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I pesticidi come gli anticrittogamici possono provocare danni al sistema digestivo di un bambino, quando questo non sia ancora completamente sviluppato: il corpo non può rimuovere completamente i pesticidi soprattutto quando sono sottoforma di metalli pesanti. Ci sono poi “periodi critici” dello sviluppo umano, quando l’esposizione ad una tossina può alterare definitivamente il modo in cui opera il sistema biologico di un individuo. Tuttavia questi alimenti non sono perfetti; molte persone ritengono che non siano sottoposti a regole abbastanza dure. A volte lo stesso significato di “biologico” suscita confusione. Generalmente le normative delineano semplicemente come “prodotto biologico” quello che deve avere almeno il 95% dei propri ingredienti biologici, per peso o volume del liquido, esclusi l’acqua e il sale. Scopriamo meglio quindi cosa significa alimento e prodotto biologico.
In agricoltura, gli alimenti biologici sono definiti tali per cui le colture sono state coltivate senza l’uso di pesticidi convenzionali, fertilizzanti artificiali o fanghi di depurazione e che sono stati trattati senza additivi alimentari (come i conservanti chimici), senza ricorrere all”ingegneria genetica (biotecnologie), agli ormoni della crescita, all’irradiazione e agli antibiotici.. Quando si tratta di animali allevati in modo biologico, essi devono essere allevati senza l’impiego di antibiotici di routine e di ormoni della crescita, e devono essere nutriti con una dieta a base di alimenti biologici. Nella maggior parte dei paesi, le normative impongono che i prodotti biologici non devono essere geneticamente modificati.
L’AIAB afferma: “L’agricoltura biologica è disciplinata a livello europeo dal Reg. CEE 2092/91 che rappresenta la norma principale di riferimento per tutti gli addetti del settore. Dal momento della sua emanazione questo regolamento ha subito, però, profonde modifiche ed integrazioni tanto che la norma attualmente in vigore è il risultato della lettura combinata di circa quaranta regolamenti, che di volta in volta hanno inserito, eliminato e modificato articoli e allegati dell’originario testo pubblicato nel 1991. Attualmente è in corso un’importante revisione di questo testo che ha oramai 15 anni. Nel quadro della normativa comunitaria si sono poi sviluppate anche leggi nazionali e regionali.”
Storicamente i prodotti biologici sono sempre stati quasi a disposizione di tutti, provenendo da piccole aziende agricole a conduzione familiare o da mercati agricoli comunitari. Ultimamente però gli alimenti biologici stanno diventando sempre più ad ampia diffusione: la vendita degli alimenti biologici solo negli Stati Uniti è cresciuta dal 17 al 20% l’anno, negli anni scorsi, mentre le vendite di prodotti alimentari tradizionali hanno avuto una crescita più lenta, di circa il 2- 3% l’anno. L’Italia segue tendenze ancora maggiori. Questa esplosione di popolarità ha aperto la strada ad imprese più grandi, aziende come la Wal-Mart o i grandi distributori italiani come COOP, Conad, ecc., queste hanno spinto i prodotti biologici e le aziende che li producono ad entrare nel grande business dei prodotti alimentari convenzionali, cambiando il modo in cui gli alimenti biologici sono percepiti e, in una certa misura, anche il modo in cui sono prodotti.
La cosa più importante da comprendere circa il cibo biologico è il rapporto tra il diritto (di solito governativo ed europeo) alla sorveglianza e la produzione di cibo che impiegano pratiche “rispettose” della terra. Per essere “certificati” gli alimenti biologici – e l’azienda nella quale sono stati coltivati – devono avere particolari requisiti, superare una rigorosa serie di test e devono sostenere il pagamento di una tassa per tale procedimento. I marchi dell’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), nel settore agroalimentare trattano marchi volontari che le aziende autocertificano seguendo i disciplinari più restrittivi della normativa europea. Negli Stati Uniti lo stesso processo è regolato dal Dipartimento dell’Agricoltura; diversamente dall’Europa, come organismo governativo negli USA, il DA è oggetto di politicizzazione e soggetto a modificare nel tempo le proprie regole; nonostante comunque le diverse amministrazioni e gli individui fanno sentire la propria influenza. Sia in Europa che negli USA, tutti i cibi biologici “certificati” sono biologici, ma non tutti gli alimenti biologici sono certificati. Questo, in parte, ha portato alla popolarità crescente di prodotti alimentari locali al posto di prodotti biologici (ma questo è un altro discorso).
Se i prodotti biologici hanno acquisito maggior popolarità, sempre più generi alimentari sono disponibili in varietà biologiche. Quello che una volta era il regno quasi esclusivo di frutta e verdura, i prodotti biologici sono cresciuti fino a comprendere alimenti trasformati come il caffè, il ketchup e i gelati, una vera orgia di cibo biologico che ha finito per includere qualsiasi cosa e tutto ciò che si mangia quotidianamente. La modulazione del mercato che include più alimenti trattati segna un cambiamento epocale nel settore biologico, anche se questi alimenti, sempre più trasformati, provengono sempre più da grandi gruppi e aziende che producono grandi quantità di prodotti in scatola, ortaggi surgelati, piatti pronti e simili.
L’unico modo per essere sicuri che il cibo che si stia mangiando sia veramente biologico sarebbe quello di farlo crescere da soli (o di acquistarlo da qualcuno di cui si ha fiducia, perché si sa che non impiega pesticidi), oppure di andare alla ricerca di marchi di certificazione, come BIOS, BioAgriCert, l’AIAB. In altre aree del mondo troviamo l’USDA Organic Seal negli USA, in Australia è il NASAA Organic Standards, in Giappone devono essere soddisfatti i JAS Standards. Ma quali sono i vantaggi per l’utente, e per la terra, quando si tratta di alimenti biologici? Sono veramente gli alimenti che contengono il sapore migliore? Potreste restare sorpresi.
Abbiamo recentemente pubblicato una controversa ricerca condotta in Inghilterra a sfavore dei prodotti biologici, testimondiando il fatto che non apportano alcuna diifferenza i termini nutrizionali rispetto agli alimenti convenzionali. Ma le cose non stanno propriamente in questo modo. Vi sono alcuni benefici, ampiamente concordati, dell’agricoltura biologica tra cui il fatto che le aziende biologiche non rilasciano pesticidi nell’ambiente, alcuni dei quali apportano danni alla fauna selvatica locale, le aziende biologiche sono meglio delle aziende agricole convenzionali per il rispetto degli ecosistemi (cioè le popolazioni di piante e insetti, così come gli animali) e, calcolate per unità di superficie o per unità di rendimento, le aziende agricole biologiche consumano meno energia e producono meno rifiuti come, ad esempio, i materiali da imballaggio per le sostanze chimiche. Diversi studi confermano: mentre il 77% del cibo convenzionale porta residui di antiparassitari di sintesi, solo circa il 25% del cibo biologico li contiene. Così, per concludere, si può dire che gli alimenti biologici non contengono in generale residui e questo dato è già di per sè molto incoraggiante.
Un studio del 2001 condotto da alcuni ricercatori della Washington State University ha concluso che le mele biologiche sono più dolci. Insieme con il gusto e la dolcezza, anche la consistenza e la durezza delle mele sono state trovate qualitativamente superiori a quelle coltivate in modo convenzionale. Queste differenze sono attribuite a una migliore qualità del suolo derivante dalle tecniche di agricoltura biologica rispetto a quelli dell’agricoltura industriale convenzionale. Tuttavia, uno studio più limitato che analizzava gli alimenti biologici trasformati non è stato in grado di distinguere fra le varietà biologiche da quelle convenzionali di un torta di riso, ad esempio.
Ma i prodotti biologici hanno anche il loro lato critico.
La critica più grande che si può muovere agli alimenti biologici, è il prezzo. Secondo il Journal of Food Science i prodotti biologici costano dal 10 al 40% in più rispetto ai prodotti convenzionali. I prezzi tendono ad essere più alti perché gli alimenti biologici sono prodotti su una scala più piccola e possono necessitare di essere lavorati separatamente; per questo motivo alcuni prezzi sono suscettibili di diminuzioni man mano che gli prodotti biologici continuano a scalare.
[ Links utili e approfondimenti ]
24 marzo 2014 alle 09:31
Penso che bisogna credere che l’agricoltura biologica è l’unica via d’uscita che ci permette di non utilizzare prodotti di prodotti chimici di sintesi !!! bisogna anche studiarla di più,essere più sicuri che sia bio….questa pratica agricola è più costosa inguanto impiega più risorse umane che lavorano e che hanno un costo ….. solo cosi si può’ pulire la terra di tutele sostanze che hanno influito e continuano ad influire sulla produttività del suolo, inquinamento,flora e fauna presente .