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Cibi locali, ingredienti freschi, Slow Food. Una cucina sostenibile avrà grandi aree di lavoro ma solo un piccolo spazio dove conservare gli alimenti. La tendenza di avere grandi frigoriferi che possono contenere provviste per due settimane per una famiglia di quattro persone è solo una moda passeggera. Nell cucine sostenibili del futuro si pensano invece ad uno spazio, come una dispensa aperta per sfogare il calore in estate, mantenendo invece il calore in inverno. Una tendenza che ancora si deve realizzare, ma esistono diverse nuove idee su come si progetta una cucina sostenibile.
UNA CUCINA SOSTENIBILE: THE ETHICAL KITCHEN – LA CUCINA “ETICA”
Alexandra Sten Jørgensen ha progettato una cucina sostenibile con una pianta che vive dall’acqua riciclata e dal concime proveniente da parte del compostaggio prodotto, un sistema molto semplice: se ricicli e fai compostaggio o ricicli l’acqua, le piante muoiono. La cucina sostenibile è composta da un lavandino, una superficie di preparazione degli alimenti, un’area da compostaggio e dove riciclare gli imballaggi. Il compost da un lato alimenta la pianta che cresce, dall’altro, viene bagnata dalle acque grigie grazie a un meccanismo a goccia collegato al tubo di scarico. La vita della pianta si basa su quanto meglio può adattarsi alla vita di chi si prepara i cibi gli alimenti. L’estetica del progetto così intende riflettere in modo singolare il nostro agire. Questo progetto di cucina sostenibile senza dubbio intende promuovere un uso intelligente dello spazio e un uso efficiente dei materiali e delle funzionalità. La “Cucina Etica” della Jørgensen è un progetto basato sull’idea che nel prossimo futuro, un vita “etica” non è più uno stile di vita che scegliamo, ma uno stile di vita che tutti dovranno adeguarsi. L’intenzione è di rendere comprensibile come la natura e i consumi siano collegati.
UNA CUCINA SOSTENIBILE: VIVERE SENZA FRIGORIFERO
La designer indiana Nilay Shah intende eliminare il frigorifero, lavorando e cucinando solo cibi freschi. La Cucina I Green, progettata con l’italiana Veneta Cucine, “può essere utilizzata al meglio per tagliare, essiccare, conservare, misurare e servire il cibo al tempo stesso, fa uso di vassoi realizzati da legno riciclato e plastica biodegradabile. Se non si dispone di un frigorifero è necessario uscire e comprare o alimenti confezionati o alimenti freschi, le possibilità sono poche. Anche se un piccolo frigorifero forse potrebbe non essere un’idea poi così male, secondo la radicale progettista non farebbe nient’altro che produrre rifiuti in continuazione. C’è da chiedersi sicuramente una cucina sostenibile come questa avrebbe già mercato oggi. La designer infatti si concentra sul concetto di eliminare ogni necessità di refrigerare gli alimenti, in modo che gli utenti siano tentati di acquistare solo ciò di cui hanno bisogno. Questa strategia non solo riduce il consumo di energia della cucina, ma riduce anche gli avanzi quindi gli sprechi, mettendo alla luce un pesante dato di fatto.
UNA CUCINA SOSTENIBILE: QUANDO LESS IS BETTER
Sicuramente per molti di noi, la cucina è una stanza della casa dove possiamo anche beneficiare maggiormente di elementi di grande design sostenibile e tendenza, tutti oggetti che contribuiscono a maggiorare l’ingombro e diminuire spesso lo spazio già minimo delle cucine moderne. Nella maggior parte delle cucine, vi è almeno e generalmente un armadio a muro, un lavandino e una lavastoviglie. Peter Schwartz e Helene Steiner di Wachshaus hanno così pensato di integrare al meglio e al massimo tutti gli elementi insieme. Secondo Fevzi Karaman, tutto quello che abbiamo bisogno è di una piccola cucina, ma che ordinatamente tutto è facilmente raggiungibile quando se ne ha bisogno. Probabilmente una famiglia di cinque persone non si troverebbe molto bene con questo modello di cucina sostenibile ma sarebbe un ottimo modo per sfruttare al massimo gli spazi di un piccolo appartamento.
Peter Schwartz e Helene Steiner
UNA CUCINA SOSTENIBILE: VALCUCINE, ESPERIENZA ITALIANA
La durata di un prodotto non dipende sempre dalle sue qualità fisiche e tecniche. Talvolta la decisione di sostituirlo è determinata da fattori puramente estetici e spesso si assiste alla dismissione di prodotti ancora tecnicamente validi ma che vengono considerati ormai “fuori moda”. Questo atteggiamento consumistico aumenta, di fatto, l’impatto sull’ambiente. Per invertire questa tendenza, l’idea di Valcucine è stata, ed è tuttora, quella di inventare e progettare un design sostenibile al di là delle mode, attraverso la definizione di alcuni parametri universali, che possano essere considerati validi in ogni tempo. Si è cercato di capire se esistessero elementi capaci di durare al di là di mode effimere e mutevoli. Il pensiero di Valcucine ne ha individuati alcuni, nella sfera dei bisogni e dei desideri universali dell’uomo: il volo e la leggerezza, la tensione della linea, la diversità, la personalizzazione. Valcucine lavora per l’ecosostenibilità progettando prodotti 100% riciclabili, il più possibile dematerializzati, ad emissione zero di formaldeide, che garantiscono una lunga durata tecnica ed estetica, con legni non provenienti dalla distruzione delle foreste primarie. Inoltre, si impegna a ripristinare le materie prime rinnovabili, come il legno, con progetti di riforestazione gestiti da Bioforest. Un esempio di tutto ciò sono le basi Invitrum, massima espressione di un design sostenibile.
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