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Il risultato? Un microchip che consuma un valore così basso di energia che può essere ricaricato con il calore del proprio corpo.
Immaginate le potenzialità delle applicazioni di un microchip come questo, alimentato dal calore del proprio corpo: dai pacemaker, ai telefoni cellulari ad alcuni sensori remoti. Il punto chiave è stato nella capacità del team di ridurre la tensione durante il funzionamento del dispositivo. Piuttosto che operare ad 1 Volt, il nuovo microchip opera a 0,3 Volt.
I ricercatori del MIT e Texas Instruments sono riusciti a progettare un nuovo microchip davvero innovativo e visto il suo ridotto consumo di energia, il nuovo microchip potrebbe trasformare telefoni cellulari e perfino computer palmari ad essere rivoluzionati in modo da poter utilizzare il calore del corpo. Anantha Chandrakasan che dirige il MIT Technology Microsystems Laboratories spiega che “Tutto deve riessere ri-progettato per essere compatibile con questi microchip a bassissima tensione di alimentazione”, oltre alla capacità di ottimizzare l’energia richiesta si tratta di ridurre al minimo le perdite dell’intero sistema.
Il prototipo innovativo del MIT per ora resterà in fase di sviluppo e ricerca ancora per 5 anni prima che il chip possa essere commercializzato e diventare disponibile ai costruttori. Sempre Anantha Chandrakasan spiega che l’obiettivo “Ora è quello di progettare il microchip in modo da ridurre al minimo la sua vulnerabilità alle variazioni di tensione che può essere soggetto.”
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Attualmente non ci sono commenti per Come ricaricare il cellulare con il calore del proprio corpo. Questo è lo scopo del nuovo microchip progettato dal team di ricercatori del MIT e TI, un innovativo sistema utilizzabile dai pacemaker ai palmari. Perchè non ne aggiungi uno?