Se qui sei nuovo ISCRIVITI alle News RSS feed. Thanks for visiting!
Dalla costruzione dei grandi parchi eolici e dai grandi impianti solari alle grandi bioraffinerie, i vantaggi per i piccoli sono davvero pochi. Invece la chiave per un chiaro sviluppo economico, uno sviluppo sostenibile deve puntare all’utilizzo di impianti di modeste dimensioni a livello locale, così vale per i parchi eolici, così per l’energia solare e per le raffinerie di biocarburanti e biodiesel (vedi il progetto per produrre biodiesel dalle alghe per degli allevatori di gamberetti in questo nostro articolo). Per molti anni le economie della campagna dipendevano dalla terra: così dall’agricoltura e dalla silvicoltura, con l’utilizzo continuo di combustibili fossili e da qualche anno per alcune zone al turismo, anche grazie alla diffusione di strutture ricettive ricreate dall’architettura rurale come agriturismi e bed and brekfast.
L’abbandono delle terre è un fatto ormai chiaro a tutti. Lo sviluppo di energia rinnovabile può essere un ottimo catalizzatore per cambiare l’economia rurale. Quello che abbiamo chiamato biocarburante non sostenibile ossia il boom della produzione di etanolo da mais e dalla soia per il biodiesel ha offerto per la prima volta a molti agricoltori un prezzo di mercato superiore al costo di produzione. Ad esempio grandi progetti di turbine eoliche stanno economicamente aiutando gli agricoltori con il denaro della locazione dei terreni che guadagnano dopo aver affittato la terra da parte di chi poi monta turbine eoliche. Questi benefici sono sostenibili in quanto la risorsa è illimitata.
In poche parole, per il mondo rurale le risorse rinnovabili sono vaste e i dati lo confermano: il vento in molte zone potrebbe fornire fino all’80% di elettricità richiesta, il sole potrebbe fornire potenza per interi paesi. La metà del carburante delle auto potrebbe facilmente essere prodotto con biocarburante sostenibile prodotto da biomassa non alimentare.
La chiave però sta nella decentralizzazione delle centrali di produzione di energia. Se la nostra visione è grande e puntiamo di arrivare al 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili alcuni punti di produzione di energia centralizzata sono inevitabili. Ma una rete decentralizzata di parchi eolici e bioraffinerie possono sfruttare la grande risorsa rinnovabile delle zone rurali e portare a casa i benefici economici come unico bene, questo è ance il successo delle energie rinnovabili prodotte in casa.
Le grandi centrali elettriche da energie rinnovabili e bioraffinerie non possono essere di proprietà private a livello locale, perché i costi del capitale sono al di là delle necessità delle comunità limitrofe. In genere impianti come questi compaiono quando le strutture hanno raggiunto un livello tale che il risparmio sui costi per questi “bigness” sono rilevanti.
Spesso i governi ignorano queste politiche di sviluppo per l’energia rinnovabile. Spesso le imposte dagli enti locali limitano le possibilità alla proprietà privata e agli investitori e la burocrazia ostacola spesso la capacità delle cooperative. Alcuni incentivi, come ad esempio gli mutui agevolati, sono previste solo per progetti commerciali, non comparabili con un incentivo per progetti residenziali e al di là di tutto qualsiasi “agevolazione” proviene da una qualsiasi forma di indebitamento con una banca.
Il risultato è chiaro a tutti e progetti di ampio respiro gli possiamo notare solo laddove esiste una forte politica che tende a favorire tale sviluppo. Alternative come queste svilupperebbero facilmente e di conseguenza una forma di sicurezza economica e di soluzione possibile ad una crisi globalizzata e globalizzante. Dovrebbero semplicemente aumentare, necessariamente, tutti quegli incentivi a lungo termine senza pregiudizi verso i privati per uno sviluppo reale delle fonti energetiche.
Ma prima di tutto un fatto è sicuro: un programma etico e d’avanguardia politica deve assolutamente non disperdere lo sviluppo possibile delle energie rinnovabili e quindi dei suoi benefici finanziari che può generare, considerando che tale opportunità potrebbe garantire anche un nostro futuro economico.
[ Links utili e approfondimenti ]
18 novembre 2008 alle 01:07
Sarebbe fantastico poter vedere un’economia agricola finalmente pianificata, questo non significa trasformarci in una nuova URSS, ma poter dosare giustamente le nostre risorse in modo da non sfruttarle all’inverosimile e riuscire contemporaneamente garantire un determinato standard di vita, rinunciando a certe sobrietà… ma non alla tecnologia.
Il problema attuale è che l’Italia agricola (mi riferisco a questa perché conosco abbastanza bene le restanti realtà europee) è in mano ad un sistema che pensa ancora in vecchio. Mi spiego meglio… l’agricoltura è vista ancora come un peso, e non come una risorsa. Nel passato abbiamo speso troppo per non ottenere sostanzialmente niente, è lo stesso discorso degli investimenti sfrenati dell’edilizia americana, soldi bruciati inutilmente, buttati nel cesso. Ad oggi i finanziamenti, che probabilmente in alcune regioni (come l’Abruzzo) non saranno erogati, sono ancora considerati dalla gran parte dei sindacati e degli agricoltori, come un facile finanziamento dal quale attingere soldi per riaggiustare la casa o magari farne una nuova… possibilmente con fatture false.
L’agricoltura insieme alle energie ecosostenibili potrebbe rivelarsi l’unica soluzione per sconfiggere la crisi, un modo per invertire la disoccupazione crescente, un modo per stabilizzare il mondo intero.
A volte sogno un mondo globalizzato, il cui principale scopo è uno solo, vivere pacificamente e tranquillamente in armonia con la natura e con gli altri popoli. Questo può essere dato solo da una scienza consapevole, non corrotta politicamente come oggi, e dalla decisiva caduta della dialettica e della retorica (buoni concimi per placare le masse, ma non per far crescere i frutti della terra). Ciao Angelo