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ULTIMA di Eugene Tsui, questo elevato edificio (o ecocittà) a forma di campana ed estremamente stabile grazie alla sua forma aerodinamica agisce come un organismo vivente con la sua atmosfera interna regolata da una ventilazione naturale e i sistemi di conversione di energia che vanno dall’eolico al fotovoltaico. Le pareti esterne sono realizzate in vetro strutturale e grazie ad un sistema di cavi in tensione l’intero edificio assorbe e dissipa facilmente le onde d’urto dei terremoti. L’efficienza energetica di ULTIMA progettata da Tsui è una regola e in tutti gli ambiti della costruzione la funzione di conservazione delle risorse energetiche ne fanno da base oltre ad utilizzare materiali da costruzione riciclati e compost per i servizi igienici oltre a sistemi di depurazione naturale delle acque.
Il grattacielo ULTIMA di Tsui in sostanza è più un ecosistema che un progetto architettonico. La struttura fornisce una base per un successivo e successivo sviluppo architettonico e costruttivo. La luce solare viene distribuita dal centro della struttura tramite un cavo con posizionati degli appositi specchi che riflettono la luce e la disperdono all’interno dell’immensa struttura di Ultima. Se costruita nei pressi di un lago Ultima ne utilizzerebbe l’acqua per il raffreddamento delle pareti e dei pavimenti, una parte di questa potrebbe essere riscaldata dai pannelli solari e lasciata cadere sulle pareti esterne per poi essere utilizzata nei vari livelli. Tutto i sistemi di raffreddamento e riscaldamento sono alimentati ad acqua, idrogeno o elettricità ma tutto regolato da piante ed alberi.
I requisiti ecologici sono quelli in grado di preservare la naturale bellezza della natura in cui ULTIMA è inserito infondendo alle aree di vita, di lavoro, di commercio e industria un giusto equilibrio trasmessi dalla presenza di luce naturale, aria pulita ed un panorama mozzafiato. Questa dilatazione crescente di popolazione e di immobili è devastante per il benessere del nostro ambiente naturale e noi stiamo sacrificando la salute e la superficie di questo ambiente con la mediocrità delle nostre architetture. Il proseguimento di questo processo porterà inevitabilmente ad una sorta di soffocamento psicologico e spirituale distruggendo l’ambiente naturale ad un ritmo allarmante. Così in ULTIMA si troveranno ampi giardini e cascate d’acqua pensando ad un progetto che possa diventare un estensione verso l’alto della terra per una struttura per il 50% ricoperta di vegetazione.
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