Bioenergetic Landscapes: La Progettazione del Giardino Terapeutico Bioenergetico

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Bioarchitettura

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Pubblicato il giorno 22 settembre 2009 - Nessun commento



   


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di Marco Nieri

Bioenergetic Landscapes: La progettazione del giardino terapeutico, dalla collana “Teorie e Tecnologie per il benessere”, edito da Sistemi Editoriali-Esselibri Simone.  Quando a metà degli anni ’80 incominciai a lavorare come ecodesigner occupandomi di progetti di interni, non avrei mai pensato che le mie convinzioni in questo settore mi avrebbero sospinto così oltre a quei miei primi interessi, condivisi allora con poche persone tanto idealiste quanto convinte.

Il mio desiderio di approfondire temi ancora poco noti, perlomeno in Italia, come l’ecologia del costruire e dell’abitare e quello della sostenibilità ambientale, mi spinse ad un atteggiamento di apertura a 360° verso tutto ciò che era possibile racimolare a livello di letture, corsi e frequentazioni dirette con i più noti esperti. Forse perché praticante di alcune discipline molto legate alla consapevolezza sulla propria salute, come lo Yoga, la meditazione ed il Tai Chi, fui attratto da alcune giovani conoscenze che mettevano in relazione anche il nostro benessere con l’ambiente ed il luogo dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, la casa.

Mi interessai così di Cronobiologia e di Geobiologia, disciplina questa che trovavo misteriosa ed intrigante. Frequentando in Europa varie realtà di divulgazione di questa materia attraverso vari seminari, tentai sinceramente di applicare le conoscenze che andavo acquisendo per aiutare amici e persone interessate, anche all’interno dei miei lavori. Nel giro di qualche anno e dopo esperienze incerte però mi ritrovai piuttosto disorientato, perché qualcosa non mi tornava. Cercando di cogliere coerenza e oggettività tra le molte informazioni che recepivo, ad un certo punto tutto mi sembrava non stare letteralmente in piedi, i ciarlatani sembravano trovare in questi argomenti alimento per il loro ego, tanto che qualunque personaggio con un poco più di convinzione di altri mi pareva potesse presentarsi su un palco ad inventarsi metodi e risultati molto personali, ma evanescenti. Una sorta di cupezza, di facile esoterismo da fine settimana e di credulità spicciola intorno a me cominciava veramente ad infastidirmi.

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Nel 1994 conobbi in Italia Walter Kunnen (documento PDF), un impareggiabile ricercatore a cui devo molto di quello che di solido ho imparato, il quale mi sorprese con le sue scoperte nel campo dell’elettromagnetismo e dello studio dell’influenza della Biosfera sugli esseri viventi. Ascoltandolo fui colto da migliaia di dubbi, domande e da una notevole spiazzamento culturale, visto che gran parte di quello che avevo ascoltato precedentemente un po’ ovunque crollava come un castello di sabbia. Da lui ho avuto molte spiegazioni ma non altrettante risposte. Del resto ho potuto comprendere più tardi, nel tempo, il valore di uno stimolo alla ricerca ed alla riflessione piuttosto che quello di una dottrina confezionata. E certamente questo non è argomento basato su certezze inossidabili. Tuttavia lo stimolo c’è stato, e di notevole entità. Studiare l’elettromagnetismo naturale ed artificiale e la sua interazione con gli esseri viventi in modo così poco “convenzionale” e fuori da ogni schema riconosciuto non è stato facile, né lo sarà ancora a lungo, ma di sicuro il viaggio è affascinante.

Il mio antico amore per la natura non poteva non farsi sentire, e ben presto cominciai a mettere in pratica le mie capacità di misura e di valutazione acquisite, applicandomi al mondo vegetale. L’idea mi venne in occasione di una visita ad un chiostro medioevale, dove fui colpito dalla presenza di piante disposte secondo una certa geometria e dal piacevole senso di benessere che ne ricavai. Le esperienze in Archeologia bioenergetica affrontate insieme a Walter mi fecero riflettere incoraggiandomi a studiare la possibile relazione tra le condizioni energetiche- o elettromagnetiche- della nostra Biosfera e le piante, soprattutto gli alberi, e se questo potesse produrre risultati utili per la nostra salute. La base culturale di questo approccio si basa su conoscenze antiche di cui in gran parte si è perduta la traccia; di altre è stato possibile solo raccoglierne i lembi per tentare di ricostruire una loro logica coerenza. Di fatto mi resi conto che non c’è molta differenza tra studiare le relazioni energetiche che un tempo hanno permesso agli antichi costruttori di gonfiare di forza vitale un Tempio greco o un’antica Cattedrale, e identificare le condizioni elettromagnetiche che sono capaci di generare un giardino dalle proprietà terapeutiche. Alcuni anni di studio e di osservazione, ed infine le prime sperimentazioni, poi verificate dallo stesso Kunnen e da medici con apparecchiature di biorisonanza, oltre alle numerosissime testimonianze di persone che anche senza saperlo si trovavano a stazionare in luoghi benefici appositamente ricreati, e che spontaneamente esprimevano la loro gradita approvazione.

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Ho chiamato “BIOENERGETIC LANDSCAPES” la tecnica che negli anni ho messo a punto con un approccio multidisciplinare per realizzare questi particolari giardini terapeutici, che la carta stampata ha cominciato a definire “giardini bioenergetici”. Leggere questo libro permetterà a chiunque di comprendere quali siano i presupposti che consentono di realizzare questi spazi verdi, grandi o piccoli che siano, all’esterno come talvolta all’interno. In questi giardini possiamo utilizzare alberi e piante di cui sappiamo misurare la reale influenza energetica sui vari organi del corpo umano, riuscendo poi ad individuare punti speciali dove collocarli per attivare una particolare reazione tra questi e l’elettromagnetismo naturale del luogo. In questo modo otteniamo risultati sorprendenti: le piante utilizzate possono modificare localmente le caratteristiche elettromagnetiche della Biosfera in grado di influire sul nostro organismo, generando aree benefiche che diffondono i loro particolari benefici fino a decine di metri di distanza. Questa è sicuramente una vera rivoluzione nella consapevolezza del nostro rapporto con la natura, che si spinge oltre all’effetto psichico, emozionale e sensoriale ricercato negli “Healing Gardens” per toccare aspetti più legati alla biologia ed alla bioenergetica: una innovazione verde che attende solo di essere compresa anche a livello scientifico.

Ci si renderà però conto che per operare in questo modo non basta conoscere la teoria: purtroppo, o per fortuna se la consideriamo una opportunità, occorre apprendere un metodo di misurazione che si basa su uno strumento biofisico, semplice ma assolutamente prezioso, chiamato “Antenna Lecher”. Il suo uso non è immediato, e richiede molto allenamento. Per questo, come io ho fatto negli anni scorsi, e come prima di me hanno fatto altri, è necessario seguire una formazione ed esercitarsi con continuità. Ma posso garantire che la costanza porterà a splendidi frutti , e nessuno si pentirà mai di avere intrapreso questo percorso. Oggi i giardini bioenergetici si stanno moltiplicando e con piacere desidero diffondere la mia tecnica. Per questo il mio studio è anche la sede del “BIOENERGETIC LANDSCAPES LABORATORY”, dove rivolgersi per seminari e formazione. Ma il vero laboratorio, per noi, sono i boschi ed i parchi cittadini.

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La tipologia di questo libro è molto rara e preziosa. Ci troviamo infatti di fronte a qualcosa di inedito, una tecnica completamente nuova che unisce le esperienze precedenti in una sintesi e una proposta operativa riconducibile, ad oggi, esclusivamente all’Autore, il quale ha il grande merito di aver approfondito sul campo la ricerca ed essere arrivato a sviluppare un metodo di lavoro che ora è a disposizione degli altri ricercatori.

Conosco il lavoro di Marco Nieri da decenni, l’ho seguito nel corso della sua evoluzione, l’ho visto avvicinarsi a quel punto della ricerca in cui ci si trova di fronte a un bivio: da una parte il lavoro “sicuro”, la strada già percorsa, interessante, stimolante, comunque all’avanguardia rispetto al panorama degli altri operatori; dall’altra, la costruzione di un sentiero completamente nuovo e personale, la possibilità di usare tutte le conoscenze maturate negli anni per aprire un nuovo orizzonte, indicare una possibile via che nessuno aveva ancora tracciato e iniziare a percorrerla, lentamente, con estrema circospezione, dotandosi nel frattempo di tutti gli strumenti che la ricerca scientifica contemporanea mette a disposizione, valutando, sperimentando, osando.

Devo confessare che quando ho visto Nieri, col suo modo di fare pacato e sorridente, iniziare a percorrere quel sentiero solitario e non battuto, accumulando esperienza, progetti, metodologie operative che sono, letteralmente, uniche al mondo, ho pensato immediatamente di chiedergli di riunire in un libro il metodo che andava via via sperimentando. Credo di averci messo più di due anni per convincerlo, continuava a dire di non essere ancora pronto, che bisognava sperimentare ulteriormente, che non se la sentiva ancora di trasmettere un metodo. Poi, quel seme gettato tanto tempo prima, improvvisamente ha germogliato e abbiamo iniziato a lavorarci. Dico abbiamo perché questo testo, più di altri, ha necessitato di cure particolari. Come ogni costruzione su di un terreno nuovo, niente poteva essere dato per scontato e il pericolo di sconfinamenti in territori limitrofi era sempre dietro l’angolo. Il mio compito è stato solo quello di tenere la scrittura di Nieri il più possibile centrata sull’obbiettivo: trasmettere un metodo. Confesso di aver usato la forbice, di aver evocato lettori severi e tecnocrati, di aver incitato Nieri come si fa con i cavalli di razza, mi si perdoni il paragone, per fugare paure, dubbi, incertezze. Una corsa che è durata più di un anno, al termine della quale Nieri ha posizionato il primo mattone di una disciplina nuova, fondandola a tutti gli effetti.

Per contattare l’autore ed il Bioenergetic Landscapes Laboratory –BLL- rivolgersi a: Marco Nieri, tel. +39051397669  info@archibio.itwww.archibio.it

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