I nanotubi in carbonio, usati in molte applicazioni fra cui le nanotecnologie solari e i materiali adesivi sarebbero in grado di simulare un passo fondamentale del processo di fotosintesi. Molti credono che la fotosintesi artificiale potrebbe produrre idrogeno abbastanza a lungo termine da lanciare una “economia dell’idrogeno” in cui tutti i veicoli potrebbero funzionare a celle a combustibile a idrogeno. E come abbiamo già notato, un altro vantaggio della fotosintesi artificiale potrebbe essere quello di contribuire ad assorbire una buona parte delle emissioni di CO2 dall’atmosfera o come succede in natura, addirittura sintetizzare carboidrati per immagazzinare energia.
I chimici fino ad oggi hanno cercato invano di riprodurre il processo ma un passo fondamentale si è dimostrato impossibile da copiare. I fotoni infatti potendo contribuire solo con una limitata quantità di energia per realizzare la reazione chimica, in natura questa energia viene resa disponibile da una “tensione” di elettroni. Nessuno quindi finora è riuscito a rendere il processo artificiale cioè a creare un sistema di elettroni in tensione che potrebbe fornire l’energia necessaria per la fotosintesi artificiale.
La fotosintesi artificiale dovrebbe comprendere una molecola che funge da donatore, in grado di assorbire la luce visibile e rilasciare molti elettroni ed una molecola che funge da ricevitore in grado di accettare e immagazzinare tali elettroni. I sistemi esistenti possono donare e ricevere solo un elettrone alla volta. Il team di ricercatori cinese dell’Università di Qinhuangdao ha scoperto così la possibilità che offrirebbero i nanotubi di mimare il processo fotosintetico.
Un nanotubo di carbonio è in grado di accettare 1 elettrone per ogni 32 atomi di carbonio che contiene, così anche una breve serie di nanotubi può accettare molti elettroni, spiega Zhang, capo gruppo del team di scienziati. Il che significa che il nanotubo potrebbe rappresentare quella molecola ricevente fondamentale nel processo di fotosintesi artificiale. Anche se non ci sono note piccole molecole in grado di rilasciare un gran numero di elettroni dopo l’assorbimento di luce visibile, una classe di molecole chiamata phthalocyanines (PC) non rilascerebbe un singolo elettrone quando assorbe la luce. Il team di Zhang sta puntando a creare un piccolo strato di molecole PC attaccato ad uno strato di nanotubi in carbonio per creare un piccolo sistema di attivazione di elettroni. Il sistema funziona.
“Abbiamo deciso di creare questo sistema di nanotubi in carbonio per realizzare la fotosintesi artificiale inizialmente e semplicemente per convertire l’energia solare in elettricità”, spiega Zhang, ma egli ritiene che il nanosistema che realizzerebbe la fotosintesi artificiale potrebbe costituire una componente chiave in un modello di sintesi che converta la CO2 in carboidrati e da questo fatto la possibilità di aprire le porte verso un nuovo mondo.
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14 marzo 2012 alle 10:07
MA QUESTE TECNOLOGIE- COME POSSO OSSERVARE- SI PARLA SI PARLA MA I GOVERNI ( O CHI SOPRA DI LORO) PARE NON LE VOGLIANO- NON SI PARLA ASSOLUTAMENTE DI QUESTE COSE. ORMAI TANTISSIMA GENTE SA’ CHE ESISTONO FONTI ALTERNATIVE A COSTI BASSISSIMI O COSTO ZERO- MA I DELINQUENTI CHE CI GOVERNANO VOGLIONO ATTINGERE DALLE VECCHIE E INQUINANTISSEME FONTI- CON IMPOSIZIONE DITTATORIALE- I LORO EGOISTICI MILIARDI. CONSEGUENZA- LA DISTRUZIONE DELL’ESSERE UMANO E DELLA TERRA. E’ UN FATTO BEN VISIBILE! A QUESTO PUNTO: O IMMETTETE TUTTE LE TECNOLOGIE PULITE, O SARA’ LA FINE!