Corinto Ricci: Pioniere delle Energie Rinnovabili Ispirato ad un Monaco Benedettino

Scritto da Giordano Mancini - GenitronSviluppo.com in Energie rinnovabili, Green Economy, News, Storie

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Pubblicato il giorno 04 aprile 2014 - Nessun commento



   


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Intervista a Corinto Ricci, un pioniere delle rinnovabili in Italia che si è ispirato ad un vero precursore, quasi sconosciuto in Italia, un lungimirante frate che viveva in un piccolo convento in Svizzera: Padre Flurin.

Parliamo oggi dell’attività professionale del Dott. Corinto Ricci che si occupa di energie rinnovabili e di risparmio energetico dal 1996. Il Dott. Ricci è stato un pioniere del settore, in un momento in cui i flussi di energia erano dettati prevalentemente dalle logiche petrolifere. Attualmente il Dott. Ricci è socio ed Amministratore Unico della CSA di Cerro Al Volturno – Società Cooperativa Servizi Ambientali costituita da 4 soci e svolge attività di partnership con importanti aziende che operano nel settore.

Da dove è nata la sua passione/professione per le energie rinnovabili?

Corinto Ricci: Per ogni passione e professione che si svolge nella vita si suol dire che si aveva delle inclinazioni da bambini. In realtà, a dire il vero, sin da bambino ho avuto la fortuna di vivere in un ambiente incontaminato a Cerro al Volturno, un piccolo paesino dell’alto Molise, in provincia di Isernia. Ho avuto naturalmente questa sensibilità di pensare a preservare la natura perché sia incontaminata. La vera passione mi è nata nel 1994 quando, insieme ad altri miei due amici, siamo andati in Svizzera, nel cantone dei Grigioni, a visitare un monaco benedettino che viveva in un piccolo convento a Rumein in Val Lumnezia: si trattava di Padre Flurin Fidelis Maissen.

Quindi la sua esperienza in Svizzera è stata fondamentale per le sue scelte di vita. Cosa ci può raccontare di Padre Flurin?

Corinto Ricci: Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Padre Flurin nel 1985, all’età di 17 anni. Ero abbonato alla rivista “Genius” un mensile scientifico culturale edito dal Gruppo L’Espresso e nel numero 5 del febbraio 1985, trovai un articolo intitolato “La bolletta la pago a frate sole” in cui si parlava di un monaco abitante in Svizzera che adottava le tecnologie di sfruttamento dell’energia solare per alimentare il proprio piccolo convento a Rumein in Val Lumneiza: si trattava appunto di Padre Flurin Fidelin Maissen, appunto e all’ora aveva 78 anni. Ma a 17 anni era difficile convincere i miei genitori ad andare in Svizzera e dovettero così passare circa nove anni.

Solo nel 1994, una volta conseguita la Laurea in Fisica Elettronica e Cibernetica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, potei pensare a pianificare il viaggio. Grazie all’aiuto di alcuni amici e di un signore che conosceva il tedesco, intrapresi un rapporto epistolare con Padre Flurin. La posta all’epoca era quella tradizionale cartacea e ci volevano giorni o settimane prima di ricevere la lettera di risposta. Ma Padre Flurin rispose sempre puntualmente ad ogni mia missiva, precisando con cortesia che avrebbe preferito che io scrivessi in italiano: “in talian fuss stai mejer”, essendo lui un cultore del romancio, molto affine al nostro dialetto. Dopo alcuni contatti telefonici decisi di programmare un viaggio in Svizzera. Coinvolsi nel viaggio due miei cari amici: il Dott. Antonino Di Iorio, naturalista, e Padre Francis Vincent Tiso, PhD e sacerdote della diocesi di Isernia e Venafro, cultore – tra l’altro – di scienza e cultura tibetana.

Durante la visita ho toccato con mano gli impianti che Padre Flurin aveva realizzato ad uso del suo convento: solare termico, fotovoltaico, biogas ed anche una grande serra per produrre alimenti. Il monaco benedettino, inoltre, ci illustrò diverse tecniche e ci mostrò alcuni filmati su argomenti quali il motore stirling, la cella solare a biossido di titanio, le scoperte di Tesla, ed altro ancora. Questa appassionante esperienza mi è servita per accendere la “scintilla” del mio interesse nel campo in cui lavoro da lungo tempo: l’energia solare ed il risparmio di energia.

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Ha avuto la fortuna di collaborare con un vero pioniere, un precursore su argomenti che finalmente oggi interessano molte persone. Come ha avviato la sua attività?

Corinto Ricci: Si è vero, ho avuto la fortuna di conoscere un “guru” del settore, il caro Padre Flurin. Dal ritorno dalla Svizzera, vinsi una borsa di studio presso il Centro di Ricerche ENEA di Frascati vicino Roma. Oltre alle attività ed alle informazioni ricevute al dipartimento, nei ritagli di tempo attingevo alla biblioteca del centro, dove ho raccolto diversi articoli. Dopo un anno circa decisi di mettermi in proprio. Non avendo possibilità di investire denaro nel settore, né tantomeno di attingere da fondi bancari, credevo di poter trovare qualche mecenate appassionato di energia rinnovabile, ma si rivelò ben presto una pura illusione.

Pensai, quindi, di poter coinvolgere dei colleghi di università e qualche amico ingegnere già in parte addentro nella questione. L’idea di business che proposi era di rivalutare ed attualizzare la tecnologia del motore Stirling. Ma avevo anche altre idee, come il rifasamento elettrico di quadri industriali. Qualcuno era interessato, ma fu chiaro fin dalle prime riunioni che la partecipazione era troppo esigua. Alla fine mi trovai da solo. Decisi così di iniziare come libero professionista del settore delle rinnovabili iscrivendomi presso la Camera di Commercio di Isernia. Sintomatico di quanto fosse ancora poco diffusa la cultura inerente le energie rinnovabili, furono le difficoltà dell’impiegato della Camera di Commercio, che nemmeno riusciva ad identificare con quale codice mi doveva iscrivere.

Ha dovuto superare molte difficoltà? Il fatto di operare in un territorio “vergine” rispetto alle rinnovabili è stato un vantaggio e uno svantaggio?

Corinto Ricci: Dalle premesse capii subito che sarebbe stata dura. Partecipai a delle Fiere quale espositore ma facevo anche opera di propaganda porta a porta presso centri turistici cercando di vendere dei sistemi solari termici non vetrati in polipropilene. Andavo in giro, raccoglievo nominativi e cenni di interesse, ma nessuno mi firmava un contratto. Dopo circa 6 mesi finalmente riuscii a vendere i primi due pannelli solari termici. Intanto, per andare avanti, lavoravo anche come insegnante. Dopo un anno vendetti un impianto con pannelli in polipropilene di 120 metri quadrati! Pian piano ho “svoltato”, ma di difficoltà all’inizio ce ne sono state tante. Operare in un territorio “vergine” rispetto alle rinnovabili è stato uno svantaggio all’inizio in quanto mancava la cultura per le rinnovabili e c’era molta diffidenza. Poi la vera “spinta” per il decollo nel settore è arrivata nel 2003 e da lì è stato tutto un crescendo.

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Quale prevede che sarà il vero sviluppo del settore delle energie rinnovabili?

Corinto Ricci: E’ una domanda che richiederebbe una risposta articolata. Ma il succo della risposta è questo: per me il vero sviluppo dell’uso delle fonti di energia rinnovabile va di pari passo con l’aumento della consapevolezza sociale collettiva sull’uso dell’energia e sulla lotta agli sprechi. Tutto dipende dalla consapevolezza. L’energia non è qualcosa di economico e facile da produrre e che quindi si può sprecare, come ci hanno abituato a pensare negli ultimi decenni. L’energia fa parte della Vita e deve rientrare in un ciclo virtuoso.

Concludendo, dico si all’uso dell’energia rinnovabile purché rientri in una logica d’uso virtuoso, evitando sprechi e limitando le speculazioni finanziarie legate agli incentivi. Prevedo che nel tempo si assisterà ad uno sviluppo massiccio delle rinnovabili in un’ottica di bene (autoproduzione e autoconsumo) e non di merce (produrre per vendere).

La ringraziamo per l’intervista e le auguriamo di conseguire gli obiettivi che si è prefissato.

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Informazioni sull'autore: Giordano Mancini - GenitronSviluppo.com

53 anni, marchigiano. Un passato nei cantieri per la costruzione di centrali nucleari e di piattaforme petrolifere, ha poi accumulato una notevole esperienza nei processi produttivi di vari settori aziendali, come consulente e formatore sui temi dell’ambiente e dell’organizzazione. Impegnato altresì in associazioni e movimenti, in particolare il Movimento della Decrescita Felice ed i Gruppi di Acquisto Solidale, da anni tenta di contaminare i due mondi, quello delle imprese e quello delle persone che vogliono il cambiamento. Nel 2011 progetta Ponti di Fiducia quale strumento di contatto, conoscenza e contaminazione fra utenti consapevoli e imprenditori etici. Considera la presa di coscienza e il cambiamento degli imprenditori e il miglioramento dell’efficienza dei movimenti di volontariato, una delle chiavi di volta del miglioramento della vita delle persone.

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