ZEMA: il Monouso che Ama la Terra

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Green Business Italia, News, Storie

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Pubblicato il giorno 01 agosto 2012 - Nessun commento



   


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Per la nostra sezione interviste abbiamo voluto raccontarvi di Zema, azienda che produce e distribuisce prodotti di qualità per la casa. Ciò che ci ha incuriosito di questa azienda è il fatto che dopo anni e anni, con un’attività già molto produttiva, Zema abbia deciso di spostare la sua attenzione verso una prospettiva green, iniziando ad usare materiali biodegradabili e compostabili.

Zema così ha iniziato a progettare nuovi prodotti secondo i canoni dell’ecodesign e utilizzando energia ricavata da fonti rinnovabili. Ci siamo chiesti allora che cosa spinge un’azienda come questa a rimettersi in gioco e a cambiare la sua filosofia dedicandosi con impegno alla sostenibilità ambientale.

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Daniel Casarin: Zema ha una storia aziendale lunga un secolo. Ci vuoi riassumere in poche righe le pietre miliari fino ad oggi?

Armido Marana: Da quasi un secolo produciamo e distribuiamo prodotti di qualità per la casa. Nei primi anni dopo la fondazione, all’inizio del 900, producevamo grandi pinze in legno per l’industria della concia, molto sviluppata in zona. Da qui deriva il nostro nome e l’attuale ragione sociale registrata nel 1941. Ben presto siamo passati a produrre pinze ferma biancheria in legno ad uso domestico. Durante gli anni ’60 abbiamo iniziato ad affiancare ai macchinari per la lavorazione del legno le prime presse per lo stampaggio di termoplastici e siamo stati tra i primi al mondo a realizzare una molletta ferma biancheria in plastica. Contemporaneamente abbiamo iniziato ad automatizzare il processo produttivo, spesso con macchine ideate e realizzate al nostro interno. È in quegli anni che la fabbrica cambia radicalmente assumendo la struttura di una moderna industria. nel 2005 abbiamo finalmente creato EcoZema, prodotti per catering monouso biodegradabili e compostabili realizzati con biopolimeri o con fibre vegetali. Le posate EcoZema sono state le prime al mondo ad ottenere la certificazione OK-Compost.

Daniel Casarin: Nel 2000 Zema inizia la sperimentazione con i biopolimeri. Ora esiste Zema, EcoZema, GardenZema, ReZema… tutti prodotti basati su biopolimeri e plastiche riciclate. Cos’è cambiato nel settore in questi ultimi 12 anni?

Armido Marana: Il nostro mercato di riferimento era la Grande distribuzione, che si è fortemente concentrata, perdendo la capacità di saper riconoscere le innovazioni quando proposte da piccole aziende, da qui la necessità di trovare altri mercati di riferimento. Nelle bioplastiche è in atto un processo di innovazione iniziato negli anni 90 che propone continuamente nuove soluzioni a problemi di processo e di funzionalità. In 10 anni i prezzi sono scesi grazie all’aumento dei volumi e alla maggior stabilità delle materie prime.

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Daniel Casarin: EcoZema è la linea di prodotti monouso biodegradabili e compostabili, realizzati con materiali derivanti da fonti rinnovabili. EcoZema è la punta dell’azienda che continua a stupire grazie ai suoi interventi ad eventi globali come la fornitura alle prossime olimpiadi di Londra. Cosa significa per voi sostenibilità ambientale? Come è possibile applicare questo concetto alla crescita aziendale?

Armido Marana: Viviamo in un mondo che ha dei confini e che inesorabilmente non potrà sostenere i nostri trend di consumo, come li abbiamo vissuti finora. Bisogna imparare a produrre e consumare in modo consapevole. Una delle tante possibilità è trovare delle soluzioni che vadano in questa direzione. Noi usiamo fonti facilmente rinnovabili, e il prodotto, dopo 90 gg dal suo utilizzo, rientra nel ciclo naturale senza maggiori costi da lasciare a chi ci segue.

Daniel Casarin: Respect, reduce, recycle, re-think, re-design è una filosofia aziendale che si spinge verso il CradleToCradle. Quanto conta la ricerca nel vostro settore e come “fa ricerca” Zema?

Armido Marana: Noi siamo una piccola azienda che affonda le sue radici in un passato in cui questi valori erano spontanei e naturali, per cui non abbiamo dovuto modificare nulla della nostra filosofia;  per quanto riguarda la ricerca, abbiamo messo in rete molte competenze che condividono i nostri obiettivi, e tutti contribuiamo al loro raggiungimento.

Daniel Casarin: Come viene percepito il valore aggiunto dei vostri prodotti rispetto all’utilizzo di materiali plastici in un grande evento come può essere una fiera?

Armido Marana: Gli aspetti fondamentali sono :

  • L’uso di materie prime rinnovabili
  • Il fine vita in compostaggio

L’uso dei nostri prodotti fa comprendere  ai visitatori che ci si sta sforzando di diminuire l’impatto ambientale che è sempre più percepito come un grosso problema, per cui tutti gli sforzi in tal senso fanno accettare anche il piccolo costo in più.

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Daniel Casarin: Durante alcune analisi di mercato e ricerca sul campo, abbiamo notato come molti prodotti di consumo in materiale riciclato sono ancora percepiti spesso dall’utente finale come eccessivamente costosi rispetto alla plastica. Com’è possibile abbattere questo break-even ed ottenere una reale sostituzione della plastica ai biopolimeri?

Armido Marana: Vorrei precisare che non è corretto definire i nostri prodotti realizzati in materiale riciclato. Si tratta di materie prime  rinnovabili che finiranno in compostaggio. Il Materiale riciclato (RE-ZEMA) costa meno ed è plastica che ha già vissuto uno o più cicli di vita. I prodotti realizzati in biopolimeri, oggi costano di più essenzialmente perché le materie prime di base costano di più, e i volumi realizzati non sono ancora tali da consentire un corretto assorbimento dei costi fissi. Tendenzialmente il costo dovrebbe diminuire in un prossimo futuro per assestarsi a livelli più bassi di quelli attuali.

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Daniel Casarin: Torniamo alla vostra storia aziendale davvero affascinante. Secondo la lunga esperienza aziendale che avete coltivato, è davvero difficile fare “green-made in Italy”? Puoi dare qualche suggerimento alle nuove imprese che come voi vogliono fare vera eccellenza e sono ancora in fase di start-up?

Armido Marana: L’Italia è un paese strano: siamo considerati leader mondiali nel settore delle bioplastiche (terzo settore per investimenti in Europa) , abbiamo le migliori leggi per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti, ma non riusciamo a fare adeguati controlli e il personale delle Pubbliche Amministrazioni  non è sempre all’altezza di poter giudicare correttamente le norme.  Invece di incentivare lo sviluppo in questo settore strategico per il futuro del Paese, lo ingessiamo con leggi che tentano di tutelare  aziende e settori ormai morti (vedi recente legge sugli shopper). Suggerimenti non è facile darli, direi che ci vuole fantasia e conoscenza delle nuove norme europee che tutelano l’ambiente e la responsabilità sociale delle imprese. Questi saranno, secondo me, due vie importanti per lo sviluppo di nuove aziende.

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Armido Marana - Amministratore delegato Zema



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