Il made in Italy si fa largo nelle batterie organiche

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Il made in Italy si fa largo nelle batterie organiche

Pubblicato il giorno 09 ottobre 2015 - Nessun commento



   


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Il Sole 24 ore

La batteria del futuro, capace di risolvere i problemi di disponibilità, di economicità e di compatibilità ambientale, fa capolino all’insegna del Made in Italy. Con promesse suggestive: nessun materiale inquinante sostituito con composti organici e perfino con il familiare e innocuo rabarbaro, ricarica in appena un paio di minuti sostituendo semplicemente la materia che fa da carburante.

Si chiamano batterie organiche a flusso, stanno correndo velocemente dalla fase sperimentale al debutto commerciale entro un paio d’anni. Ma la vera buona notizia è che tutto ciò sta nascendo dalla collaborazione tra un’azienda italiana, la Green Energy Storage, insieme all’Università romana di Tor Vergata, alla fondazione Bruno Kessler di Tento e al nucleo tecnologico dei prestigiosi campus di Harvard.

Qualche limite il progetto per la verità c’è l’ha. Le batterie a flusso si basano su un’architettura che prevede la separazione tra il cuore della batteria e due serbatoi che contengono il materiale in grado di innescare la generazione della corrente. Gli ingombri, allo stato attuale della tecnologia, non possono essere minuscoli. Vietato, ad oggi, traguardare l’uso per i telefonini i nostri dispositivi elettronici mobili.

Il made in Italy si fa largo nelle batterie organiche

Ma le applicazioni sono comunque di portata planetaria. Innanzitutto negli accumuli per i sistemi di generazione e distribuzione dell’energia elettrica al servizio delle rinnovabili (che com’è noto hanno il loro principale limite proprio nella necessità di stoccaggio dell’energia prodotta in maniera necessariamente erratica e non modulabile). Ma anche con un successivo affinamento della tecnologia ipotizzabile già da oggi, quello dell’automobile elettrica. Ci sta lavorando innanzitutto la General Motors. Se funzionerà si potrà fare il pieno in un paio di minuti garantendo un’autonomia superiore ai 400 chilometri. A quel punto l’auto elettrica potrebbe addirittura spiazzare i motori a scoppio in mezzo mondo.

“Tempi rapidi” promette Salvatore Pinto, esperto manager delle tecnologie italiane delle telecomunicazioni e dell’energia, presidente nonchè fondatore di Green Energy Storage. Tant’è che in una conferenza stampa con i suoi partner annuncia un accordo esclusivo di licenza con Harvard University per lo sviluppo industriale e commerciale delle batterie organiche innanzitutto nei paesi della comunità europea.



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