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In un breve futuro è quindi facile immaginare l’introduzione di una tassa sulle emissioni di CO2, rende molto costoso il trasporto a petrolio. Questo limita l’uso delle auto e incentiva gli investimenti nel trasporto pubblico e in quelle tecnologie che permettono di viaggiare su veicoli ad energia rinnovabile, pensiamo all’auto elettrica e al concetto di auto 2.0. In un modo o nell’altro ci stiamo avvicinando al concetto di decrescita. Ma ora siamo ad un passo fondamentale dove l’energia deve fare i conti con l’efficienza. Di qui nasce il concetto di EROEI.
SIGNIFICATO DI EROEI
L’EROEI è la misura netta dell’energia. EROEI o EROI (Energy return on energy invested) misura quanta energia viene ricavata da un impianto nella sua vita media rispetto a quella impiegata per costruirlo e mantenerlo. Oppure anche: il ritorno energetico che si ottiene da ogni unità di energia spesa in una data fonte energetica. La formula per sintetizzarla è EROEI = Energia ricavata/Energia spesa. E’ un dato oggi fondamentale che se scende sotto due determina la morte di quella fonte. Per questo l’EROEI sta diventando la misura chiave per il nostro futuro.
E’ il ritorno in termini di energia netta prodotta da ogni fonte. In pratica, per ogni unità energia spesa negli investimenti (traducendo in energia lavoro, macchinari, impianti, manufatti, trivellazioni, servizi, ecc.) si calcola quanto quella fonte rende. EROEI bassi come quelli attuali per parte delle fonti energetiche rinnovabili implica il rischio che la grande transizione energetica possa risolversi in una grande crisi energetica globale a bassa produttività. E che quote del lavoro umano (e quindi del PIL globale) debbano essere spostate dalla produzione di beni finali alla mera ricostituzione di una produzione energetica meno efficiente. Secondo gli esperti, una società senza petrolio facile, ad EROEI sempre più bassi, sarebbe esposta a crisi economiche ricorrenti, sarebbe più povera di media e comunque dovrà bilanciare l’EROEI con maggiore efficienza energetica, quindi risparmio energetico.
Un antidoto alla crisi da EROEI più basso viene dall’innovazione e facciamo un esempio tutto italiano del nostro Kitegen di Massimo Ippolito: la “turbina eolica” sospesa in grado di sfruttare i venti ad alta quota, più potenti e costanti di quelli catturati dalle turbine a bassa quota. Ippolito è riuscito a stimare che il suo Kitegen è in grado di raggiungere un EROEI anche più elevato del primo petrolio USA anni 30, ossia, da cento o trecento volte l’energia necessaria su trent’anni, alla produzione e gestione del suo sistema ad aquiloni.
EROEI: CAMBIAMENTO DI SCENARIO
Attualmente l’EROEI più interessante si trova laddove si stanno creando tecnologie fortemente innovative e a basso costo come pannelli fotovoltaici sempre più efficienti, ma tuttavia resta ancora basso. Oggi il sistema-mondo funziona grazie all’EROEI ancora legato alle fonti fossili. Petrolio, gas e carbone. Non solo: sono fonti “veloci”. Per ammortizzare in termini energetici un pannello fotovoltaico attuale sono necessari oltre 10 anni, ma gas, petrolio e carbone forniscono subito il loro ritorno energetico. Per questo la transizione alla nuove energia ha bisogno vitale di EROEI più alti. A meno di un progressivo impoverimento globale. Ma vi sono frontiere promettenti: fotovoltaico avanzato, sistemi di stoccaggio energetici e la microelettronica che migliorerà il risparmio energetico e l’efficienza.
La tesi di Konrad, basata sugli studi di Charles Hall (docente di ecologie dei sistemi alla New York University, capofila tra coloro che studiano l’EROEI e che hanno coniato il termine di “Economia biofisica” o persino “Economia termodinamica”) e della scuola nascente, è che sarà l’efficienza energetica l’ingrediente chiave per evitare il collasso energetico (secondo l’IEA, per soddisfare la domanda fino ai previsti 6 miliardi di umani, fino al 2050, ai ritmi attuali di consumi procapite dei paesi ricchi, bisognerebbe costruire l’equivalente di una centrale nucleare da un gigawatt al giorno). Ma l’efficienza energetica può essere la variabile in grado di stemperare e rendere più agevole la grande transizione. Come ricorda Gunter Pauli: “Serve un nuovo modello d’impresa per vedere le aziende come un sistema economico aperto e un progetto ecologico chiuso”.
[ Links utili e approfondimenti ]
21 gennaio 2010 alle 08:37
http://scaloni.it/popinga/giorgio-turchetti-le-prospettive-dellenergia-nucleare/