Come estrarre trilioni di litri l’acqua dal deserto. Straordinaria invenzione di un team di scienziati europei che sono riusciti a estrarre acqua da un abbondante minerale presente nei deserto: il gesso

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Un gruppo di scienziati europei ha elaborato una proposta su come sarebbe possibile rendere verdi i deserti. Il gesso è un minerale roccioso abbondante nelle regioni desertiche dove l’acqua dolce è praticamente inesistente o accessibile per periodi di tempo molto brevi. Ebbene gli scienziati spiegano che se opportunamente spremute le rocce di gesso potrebbero diventare una nuova risorsa da trilioni di litri di acqua potabile. La proposta degli ingegneri dell’Innovation Team Holland” è descritta nel numero speciale di Macro-Engineering ma ora vediamola meglio in dettaglio.

Le risorse idriche nel mondo sono scarse, distribuite in modo diseguale e spesso le fonti di acqua sotterranea sono saline e di scarsa qualità, ciò limita le attività agricole di tutto il mondo e in quei luoghi in cui si pratica l’agricoltura spesso i livelli delle acque sotterranee sono scesi pericolosamente a causa dell’eccessivo sfruttamento. Per usare l’acqua in modo cosciente leggi attentamente la nostra guida 10 Modi e + per usare l’acqua con intelligenza e risparmiare denaro. Tuttavia per questo i deserti potrebbero contenere risorse idriche che potrebbero essere combinate in modo da contribuire a risolvere questo problema in modo relativamente semplice. Peter Van de Gaag e colleghi hanno così avuto l’idea di liberare l’acqua “bloccata” nelle abbondanti rocce di gesso. Peter Van de Gaag ha già discusso della tecnologia utilizzabile con diverse personalità nel deserto del Sahara e sono tutte d’accordo sul fatto che l’idea potrebbe contribuire a combattere efficacemente la carenza idrica e migliorare l’irrigazione e persino rendere il deserto fertile.

In che modo è possibile spremere l’acqua dalle rocce? Chimicamente parlando il gesso è solfato di calcio biidrato con formula CaSO4.2H20. In altre parole, per ogni unità di solfato di calcio nella molecola del minerale, ci sono 2 molecole di acqua, il che concretamente significa che il 20% del peso del gesso è acqua. Gli scienziati spiegano che la tecnologia è facilmente applicabile dalla piccola alla macro scala per sfruttare la risorsa contenuta. Il processo richiede naturalmente energia ma questa potrebbe essere fornita in sistemi su piccola scala da impianti solari che fornirebbero il calore necessario alle operazioni. Van de Gaag spiega che è necessario solo una modesta quantità di calore rispetto ad altre reazioni chimiche attualmente realizzate, a temperatura infatti di 100°C è possibile infatti già liberare l’acqua dal gesso ottenendo un residuo di bassanite. Già i test del processo si sono dimostrati di pieno successo e il team sta progettando uno studio pilota da realizzarsi in un deserto. Così Van de Gaag si immagina un futuro dove piccoli impianti solari potrebbero servire piccole comunità. Attualmente il team di scienziati sta collaborando con una società mineraria della Mauritania e una francese per testare la tecnica sui diversi tipi di gesso.

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