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- Daniel Casarin: Il problema dell’inquinamento da eccesso di fertilizzanti e concimi è molto sentito nelle aree agricole, soprattutto nella pianura veneta. Dicono che sia una delle aree più inquinate del pianeta…
Matteo Villa – MicroLife: La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli, effettuata attraverso lo spandimento degli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e delle piccole aziende agroalimentari, è oggetto di una specifica regolamentazione volta a salvaguardare le acque sotterranee e superficiali dall’inquinamento causato, in primo luogo, dai nitrati presenti nei reflui. La direttiva comunitaria 91/676/CEE ha dettato i principi fondamentali a cui si è uniformata la successiva normativa nazionale, ovverosia il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e il decreto ministeriale 7 aprile 2006. L’Italia naturalmente è in grande ritardo. Infatti siamo in procedura di infrazione.
- Daniel Casarin: Quali sono le potenzialità di utilizzo dei microrganismi fotosintetici ossigenici ed anossici (le semplici alghe) nella depurazione dei reflui agricoli e zootecnici?
Matteo Villa – MicroLife: L’interesse ad utilizzare microrganismi fotosintetici risiede nella possibilità di ridurre i costi energetici della depurazione grazie allo sfruttamento dell’energia solare nel processo di fotosintesi microbica, il recupero della sostanza organica e dei macronutrienti contenuti nelle acque di scarico e la produzione di biomasse ad elevato contenuto lipidico e proteico utilizzabili per la produzione di biogas, biodiesel e bioidrogeno. I microrganismi fotosintetici si differenziano in due gruppi: batteri rossi e verdi in grado di svolgere la fotosintesi anossigenica in presenza di donatori di elettroni quali composti ridotti dello zolfo e composti organici e ciano batteri – o alghe verdi – azzurre – che svolgono la fotosintesi ossigenica con liberazione di ossigeno dalle molecole d’acqua.
- Daniel Casarin: Quali sono i progetti in materia che state portando avanti?
Matteo Villa – MicroLife: Con MicroLife stiamo presentando più progetti, sia con aziende private sia con la stessa Regione Veneto. Oramai è noto che questa è la via per trattare i nitrati. Dopo la puntata di Report dedicata proprio ai nitrati, abbiamo più richieste che offerta. Il progetto si chiama NITRO e prevede la realizzazione di sistemi microbici in grado di utilizzare la fotosintesi clorofilliana – aerobica e anaerobica – per la rimozione della frazione organica solubile (BOD) e macronutrienti come i nitrati che – per i microrganismi autotrofi – rappresentano la principale fonte azotata di accrescimento cellulare.
I batteri rossi riescono a metabolizzare quantità di sostanza organica (1500 -2500 ppm BOD) disciolta in reflui agro – industriali e zootecnici con efficienza superiore al 90% mentre i ciano batteri possono efficacemente rimuovere macronutrienti quali azoto e fosforo da acque reflue a valle di impianti di trattamento biologico (es. digestori anaerobici ) in un processo che porta alla produzione di biomasse in grado – tra l’altro – di assorbire 2,5 kg di CO2 / kg di biomassa microbica prodotta.
Le biomasse prodotte possono venire successivamente utilizzate in un processo di digestione anaerobica e/o – previa estrazione della componente lipidica – portare alla produzione di esteri metilici (biodiesel) o nel caso dei batteri rossi anaerobici, trasformare un’ elevata frazione della sostanza organica disciolta in idrogeno molecolare.
[ Links utili e approfondimenti ]
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