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Un documento programmatico per dare impulso alla produzione di biometano da matrici organiche e per raggiungere il target di 8,5 miliardi di metri cubi di gas naturale da fonti non fossili entro il 2030, moltiplicando di una volta e mezza la capacità produttiva del nostro paese. Con queste finalità il 9 novembre verrà presentata in occasione di Ecomondo, alla Fiera di Rimini, la Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, con il coordinamento di CIB e CIC.
Otre CIB, Consorzio Italiano Biogas, e CIC, Consorzio Italiano Compostatori, alla Piattaforma prenderanno anche parte Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia. Per la prima volta sul fronte del biometano verrà avviato un impegno congiunto con le rappresentanze del mondo agricolo, delle imprese del riciclo organico, dell’industria del gas e delle utilities, alle associazioni ambientaliste.I sottoprodotti agricoli e rifiuti organici: sono queste le materie prime per ottenere il biometano, il carburante del futuro a zero emissioni. Un giacimento accessibile di energia pulita per rendere sostenibili i trasporti e il settore agricolo e promuovere il greening della rete del gas, secondo i principi dell’economia circolare.
Il biometano si ottiene da biomasse agro-industriali, quali sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici, colture di integrazione che non competono con la produzione alimentare e foraggera, dalla frazione organica dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. In Italia sono operativi più di 1500 impianti di biogas, dei quali circa 1200 in ambito agricolo, con una potenza elettrica installata di circa 1.200 MW, equivalente a una produzione potenziale di biometano pari a 2,4 miliardi di metri cubi l’anno. L’Italia risulta il secondo produttore di biogas europeo, dopo la Germania, e il quarto produttore mondiale dopo Cina, Germania e Stati Uniti. Potenzialmente il nostro Paese potrebbe produrre fino a 8,5 miliardi di metri cubi di biometano, pari a circa il 12-13% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale.
Il biometano non solo è strategico per il sistema energetico nazionale, in chiave di riduzione delle importazioni dall’estero, ma lo è anche per il raggiungimento degli obiettivi di “de-carbonizzazione” fissati durante la COP21 di Parigi e ratificati in questi giorni dal Senato, poiché favorisce una transizione verso un’economia, un sistema dei trasporti e un’agricoltura con minori emissioni, quindi più sostenibili e fondati sulla circolarità e il riutilizzo delle risorse. La filiera del biogas-biometano risulta inoltre il settore a maggiore intensità occupazionale tra le rinnovabili con 6,7 addetti per MW installato e ha già favorito la creazione di oltre 12 mila posti di lavoro stabili e specializzati.
Attualmente sono presenti in Italia solo 7 impianti di upgrading a fronte di 1500 impianti a biogas. La normativa nazionale risulta ancora priva di alcuni punti regolamentari necessari. Uno degli ultimi step mancanti, tuttavia, la pubblicazione delle procedure applicative per l’immissione in rete da parte del GSE, è stato da poco raggiunto. La Piattaforma Tecnologica promossa a Ecomondo intende mostrare in concreto che le imprese private sono pronte a investire, sono in grado di fare rete e sono disponibili a dialogare con le istituzioni per superare i tasselli burocratici e regolamentari attualmente mancanti. L’obiettivo è far partire i nuovi progetti ed esprimere tutto il potenziale nel futuro greening delle attività produttive, della rete gas e della mobilità.
31 marzo 2017 alle 08:46
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