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La maggior parte delle materie plastiche sono basate sul petrolio. Una bioplastica, che consiste di un 100% di materie prime rinnovabili contribuisce a conservare questa risorsa. Limitare il suo utilizzo significa ridurre anche le emissioni di gas serra. I ricercatori così hanno ottimizzato la nuova materia prima composta da legno in modo che sia adatta a qualunque uso. I Giocattoli infatti devono infatti passare tutta una serie di test partendo dalle materie prime e qualunque cosa accada, è indispensabile che il materiale non liberi alcun ammorbidente o metallo pesante, che potrebbe mettere in pericolo i bambini.
L’Arboform ossia la nuova bioplastica in legno liquido proveniente dalla lignina offre il vantaggio di essere fatta al 100% con materie prime rinnovabili, più specificamente lignina ed è quindi né quindi da sostanze estratte dal petrolio o da amidi, oli vegetali o colture da zucchero. Ma che cosa è esattamente liquido di legno? L’industria della cellulosa in legno separa tre componenti principali: lignina, cellulosa ed emicellulosa. La lignina non viene utilizzata nella fabbricazione della carta, però i ricercatori possono mescolarla con fibra naturale di legno, canapa o lino e additivi naturali come la cera. Da questo, che si produce un granulato di plastica che può essere sciolto, iniettato o forgiato.
Parti di automobili già esistono in questa bioplastica, ma finora non si è mai adattata per i giocattoli. Per separare la lignina, nel settore della trasformazione venivano infatti utilizzata e aggiunta alla cellulosa sostanze solforose. Tuttavia i giocattoli per bambini non devono contenere questo zolfo, per una ragione anche molto semplice, il suo odore molto sgradevole. Ora gli scienziati sono stati in grado di ridurre il tenore di zolfo nel Arboform di circa il 90% e alcuni primi giocattoli natalizi sono stati prodotti in collaborazione con Schleich GmbH. Altri prodotti sono in fase di pianificazione, spiega Helmut Nagele di Tecnaro, la società che produce l’Arboform. Con l’aiuto di adeguati additivi gli scienziati della Tecnaro sono stati in grado di modificare la bioplastica in modo tale che potesse esso resistere a contatto con l’acqua e la saliva.
Per testare il valore dell’Arboform i ricercatori hanno prodotto i vari componenti, gli hanno spezzati in piccoli parti e gli hanno risciolti dieci volte in tutto. Nell’Arboform così riciclato non si è riscontrato alcun cambiamento nelle proprietà della bioplastica dal basso tenore di zolfo, dimostrando in questo modo la possibilità di essere riciclato più e più volte. Ora sarà molto interessante lo studio del bilancio energetico e del carbonio dei prodotti di questa bioplastica di Arboform. Se dovesse mostrare un saldo fortemente positivo, la bioplastica in legno liquido potrebbe diventare una risorsa sostenibile in grado di ridurre una notevole quantità di petrolio.
La lignina è utilizzata in tutto il mondo come materia prima o meglio biomassa disponibile per biocarburanti. La questione è ora anche se il legno liquido per la nuova bioplastica sarà in grado di competere economicamente dei prodotti in materiali compositi in fibra di carbonio, che sono attualmente in fase di studio.
[ Links utili e approfondimenti ]
9 aprile 2015 alle 14:10
credo che la lignina e legno liquido sia lo strumento per potere produrre il pelet combustibile con la pressatura delle pelletatrici,oltre alle altre cose importanti di qui tenere conto