Sicurezza Alimentare: Carne agli Ormoni ma non Solo. Situazione Attuale di Europa e USA. L’Industria dell’Allevamento fra Profitto, Qualità e Frodi Alimentari

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Alimentazione, Ambiente

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Pubblicato il giorno 02 ottobre 2009 - Nessun commento



   


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Gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno vivendo uno dei più annosi contenziosi commerciali: la carne bovina. Secondo un recente accordo, la UE ha deciso di quadruplicare le quote di importazione di carne bovina, ma gli USA che si dimostrerebbero degli importanti partner commerciali non hanno nessuna normativa che regola l’uso degli ormoni, questo fatto fa considerare agli europei la carne statunitense malsana. Come spiega l’agricoltore Michel Baudot, che alleva bestiame nella regione francese della Borgogna, afferma: “Esistono due tipologie di industrie dell’allevamento gestite in modo diverso: una si concentra sul profitto e l’altra sulla qualità”. Per sette generazioni, la sua famiglia ha sempre allevato le vacche bianche di Charolais, indigene della zona. In estate, ora la sua mandria di 600 capi pascola liberamente nei suoi 600 ettari. In inverno, gli animali sono al riparo nel suo fienile, dove mangiano fieno e cereali. Vivono fin dalla nascita nella fattoria di Baudot, finché non vengono abbattuti. Ogni aspetto della vita di ogni mucca è meticolosamente seguita. “Questo”, afferma Baudot “è ciò che cercano i consumatori europei”.

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TRASPARENZA DELLA CARNE IN EUROPA

Come sappiamo la normativa europea impone “ad ogni animale un ‘passaporto’ dove ogni aspetto della sua vita è registrata: dove è nato, da dove provengono i suoi genitori e i vaccini ricevuti. Questo passaporto poi segue l’animale attraverso tutta la sua vita”. Le carni bovine di Baudot si possono trovare direttamente nel supermercato della piccola città vicino alla sua fattoria. Ogni mucca ha un numero ID diverso, spiega il macellaio Stephane Dausin. “Ogni pezzo di carne può essere rintracciata dalla A alla Z, dal produttore al consumatore”, continua Dausin. “Dobbiamo avere una completa trasparenza, o non saremmo mai in grado di venderla”. Nathalie Genvier, analista della commissione europea spiega che praticamente tutti i consumatori europei  considerano la carne agli ormoni insalubre e anche pericolosa. “Ecco perché è importante sapere dove gli animali vengono allevati, e anche sapere come vengono trattati e se stai mangiando prodotti naturali”, continua la Genvier.

CARNE EUROPEA E CARNE DAGLI USA

Baudot lavora anche come consulente per la promozione della razza Charolais all’estero. I suoi viaggi l’hanno portato da allevatori di tutto il mondo tra cui gli Stati Uniti, “l’utilizzo degli ormoni non sono l’unica differenza tra la carne bovina americana ed europea, le industrie di bestiame degli USA sono gestite in modo nettamente diverso. Negli Stati Uniti, i produttori guardano interamente al profitto e non alla qualità”, continua Baudot. “E’ questa la massiccia produzione industriale di carne. Così possono esistere e prosperare grandi economie di scala e la carne è evidentemente più conveniente. Ecco, noi abbiamo invece mercati molto più piccoli, dove avvengono operazioni che possiamo definire più artigianali. Per questo i nostri costi sono più elevati. In Europa inoltre esistono numerose razze di bestiame, con diverse forme e dimensioni e che non sono sempre convenienti al macello. Negli Stati Uniti , sembra che abbiano una razza unica: una mucca standardizzata!”.

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VACCHE CULTURISTE

“Negli Stati Uniti, la stragrande maggioranza dei bovini passano solo i primi mesi di vita in una fattoria dove possono mangiare erba”, spiega Baudot. Da lì, vengono trasferiti a volte a migliaia di chilometri di distanza in recinti giganti dove vengono suddivisi in decine di migliaia, e nutrite a mais (naturalmente OGM) e ormoni. Le mucche americane hanno un cerotto dietro l’orecchio, che rilascia un ormone sintetico della crescita. Come fosse un anticoncezionale. I consumatori europei non avrebbero mai accettato un simile sistema, ma si capisce immediatamente il motivo per cui viene utilizzato. Con gli ormoni si forza la natura, in modo da risparmiare tempo e guadagnare molto più velocemente. Io vedo una grande differenza con le nostre mucche. Negli Stati Uniti, si vedono arrivare queste mucche di taglia -normale- o meglio -naturale-, e due mesi dopo, sono -culturiste-, triplicate in volume.

Nonostante ormai sia provato scientificamente la pericolosità dell’esposizione agli ormoni, che  ha potenziali conseguenze avverse per la salute umana, in particolare per le alterazioni che comporta nei riguardi delle ghiandole endocrine nella fase puberale, del sistema immunitario e per gli effetti genotossici e carcinogenici. Sei ormoni della crescita utilizzati per la produzione di carne (17-beta estradiolo, progesterone, testosterone, zeranolo e acetato di trenbolone e di melengesterolo) possono, a seconda dei casi, avere effetti deleteri sulla salute umana. La constatazione dei rischi correlati all’uso di queste sostanze ha portato l’Unione ad adottare alcune direttive per regolamentare in modo uniforme la materia. Recente è al riguardo l’attuazione in Italia delle direttive n. 96/22 CE e 96/23 CE concernenti il divieto di utilizzazione di sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta antagoniste nelle produzioni di animali. Al contrario negli Usa, in Canada e in alcuni altri Paesi terzi, gli ormoni approvati possono essere acquistati senza ricette ed essere utilizzati senza la supervisione di veterinari.

Baudot afferma di non aver nulla contro il sistema di allevamento bovino americano. Ciò che non è giusto, egli afferma, è di dover competere a livello internazionale con un prodotto ottenuto con metodi che sono stati dichiarati illegali nel proprio paese. “L’utilizzo di ormoni per far crescere le vacche e aumentarne i profitti degli allevatori è un po’ come il doping nello sport. In questo modo crea danni per tutti quelli che non lo usano.”

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SICUREZZA ALIMENTARE DELLA CARNE

Cibo360.it offre una chiara e globale analisi sulle sostanze, lecite e illecite, impiegate nell’allevamento che sono le seguenti:

  • Antibiotici: usati per curare gli animali malati ma anche a scopo preventivo. Negli allevamenti industriali gli animali vivono in spazi ristretti che favoriscono lo sviluppo e la diffusione rapida di eventuali epidemie. A tutti gli animali, quindi, vengono somministrati farmaci allo scopo di prevenire eventuali malattie. Questi antibiotici possono rimanere nella carne macellata, e la legge impone dei limiti massimi da non superare.
  • Ormoni e anabolizzanti: questi prodotti sono vietati dalla legge europea, mentre alcuni di essi sono leciti in USA. Servono per aumentare la massa degli animali, soprattutto dei vitelli da latte e dei vitelloni, fino al 10-20% in più e accorciando i tempi di allevamento.
  • Cortisone: anche questa sostanza è vietata dall’unione europea. Viene somministrata insieme agli anabolizzanti. Serve a dare benessere all’animale a fine ciclo, quando è stanco e stressato: lo fa stare bene e mangiare di più.
  • Beta-agonisti o beta-stimolanti: si legano a specifici recettori delle cellule, modificandone il metabolismo a favore della crescita muscolare.

CARNE: SITUAZIONE ATTUALE

Dal 1994 è attivo in tutta Europa il cosiddetto piano residui, che obbliga tutti gli stati membri a effettuare controlli per verificare l’eventuale presenza di sostanze lecite e illecite nelle carni da macello. La situazione fotografata dai controlli ufficiali, in Italia, fa pensare che tutto vada bene: le irregolarità individuate nel 1999, infatti, erano pari allo 0.22%. In realtà le cose stanno diversamente. Infatti i controlli fatti in Italia sono troppo pochi, confrontati con la quantità di carne prodotta. Qualche esempio, riportato dalla puntata del 07/04/2002 del programma di Rai 3 Report: “in tutta Italia, si fanno soltanto 6000 campioni sui polli nonostante i 600 milioni di tonnellate di polli macellati. Ma è sulle uova che si arriva all’incredibile: sono 220 le uova consumate all’anno da ogni italiano,12 miliardi tra quelle consumate fresche e nei prodotti alimentari. Il numero di controlli in tutta Italia è: 906.”

Il sospetto che i dati ufficiali non rispecchiano la realtà è avvallato dalla ricerca dell’ Università degli Studi di Torino, finanziata dalla regione Piemonte, che ha trovato il 30% di casi sospetti di somministrazione di anabolizzanti a vitelli da latte. I casi sono solo “sospetti”, poiché gli allevatori fraudolenti cessano la somministrazione prima della macellazione in modo tale che eventuali controlli non rilevino la presenza di queste sostanze. La ricerca dell’università di Torino ha analizzato gli effetti secondari degli anabolizzanti sugli organi genitali dei capi di allevamento, rilevando nel 30% dei casi alterazioni la cui causa è da imputare con probabilità molto elevata all’uso di anabolizzanti; e nel 70% dei casi alterazioni al timo dovute probabilmente all’uso di cortisone. Per quanto riguarda gli antibiotici, c’è da dire che i controlli, oltre ad essere pochi, non funzionano benissimo poiché per alcune sostanze il limite minimo individuabile dal test è superiore al limite imposto dalla legge.

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SICUREZZA ALIMENTARE DELLA CARNE: QUALI SONO I REALI RISCHI?

I rischi per la salute riguardano principalmente gli antibiotici, il cortisone, gli anabolizzanti e i beta-agonisti o beta-stimolanti. Gli antibiotici causano la cosiddetta farmaco-resistenza, ovvero assumendo antibiotici indesiderati, limitiamo l’efficacia degli stessi quando ne abbiamo veramente bisogno, sia perché indeboliamo il nostro organismo sia perché gli stessi microrganismi si sono abituati al farmaco. Sebbene la carne di animali trattati con cortisone e anabolizzanti ne sia virtualmente priva, poiché per passare i controlli la somministrazione viene interrotta alcuni giorni prima della macellazione, in realtà qualche residuo rimane poiché non sono rari i casi in cui si sono verificati in bambini, consumatori abituali di carni bianche, bottoni mammari e ginecomastie, segni di evidenti squilibri ormonali. I beta-bloccanti sono veri e propri farmaci utilizzati per la cura delle malattie cardiovascolari e la loro presenza nelle carni, considerando che agiscono in dosi molto basse, è oltremodo indesiderata.

COME COMPORTARSI?

Da quanto detto risulta evidente che le garanzie offerte dai controlli ufficiali non sono sufficienti per garantire un livello di sicurezza accettabile. D’altro canto è difficile avere la sicurezza assoluta di fronte a possibili frodi, a maggior ragione se il fenomeno è piuttosto diffuso. Occorre da un lato evitare posizioni estremistiche, dall’altro evitare di acquistare la carne con eccessiva leggerezza. Non si possono definire criteri di scelta assoluti, ognuno deve cercare le fonti di approvvigionamento più sicure e comode, a seconda della situazione e del luogo in cui si trova. Di sicuro esistono carni più a rischio, che meritano una particolare attenzione, o la totale messa al bando dalla propria alimentazione.

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CARNE DI VITELLO

Fino a qualche anno fa i vitelli da latte venivano separati dalla madre appena possibile, ed allevati legati ad una catena, senza possibilità di muoversi. Questa situazione, molto stressante per l’animale, comporta un aumento del rischio di contrarre malattie, il che impone un uso regolare di farmaci. Ora la legge impone di allevarli in un box, senza catena, ma i controlli sono scarsi ed è probabile che qualche allevatore utilizzi ancora il vecchio metodo. Per ottenere carne tenera e bianca venivano (e vengono tutt’ora) alimentati con mangimi poveri di ferro. In natura, la carne dei vitelli sarebbe più rossa, e anche più grassa.

I vitelli sono gli animali più adatti alla somministrazione di anabolizzanti e cortisone, che ne aumenta il peso fino a 30 kg (il 15% circa del peso totale) e rende la loro carne povera di grassi, caratteristica gradita dai consumatori e quindi, in un certo senso, imposta dal mercato. Queste caratteristiche pongono la carne di vitello a notevole rischio di frodi, poiché il produttore, oltre ad incrementare il guadagno, è in un certo senso “obbligato” dalle richieste di mercato a usare anabolizzanti. Per questi motivi sarebbe bene evitare il consumo di carne di vitello, preferendo quella di bovino adulto, oppure approvvigionarsi da fonti garantite. Se acquistate carne biologica o con certificazioni, non fermatevi alla facciata ma informatevi sui reali metodi di allevamento e l’alimentazione dei bovini.

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CARNE DI POLLO E DI TACCHINO

Il pollo è di sicuro l’animale più soggetto a somministrazione di farmaci, a causa del grande affollamento degli allevamenti. Il fatto che sia allevato a terra non ha particolare significato: lo spazio a disposizione di ogni singolo animale è comunque molto ridotto, il che costringe comunque all’uso di profilassi antibiotiche preventive, oltreché pregiudicare la qualità delle carni (che restano molto diverse da quelle dei polli allevati con metodi non intensivi). A meno di non rivolgersi ai prodotti biologici (che però sono molto costosi), è piuttosto difficile trovare polli che non siano stati trattati pesantemente con antibiotici.

Infatti anche le certificazioni “fai da te” sponsorizzate dai più grossi produttori di polli sono spesso trovate pubblicitarie che non hanno significato in termini salutistici, non possono venire verificate e sono esenti da ogni controllo da parte di enti esterni. Quindi è bene limitare l’uso della carne di pollo, se non si riesce a trovare una fonte di approvvigionamento sicura.Meglio preferire carni di polli ruspanti, di cappone, di coniglio o ancora meglio di struzzo. Anche questi animali subiscono trattamenti farmacologici, ma in misura minore rispetto ai polli.

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CONSIGLI DI CARATTERE GENERALE

In generale vale il principio che meno la carne è consumata dalla popolazione e più difficilmente gli allevamenti saranno di tipo intensivo, e quindi gli animali saranno meno trattati con farmaci. Nel caso della selvaggina (come cinghiale, fagiano, ecc.), avremo la sicurezza che l’animale è vissuto secondo natura. Affidarsi a prodotti inusuali, quindi, può rappresentare una forma di tutela contro contaminazioni e anche contro le frodi, poiché il mercato dell’illecito ha maggior convenienza agendo sui grandi numeri. I prodotti DOP e IGP, sempre più diffusi anche per quanto riguarda le carni, offrono garanzie di sicurezza aggiuntive grazie al maggior numero di controlli e l’obbligo di produrre secondo un disciplinare, e grazie (si spera) a una maggior etica del produttore che sceglie di puntare sulla qualità. Anche se, come abbiamo visto, le frodi avvengono anche in Italia, il nostro paese è storicamente meno colpito da scandali rispetto agli altri dell’Unione Europea: è bene affidarsi al mercato italiano acquistando carni di animali cresciuti e macellati in Italia. La nuova legge dovrebbe consentire agevolmente di risalire alle informazioni necessarie, esposte in etichetta.

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