SustainaBEERity

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Pubblicato il giorno 19 agosto 2011 - Nessun commento



   


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La sostenibilità passa attraverso le azioni quotidiane e, da oggi, anche attraverso un bicchiere di birra.

A parlare di sostenibilità ambientale si sono ritrovati i rappresentanti di Carlsberg Italia, WWF, Cittadinanzattiva, Università Bocconi, Ambiente Italia, Frères des Hommes e Corepla, con la regia d’eccezione di Alessandro Cecchi Paone, in una tavola rotonda originale e fuori dagli schemi, organizzata presso la Carlsberg Drink Different Area di viale Montenero 55 a Milano. Nel primo temporary shop italiano della birra, realizzato rigorosamente in stile “green”, Carlsberg ha inoltre spiegato la sua idea e il suo progetto di sostenibilità, spiegando il percorso finora costruito nell’ottica di una produzione eco-compatibile e un prodotto a ridotto impatto ambientale.

Come promosso dall’azienda, la birra di Carlsberg non è più contenuta in fusti di acciaio, ma nei fusti in PET totalmente riciclabili (ideati e realizzati da Carlsberg) che permettono una spillatura senza CO2. Il risultato è una birra di qualità più elevata, in quanto più fresca e più duratura nel tempo (durata di 31 giorni nel fusto) e a minor impatto ambientale, come dimostra lo studio di Life Cycle Assessment fatto dall’azienda.

“La sostenibilità per le imprese è un concetto che necessariamente deve accoppiarsi al concetto di competitività; i reali obiettivi di sostenibilità possono essere raggiunti solo se accoppiati ad un reale vantaggio competitivo” – dichiara Fabio Iraldo, Direttore di Ricerca IEFE – Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente – dell’Università Bocconi di Milano, intervenuto alla tavola rotonda. “I veri innovatori saranno coloro che riusciranno a vendere i propri prodotti perché hanno effettivamente un minor impatto ambientale – sostiene Iraldo – Stiamo andando verso un progressivo cambiamento di atteggiamento dei consumatori nella scelta dei prodotti, caratterizzato da una maggiore attenzione all’impatto ambientale e al suo ciclo di vita eco-sostenibile.”

Come dichiara anche Tina Napoli, Coordinatrice di programmi e iniziative e ricercatrice di Cittadinanzattiva, “da una ricerca effettuata su 1000 intervistati, è emerso che oltre il 60% dei consumatori sceglie i prodotti tenendo in considerazione i criteri etici, sociali e ambientali con cui agisce un’impresa”.

Nonostante questa tendenza, però, come spiega Iraldo, “oggi i consumatori non sono ancora disposti a scambiare una seppur minima differenza di qualità con la garanzia di sostenibilità del prodotto”. E, in questo panorama, “Carlsberg si propone in modo sicuramente coerente e di indubbio effetto in quanto è riuscita a coniugare un prodotto di qualità migliore ad un impatto ambientale ridotto rispetto al passato” –aggiunge Iraldo.

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La sostenibilità nella storia di Carlsberg

“Lo sviluppo sostenibile è stato, sin dalla nascita di Carlsberg, elemento fondamentale della filosofia aziendale e un modus operandi che ha collegato tutta la sua storia”, raccontano durante l’intervento i rappresentanti dell’azienda, “Carlsberg ha dimostrato sin dall’inizio di avere nel suo DNA una visione di sviluppo sostenibile, operando in questo ambito ben prima che temi come la responsabilità sociale o la green economy fossero teorizzati. Questo si può riscontrare leggendo il motto inciso nel 1882 sul Dyplon Gate all’entrata della sede di Carlsberg a Copenhagen, “L’obiettivo di Carlsberg Breweries è quello di sviluppare l’arte di produrre birra al massimo grado di perfezione, a prescindere dall’immediato profitto, in modo tale che propri prodotti vengano riconosciuti come modelli di qualità e, attraverso questi esempi, garantiscano una produzione di birra di livello elevato.”

Si tratta quindi di un modello imprenditoriale quanto mai attuale: “un’azienda oggi può perseguire una crescita sostenibile fin dalle sue basi, in cui la ricerca (in tutte le sue espressioni) gioca un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo ed innovazione” dichiara Alberto Frausin, A.D. Carlsberg Italia, nel corso della tavola rotonda.

“L’intento di Carlsberg – come ribadisce Frausin – è perseguire la sostenibilità in ogni passaggio della catena del valore, dalla logistica alla produzione: per noi è un percorso già iniziato e continuamente in corso”. Lo stabilimento di Induno Olona, sede del Birrificio Angelo Poretti, ne è il perfetto esempio. La scelta stessa del luogo in cui far nascere la fabbrica non fu infatti casuale: Angelo Poretti voleva utilizzare la purissima acqua della Valganna che ancora oggi costituisce uno dei ‘segreti’ delle birre prodotte ad Induno Olona. Tra gli anni ‘10 e ‘20 del secolo scorso vennero realizzati lavori di ampliamento e ristrutturazione, da quella che è l’attuale sede di lavorazione primaria alla torre dell’acqua. E continua Frausin: “Ancora oggi lo stabilimento è tra i più efficienti e sostenibili d’Europa: la certificazione ISO 14001, infatti, definisce la politica ambientale dell’azienda volta a prevenire l’inquinamento, minimizzare gli effetti sull’ambiente legati ai processi produttivi e ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali.”

“Carlsberg in quest’ottica è intervenuta nelle diverse fasi del processo produttivo, nel quale il riscaldamento ed il raffreddamento del prodotto sono i due processi che comportano il maggiore dispendio di energia. In ottica di ottimizzazione energetica, vari sono stati gli interventi per poter migliorare la performance degli impianti. Grande attenzione è stata concentrata sui due impianti che producono il caldo e il freddo: nella centrale termica le caldaie sono state rese più efficienti riducendo la dispersione termica e quindi il consumo di combustibile; nella centrale frigorifera è stato migliorato il ciclo del freddo riducendo il consumo di energia elettrica.”

“Nella fase di imbottigliamento e confezionamento lo snodo decisivo è invece rappresentato dall’efficienza dei macchinari e a tal fine è fondamentale il controllo costante dei consumi. L’installazione di nuovi contatori delle utilities (energia elettrica, acqua e anidride carbonica) assicura un controllo costante e continuo e permette interventi migliorativi immediati ed efficaci. Un ruolo importante l’ha avuto inoltre l’installazione del sistema di controllo dell’efficienza produttiva in linea. Grazie all’insieme di questi interventi negli ultimi anni le emissioni di CO2 sono state ridotte del 25% mentre l’impiego di acqua, energia e riscaldamento si è ridotto del 20%.”

“Da un punto di vista più strettamente legato al prodotto, nella recente storia di Carlsberg c’è un’importante innovazione nello sviluppo delle metodologie produttive: il nuovo orzo Null-Lox. Una scoperta che modificherà le regole del gioco nel settore: partendo dall’individuazione nel 1883 della prima cellula pura di lievito, il Saccharomyces carlsbergensis, il Carlsberg Research Centre ha studiato in modo continuo come perfezionare il prodotto birra, partendo dagli ingredienti base, fino ad essere giunto a brevettare il Null-Lox, per garantire alla birra un gusto perfetto e più stabile nel tempo – Il nuovo orzo non OGM – ad oggi utilizzato esclusivamente nei prodotti Carlsberg – è frutto di una ricerca decennale e presenta molteplici vantaggi: permette di ottenere un prodotto più fresco, più gradevole, con una schiuma migliore, che si conserva più a lungo, che viene coltivato con un ridotto impiego di fertilizzanti e richiede meno calore nella fase di maltazione. Mentre l’intero ciclo di vita dei prodotti Carlsberg e Tuborg è stato analizzato e valutato, in collaborazione con lo IEFE Bocconi, attraverso la realizzazione dello studio LCA e la certificazione EPD.

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