive, e di lavorare alla creazione e allo sviluppo di un network che lavori sui temi della partecipazione e della sostenibilità.

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