Nasce il Social Design: Il Re del Blu e del Giallo. Il 1° Invito di GenitronSviluppo ad un Pensiero che diventa Azione per una rinascita di un Design Sostenibile

Scritto da Araceli de la Parra - GenitronSviluppo.com in Ecodesign

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Pubblicato il giorno 15 aprile 2008 - 1 commento



   


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La fiaba qui di seguito presentata è un tentativo di personificare e chiarire una delle sfide più impegnative dei designer nel presentare o cercare d’implementare una soluzione sostenibile, cerca d’ispirare, provocare e possibilmente indicare risorse e strumenti interni ed esterni che possono agevolarci per risolvere e comunicare in maniera più efficace le nostre proposte sostenibili che necessariamente coinvolgono una visione ed esplorazione a 360 gradi. Basata sul lavoro della dott.sa Paola Santagostino dell’uso delle fiabe come strumento per risolvere problemi in diversi ambiti; “L’uso d’immagini e in grado di veicolare più incisivamente un messaggio facendolo risuonare a livello emotivo” e sperando di contribuire un nuovo approccio ad alcune problematiche che appartengono alla comunità dei designer per la sostenibilità verso il futuro che ci attende. Nasce il Social Design

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C’era una volta un giovane re che vedeva unicamente due colori: il giallo e il blu.

Un giorno l’artigiano del regno gli portò una bellissima ciotola di legno, con i disegni che la venatura del legno stesso aveva creato mentre lui lo torniva. Erano disegni squisiti e mentre l’artigiano commentava la loro bellezza, il re gli disse: “Vai e dipingerla di giallo, cosi la vedo meglio”.

Tutto il regno era giallo e blu, perché solo così il re riusciva a distinguere gli oggetti. Tanto che gli abitanti del regno avevano dimenticato che esistevano altri colori.

Un giorno mentre l’artigiano camminava in una foresta, lontano dal regno dove ormai si sentiva un estraneo e non trovava più nessuna ispirazione, una colomba gli si pose sulla spalla. Lui era curioso e stupito che avesse scelto proprio la sua spalla avendo tanti rami a disposizione. Seduto tranquillo si mise ad ascoltare il suo gorgoglio, e se non fosse stata una colomba avrebbe giurato che gli stava parlando. Tutto a un tratto la colomba prese il volo. Volò verso una parte della foresta che un tempo gli era stata molto familiare e decise di seguirla. Sembrava che la colomba lo aspettasse, volando da un ramo all’altro, finché arrivarono alla capanna dove, tanto tempo prima, suo padre aveva lavorato il legno,
facendo gli utensili essenziali alla gente del paese, prima che s’instaurasse il nuovo re. Gli vennero in mente i ricordi della sua infanzia e soprattutto le parole: “Se ti perderai alle radici ritornerai”…

Guardandosi intorno vide una scatola particolare, attirato si avvicinò, e trovò quello che stava cercando: l’uovo di cristallo. Una leggenda antica che gli raccontava suo padre diceva: “Se lo guardi con profondo desiderio nel tuo cuore vedrai quello che stai cercando”. Vacillante lo prese in mano e guardò dentro: il suo cuore batteva forte per il desiderio di diventare ciò che era nato per diventare.Come in un lampo tutto gli fu chiaro, aveva capito perché il re gli faceva dipingere tutto di giallo e blu: erano i soli colori che lui riusciva a distinguere. Così si mise subito al lavoro. Lavorò fino a notte fonda e quello che fece era di una bellezza indescrivibile: un oggetto così bello che perfino il re sarebbe stato in grado di apprezzarlo. Quando finì andò subito a trovare il re e gli disse: “Altezza, avrei una cosa da farvi vedere.”
“Allora, fammi vedere” disse il re. L’artigiano gli porse un oggetto avvolto in una stoffa blu vellutata, così morbida al tatto che il re ne fu sedotto, ed era ansioso di sapere che cosa conteneva quel prezioso tessuto. Quello che vide lo sbalordì: non aveva mai visto dettagli così intricati e così tante tonalità di blu! Rimasse lì a guardarlo a lungo, godendo di ogni secondo.  A questo punto l’artigiano gli disse: “Perché non lo prova?”

Che cosa?” disse il re.

“Mi segua, glielo mostrerò”.

L’artigiano portò il re nella foresta, il suo posto preferito, con tante varietà diverse di piante e di fiori. Il re era titubante. Da tanto tempo non andava nella foresta e lo angosciava: non riusciva a distinguere le sagome perché il verde era un colore che lui non riusciva a vedere.”Qui, altezza, mettetelo qui” disse l’artigiano, aiutando il re a guardare attraverso l’oggetto che lui aveva costruito così accuratamente. E per la prima volta il re fu capace di apprezzare ogni dettaglio: poteva vedere i verdi, i rossi, gli arancioni e i porpora!  Un mondo di colori che non avrebbe mai potuto immaginare: era esaltato come un bambino che esplora il mondo per la prima volta.

Da quel momento in poi l’artigiano godette immensamente del suo lavoro, la sua comprensione  delle necessità altrui si era intensificata ed ora era continuamente stimolato anche dal re, che era diventato il suo migliore critico. Con tanti colori diversi anche la gente del regno fu più felice e l’artigiano potè creare le sue opere sapendo che ora il suo lavoro sarebbe stato visto con gli occhi dei vedenti.

Araceli de la Parra

Da qui il Social Design Per iniziare questo nuovo percorso con genitronsviluppo.com apriamo questa porta. Vi invitiamo quindi a lasciare un commento, un’idea, una riflessione.

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The story that follows unleashed a project genitronsviluppo.com is currently working on, a project that envisions design research as the cornerstone for the effective presentation and implementation of sustainable solutions that necessarily involve a 360 degree vision and exploration. The tale embodies this vision and “the use of imagery in the story is able to convey the message more incisively making it echo on an emotional level” (P. Santagostino). With this project we hope to advance the body of knowledge with a tool that fosters multidisciplinary interaction on solid sustainable design projects to reverse the current demand-production scheme and a new approach to some of the problems faced by the sustainable design community towards the future that awaits us…

Once upon a time in a far away land lived a king who could only see blue and yellow. One day the artisan of the kingdom brought him a bowl, a wooden bowl he had just turned on the lathe, he was so excited about the intricate patterns the shape and wood grain had created that when the king said “Could you paint it yellow?” he was deeply disappointed and frustrated. Think of it! Ruin the beauty of his work by painting over it!. The kingdom had become dichromatic, everything was either blue or yellow nothing in between for the king could only distinguish objects in these two colors and pretty soon the people of the kingdom began to forget that other colors existed.

One day while taking a walk through the forest far from the kingdom where he no longer found inspiration nor felt at home a dove came flying down to rest on his shoulder. He was curious, astounded by the fact that she had chosen his shoulder out of all places to rest on. He sat still listening to it’s gurgling sounds, had she not been a dove he would’ve sworn she was talking to him.
Suddenly, she took flight towards a part of the forest that had long ago been very familiar to him, he decided to follow, she seemed to be waiting, flying from branch to branch until they got to an old cabin, he remembered… this was the cabin where his father had once worked making essential utensils for the townspeople long before the kingdom had been established. Memories of his childhood came back to him along with the words: “Should you get lost, go back to your roots.”

He looked around the abandoned shed and a peculiar box caught his attention, drawn to it he opened it and found what he was looking for. Inside was the egg shaped crystal. The legend he had heard so many times from his father said, “if you look into it with deep desire in your heart, you will find the answer you’re looking for.” Hands unsteady he took the egg and looked into it, his heart pounding wishing to become what he was meant to be….Suddenly all was clear, he understood why the king had him paint everything in the only two colors he could see and he set his hands to work at once.

He worked all night and what he made was of indescribable beauty an object so desirable even the king would be able to appreciate. He went to see the king immediately, when he arrived he said “I have something to show you your majesty”, “Well, go on” said the king. The artisan gave him something wrapped in blue velvet so soft to the touch the king was seduced and eager to see what this precious material held inside. What he saw bewildered him, he had never seen such intricate details and so many shades of blue!, he stood there looking at it for a long time enjoying every minute when finally the artisan said: “Why don’t you try it, your majesty?”“What is it?” asked the king.

“I’ll show you, come with me”. And so the artisan took the king to the forest, his favorite spot surrounded by many shrubs and flowers of many different kinds. The king was hesitant, he hadn’t been in the forest for the longest time, it made him anxious for he could not discern shapes, green was not a color he could see.

“Here, let me help you, your majesty” said the artisan helping the king look through the object he had so carefully designed and made. For the first time the king was able to appreciate every detail, he could see greens, reds, oranges, purples! A world of color he could never have imagined existed, he was so excited, like a child exploring the world for the first time.From then on the artisan enjoyed his work greatly, his sensitivity for the needs of people were heightened and he was continually stimulated by the king who had become his best critique. The people of the kingdom lived happier better lives and he was able to create knowing that his work would be seen through the eyes of the seeing.

Araceli de la Parra

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Informazioni sull'autore: Araceli de la Parra - GenitronSviluppo.com

Di origine Messicana, laureata in Industrial Design alla Parsons School of design, N.Y. con un Master in design alla Domus Academy, Milano. Membro di 4-id.org studio di progettazione interdisciplinare con sede a Barcellona. Abitante del Villaggio Verde (ecovillaggio) in provincia di Novara. Parole chiavi nella progettazione di nuovi stili di vita esperimentati sulla propria pelle sono la biomimesi, progettazione sistemica, decrescita, transizione, resilienza, recupero, riciclo, risparmio e una grande passione per l’acqua e le sue proprieta’ come mediatrice nella natura. Progettista di Acqua Viva, sistema di recupero delle acque piovane, esposto in vari eventi e fiere in Italia. Relatrice sui temi precedentemente citati in varie manifestazioni per l’ambiente in Italia e consulente negli stessi per vari movimenti e associazioni italiane.

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  1. Quando tutto ci sembra troppo uguale e il nuovo non ci dà più emozione allora è il momento in cui ci dobbiamo incominciare a preoccupare. La soluzione è nel guardare con nuovi occhi, nel cercare di superare i pericoli dell’assuefazione e nel tornare indietro per recuperare le radici perdute. Come il Re che vede solo il Giallo e il Blu, anche noi abbiamo forse bisogno di una guida che ci faccia recuperare il senso delle cose perdute lungo le strade della vita. Il Design Sostenibile può essere una nuova prospettiva per vivere in modo più consapevole una realtà che sta consumando le proprie risorse senza preoccuparsi della loro rinnovabilità.

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