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Le foglie d’oro purtroppo non crescono sugli alberi, ma possono artificialmente raccogliere l’energia solare. Così un team di ingegneri chimici degli USA hanno estratto delle molecole fotosintetiche dalle piante e “allegate” ai sottili fogli d’oro, producendo una fotosintesi artificiale. Invece di reinventare il processo come avviene in diverse ricerche di cui abbiamo già tratto (in articoli come: “La Fotosintesi Artificiale grazie ai Nanotubi di Carbonio sarà presto realtà”), il team di Kane Jennings e Peter Ciesielski della Vanderbilt University di Nashville, Tennessee, ha deciso di utilizzare alcune proteine estratte direttamente dalle piante per realizzare il proprio dispositivo fotosintetico.
“Le piante e alcuni tipi di batteri dimostrano un elegante strumento per immagazzinare la sovrabbondanza di energia solare che raggiunge il nostro pianeta, grazie ad un processo di conversione chiamato fotosintesi. Cercando di sfruttare l’ottimizzazione della natura di questo processo, abbiamo elaborato un sistema di conversione dell’energia solare che si avvale del complesso proteico fotoattivo Photosystem I, immobilizzato sulla superficie di una foglia d’oro spalmata di elettrodi (NPGL).
Il sistema riesce a produrre una corrente elettrica fotoindotta attraverso una cella elettrochimica. L’intento di questo studio è quello di accrescere la comprensione di come l’utile funzionalità di alcuni elementi naturali possano essere prodotti in serie, realizzando un dispositivo con materiali non biologici.”
Gli organismi che utilizzano la fotosintesi per almeno 3,5 miliardi di anni e oltre hanno sviluppato eleganti combinazioni di proteine e di modelli di assorbimento della luce grazie a speciali “tinture” proteiche che aiutano a convertire la luce solare in energia chimica. L’idea è partita dal lavoro di Elias Greenbaum a Oak Ridge National Laboratory, che alla fine degli anni ’90 ha dimostrato che un complesso proteico, noto come PS1, estratto dalle foglie di spinaci e immobilizzato su una superficie d’oro, è rimasto attivo. “Da allora il processo per l’estrazione dalle piante di proteine PS1 è stato perfezionato”, spiega Jennings, preparando il terreno per il suo gruppo per utilizzare tali proteine creando una foglia artificiale adatta ad assorbire energia solare.
Jennings e Ciesielski hanno presentato il loro dispositivo utilizzando materiali facilmente disponibili in commercio come le foglie in lega d’oro-argento. Acido nitrico concentrato è stato utilizzato per sciogliere via l’argento lasciando la foglia d’oro con microscopici pori. Questo ha facilita il fatto di ottenere una superficie che permette ad una grande quantità di proteine PS1 di essere “allegate”. E soprattutto deve permettere alla foglia di essere abbastanza sottile per farsi penetrare dalla luce.
Quando lo strato proteico è stato disposto completamente sulla foglia e posto sotto la luce, le i complessi proteici PS1 generano flussi di elettroni che dall’oro possono essere raccolti come corrente elettrica. In natura questi elettroni verrebbero utilizzati per ridurre i composti chimici come parte di una più grande catena chimica che produce nuova energia sotto forma di carboidrati.
Dai test per ora eseguiti con la foglia artificiale si produce una corrente elettrica di circa 800 nanoamps per centimetro quadrato. Che è ben lungi dall’essere sufficientemente efficace per poter essere economica, ma i ricercatori stanno già sperimentando un nuovo modello. “Stiamo attualmente studiando il complesso proteico PS1 al fine di realizzare un film da un micrometro di spessore”, spiega Jennings. “Questo film sarebbe in grado di generare fino a 2 microamps per centimetro quadrato, e potrebbe già alimentare uno calcolatrice poco costosa”.
Anche se le foglie artificiali sono ancora meno efficienti delle celle solari al silicio o delle celle solari organiche, il nuovo approccio può diventare più competitivo in futuro, aprendo comunque interessanti scenari. La nuova progettazione infatti è relativamente semplice e a basso costo. Il sistema è ancora troppo delicato per essere esposto alla luce diretta del sole, che tende ad ossidare le proteine PS1. Ora la ricerca si sta spingendo anche a trovare un modo per proteggere questo film sottile. Greenbaum ora è davvero impressionato da cosa è nato grazie alla sua originale scoperta e collaborando con il team spiega che: “I risultati rappresentano un importante passo avanti nella ricerca della conversione dell’energia solare grazie a sistemi bio-ispirati”.
[ Links utili e approfondimenti ]
11 agosto 2010 alle 07:02
INVITATION: to Understanding contemporary challenges in science and art .
A preliminary approach for improving the partnership on the EU call. KBBE.2011.4-06: Bio-Economy Promotion
Mission:
Change the world will become ‘possible only by changing the mechanicistic ideas that are the intellectual cause to devast the world during the industrial epoch.
Developments on cognitive change and implementation of bio-economy and Green -Economy , are necessary to promote the framework for renewal of green economy will be discussed during the workshop to be held in the old A. Volta classroom at the University of Pavia on 24 SETT/10.
You are invited to attend.
see:: http://www.edscuola.it/archivio/lre/3rd_Quantumbionet_Workshop.pdf
see also the explanatory memorandum in: http://www.wbabin.net/science/manzelli85.pdf
See: Artificial Photosynthesis and BIO-GREEN-ECONOMY
http://www.edscuola.it/archivio/lre/artificial_photosynthesis.pdf