Il Riscaldamento Globale rende il Cibo meno Nutriente?

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Potrebbe essere solo una questione di tempo prima che i cambiamenti climatici abbiano un impatto sulla nutrizione.

— William Persson, Glendale, OH
E’ vero che il riscaldamento globale sta rendendo i nostri raccolti meno nutrienti?

E’ difficile dire se il cambiamento climatico che stiamo vivendo è un impatto negativo sulla qualità nutrizionale del nostro cibo o no, i ricercatori avvertono che potrebbe essere solo una questione di tempo.

“L’umanità sta conducendo un esperimento globale alterando rapidamente le condizioni ambientali sull’unico pianeta abitabile che conosciamo”

Racconta Samuel Myers, un ricercatore presso la Harvard School of Public Health.

All’inizio di quest’anno, Myers e i suoi colleghi hanno pubblicato i risultati di uno studio di sei anni che esamina il contenuto nutrizionale delle colture esposte a livelli di biossido di carbonio atmosferico (CO2) che si prevede esista dalla metà del secolo. Le conclusioni sono state davvero preoccupanti. Essi hanno scoperto che in chicchi di grano, le concentrazioni di zinco sono diminuite del 9,3 per cento e alcune concentrazioni di ferro sono diminuite del 5,1 per cento tra i sette siti di colture diverse (in Australia, Giappone e Stati Uniti), utilizzati nello studio. I ricercatori hanno anche osservato i livelli di proteina ridotti in chicchi di grano e di riso che crescono in un ambiente di ricco di CO2.

Secondo Myers, i risultati-pubblicati nel giugno 2014 sulla rivista Peer-Reviewed Journal Nature sono particolarmente preoccupanti se si considera che due o tre miliardi di persone in tutto il mondo, che dipendono dal grano e riso per la maggior parte del loro ferro e zinco già potrebbe non essere abbastanza per questi nutrienti essenziali. La carenza di zinco, che può esacerbare la polmonite, la malaria e altri problemi di salute, è già collegato a circa 800.000 morti ogni anno tra i bambini sotto i cinque anni. Nel frattempo, la carenza di ferro è la causa principale di anemia, una condizione che contribuisce una su cinque morti materne in tutto il mondo.

Myers e società, non sono gli unici preoccupati per il riscaldamento globale e le perdite di nutrienti. Un altro recente studio condotto dal biologo matematico Irakli Loladze ha analizzato i dati di migliaia di “esperimenti di arricchimento di CO2″ a 130 specie diverse di piante alimentari e ha scoperto che l’aumento di CO2 riduce i minerale complessivi (nutrienti) contenuti su tutta la linea.

“Le persone non hanno bisogno di grandi quantità di manganese e potassio che ricevono da piante, ma ne necessitano solo di un po’”, commenta David Berreby su BigThink.com in risposta alle scoperte di Loladze. “E per miliardi di persone, le piante ne sono la loro unica fonte.”

Berreby è anche infastidito da un’ altra delle conclusioni di Loladze, che i livelli più elevati di CO2 stimolano gli aumenti di amidi e zuccheri nelle stesse piante che perdono contenuto minerale.

“In altre parole, con aumenti di anidride carbonica atmosferica, le preziose sostanze nutritive in queste colture alimentari sono scarse, e i carboidrati sono più abbondanti, in effetti, i nutrienti sono diluiti”

Questo si sincronizza con la ricerca dalla University of California a Davis, che stima che l’ammontare complessivo di proteine che otteniamo dalle nostre piante alimentari diminuirà del  3% nei prossimi decenni.

Emissioni di CO2

Ridurre drasticamente le emissioni di CO2 sarebbe il modo migliore per scongiurare le perdite di nutrienti nelle nostre coltivazioni, abbiamo alcune altre opzioni nel caso in cui non si agisca insieme, per quanto riguarda il consumo di combustibili fossili. Myers suggerisce che gli allevatori e gli ingegneri genetici potrebbero sviluppare nuovi ceppi di colture destinate a essere meno sensibili ai livelli di CO2 in atmosfera e / o superiori al contenuto di minerali, per cominciare. Indipendentemente da ciò, aumentando la quantità di frutta e verdura nella nostra dieta, forse più facile a dirsi che a farsi, può essere più importante che mai nel nostro mondo ad alta intensità di carbonio.