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Un rapporto recentemente pubblicato dall’Institute of Mechanical Engineers inglese suggerisce che grazie a dei grandi fotobioreattori, la produzione di alghe potrebbe essere integrata sulle pareti verticali degli edifici. L’obiettivo resta quello della produzione di biocarburanti e sequestrare CO2, aggiungendo un nuovo significato al termine “edificio verde”. Uno dei vantaggi dell’utilizzo dell’acquacoltura dove si coltivano le alghe per i biocarburanti è che risulta possibile utilizzare, come abbiamo già visto in precedenza acque reflue e acqua marina nei fotobioreattori, e qualsiasi eventuale perdita degli impianti il danno risulta per l’ambiente circostante relativamente innocuo. Le alghe come sappiamo hanno un tasso molto più elevato di produzione di olio da trasformare in biodiesel per ettaro (verticale questo caso) rispetto a soia o mais. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che le alghe sono in grado di catturare fino al 99% della CO2 introdotta nella soluzione liquida.
Attualmente i fotobioreattori sono molto più costosi per coltivare le alghe per biocarburanti rispetto ai tradizionali sistemi aperti a laghi, ma è proprio per questo che l’Institute of Mechanical Engineers intende cercare maggiori fondi per la ricerca. Considerando che gli stagni aperti per la coltivazione delle alghe per biocarburanti dovrebbero ricoprire vaste aree il nuovo sistema progettato potrebbe essere implementato in numerosi edifici della città. Ma il rapporto dell’Institute of Mechanical Engineers va oltre pensando ad una serie di soluzioni complesse alla problematica del riscaldamento terrestre e il cambiamento climatico. Partendo da una serie di idee si è arrivati quindi alla domanda: il futuro della tecnologia sostenibile può essere la coltivazione di alghe in verticale, l’utilizzo di alberi artificiali e tinteggiare i tetti di bianco per far riflettere la luce?
Il team dell’Institute of Mechanical Engineers vuole raccomandare ai governi il finanziamento della ricerca nell’ambito della geoingegneria e sui progetti che su grande scala potrebbero “correggere” i cambiamenti climatici. La relazione che si rivolge a politici ha lo scopo di ispirare gli ingegneri a sviluppare nuovi modi per ridurre le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera. Con la preoccupazione che cresce sul cambiamento climatico, abbiamo già analizzato tutta una serie di idee in ambito della geoingegneria che sono state proposte, compresa l’installazione nello spazio di specchi per riflettere la luce del sole o spargere particelle di zolfo nella stratosfera, che avrebbe anche un effetto di raffreddamento.
Tuttavia, nella sua analisi, l’Institution of Mechanical Engineers ha constatato che le più promettenti tecniche di geoingegneria si possono partire dalla terra. Il team sostiene che una manciata di tecnologie distribuite su larga scala, insieme ad altre strategie, potrebbe benissimo mitigare gli effetti del cambiamento climatico. In cima alla lista ci sono alberi artificiali, dispositivi meccanici in grado di assorbire l’anidride carbonica dall’aria più velocemente degli alberi in cellulosa e quindi stoccare il gas sottoterra. L’istituto si riferiva alla ricerca condotta dalla Columbia University e dal professor Klaus Lackner, che si sta occupando di come alcuni materiali potrebbero assorbire al meglio grandi quantità di CO2. Gli studi sono giunti ad un costo totale di 20.000 $ per albero compreso lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Da questa considerazione l’IME ha concluso che è l’approccio più pratico.
La coltivazione di alghe sugli edifici di cui abbiamo parlato sopra è l’altro settore più interessante della ricerca. Altre soluzioni riguardano un utilizzo massiccio di turbine eoliche e l’uso di tetti riflettenti per deviare i raggi del sole. Riducendo infatti la quantità di radiazione solare assorbita dal sistema climatico della terra si ha il potenziale di raffreddare il pianeta. Ciò può essere realizzato semplicemente rendendo le superfici più riflettenti in questo modo appunto si riduce l’effetto del riscaldamento dei raggi del sole che si ha sulla terra. Anche se questa opzione potrebbe non essere efficace come le altre due proposte, si ha comunque l’ulteriore vantaggio di ridurre le temperature nelle isole di calore create nelle città.
Risulta da una stima fatta negli USA sul risparmio energetico grazie all’utilizzo di tetti bianchi, che è possibile arrivare ad 1 miliardo di dollari l’anno netto sulla bolletta energetica (costi dovuti soprattutto al raffreddamento). I tetti riflettenti sono in grado di ridurre le temperature d’estate nelle aree urbane portando un miglioramento nella qualità dell’aria nelle città. L’effetto combinato di risparmio di energia e qualità dell’aria grazie ad un metodo così semplice si calcola possa far risparmiare più di 3 miliardi di dollari l’anno. E per gli abitanti delle città in tutto il mondo i risparmi sarebbero molti miliardi di dollari l’anno in meno.
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