Croazia Assilla: l’Italia è Ferma!

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Pubblicato il giorno 06 novembre 2014 - Nessun commento



   


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Il Sole 24 Ore

Il Senato riprova a bloccare l’estrazione di petrolio dai giacimenti italiani. Intanto lunedì a Zagabria il ministero croato dell’Economia (Ministarstvo Gospodarstva) ha aperto le offerte della gara bandita in aprile per assegnare 29 blocchi di fondale adriatico.

Sono state ricevute offerte di sei compagnie per ‘s bracci di mare. La firma dei contratti è attesa in primavera e poi cominceranno le trivellazioni a ridosso delle acque italiane. Zagabria non ha comunicato ancora i blocchi assegnati né le compagnie vincitrici, ma da indiscrezioni sembra che per investire sui 2,5 miliardi di dollari si siano fatte avanti (pare) Chevron, ExxonMobil, Shell, Total e forse anche compagnie petrolifere italiane. Maggiore interesse soprattutto (si dice) per i giacimenti di greggio di fronte a Molise e Puglia. Fra il Gargano e l’isola di Lagosta le acque croate attorno al roccione (ex italiano) di Pelagosa sono a vista d’occhio delle Tremiti e di Vieste. Ma punti ancora più addossati sono i giacimenti di gas fra Trieste e Monfalcone, dove le distanze fra le coste sono ridottissime, proprio là dove da una quindicina d’anni l’Italia ha vietato (a sé stessa) l’estrazione di 30 miliardi di metri cubi di metano per il timore che il loro sfruttamento possa far abbassare il sottosuolo sotto la cedevole Venezia, patrimonio dell’umanità e generatrice di incassi favolosi dal turismo.
Avverte la senatrice Simona Vicari, sottosegretaria allo Sviluppo economico :

«Il tema è per noi di assoluta rilevanza poiché i blocchi insistono nel mar Adriatico, e lo stiamo quindi seguendo da vicino».

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Vicari ricorda le iniziative petrolifere intraprese da tutti i Paesi rivieraschi (Croazia, Montenegro, Albania, Grecia):

«Non possiamo ignorare che i Paesi rivieraschi dell’Adriatico, e più in generale quelli Mediterranei, stiano agendo con decisione per valorizzare le risorse del sottosuolo marino, per incrementare la sicurezza energetica e diminuire i costi della dipendenza dall’esterno, e dobbiamo vigilare attentamente perché siano seguiti gli alti standard di sicurezza adottati dall’Unione europea e da tempo attuati dall’Italia. Stanti le ridotte distanze in gioco e la preziosità dei nostri mari, in un recente incontro a Zagabria abbiamo condiviso con i croati come la tutela dell’ambiente e la sicurezza siano i punti sui quali si deve necessariamente incardinare lo sviluppo economico offshore».

Secondo la sottosegretaria:

«il governo italiano sa bene che l’unico sviluppo economico possibile è quello ambientalmente sostenibile. Ed è quello che io riaffermo in tutti i colloqui bilaterali con gli altri Paesi. Il prossimo incontro Euromed che si terrà a Roma 19 novembre sarà un’importante occasione di approfondimento comune per i Paesi mediterranei».



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