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Il progetto di Phu Hoang è stato proposto all’Architectural Association’s Environmental Tectonics 2007 mostrando alla seria concorrenza l’approccio innovativo del progetto No Man’s Land alla risoluzione di questo problema complesso. Mostrando inoltre le possibili soluzioni multidisciplinari fondamentali oggi per realizzare un’architettura sostenibile di ampio respiro, No Man’s Land così affronta questioni d’ambito politico, umanitario e naturalmente ambientale connessi tutti con l’approvvigionamento di acqua potabile per la regione.
In particolare No Man’s Land creerebbe un arcipelago artificiale che utilizza svariate tecnologie sostenibili al fine di essere una fonte di acqua dolce estraendo l’acqua dall’aria umida appena sopra il mare e desalinizzandola. Il gradiente di salinità viene così risolto da questi enormi stagni e vasche di depurazione per le acque, filtrandole in vari processi e progettando il complesso in modo da integrare il complesso ad un’estetica e ad una funzione maggiormente olistica. Il progetto di No Man’s Land comprende l’approvvigionamento di energia solare fornendo un sistema sufficientemente autonomo per coprire il fabbisogno della struttura e ulteriori entrate. Il progetto No Man’s Land inoltre cerca di affrontare anche di poter spostare l’approvvigionamento di acqua nella regione, fornendo in tal modo nuove condizioni per un cambiamento politico. Resta infine da porsi una domanda, come possono degli architetti partecipare a queste complesse dinamiche politiche e processi decisionali?
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Attualmente non ci sono commenti per No Man’s Land: Architettura Sostenibile per il Mar Morto. L’ambizione per l’approvvigionamento di acqua di Phu Hoang con il progetto che stimola nuove prospettive per reale sviluppo sostenibile. Perchè non ne aggiungi uno?