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Si tratta della terza pubblicazione del centro dall’inizio delle sue attività, quest’anno, dopo quelle sulla gestione dell’acqua e sui rapporti fra cambiamento climatico e settore agro-alimentare. Il documento è stato presentato il 4 settembre 2009 all’interno del forum internazionale di Villa d’Este, a Cernobbio, dove a introdurlo c’erano Guido Barilla, Camillo Ricordi, Gabriele Riccardi e Umberto Veronesi. La conferenza è visibile direttamente dal sito di BCFN. L’impatto che la diffusione o meno di certe patologie può avere sull’economia di un Paese va anche attentamente considerato, se il solo costo totale delle patologie cardiovascolari negli Stati Uniti per l’anno 2009 è stato di 473,3 miliardi di dollari e la spesa, nel 2004, dei costi sanitari diretti relativi al cancro in Europa è stata stimata in 56,6 miliardi di euro.
Il presente lavoro ha preso avvio da alcune premesse logiche e concettuali fondamentali: la crescente importanza della prevenzione all’interno delle politiche sanitarie complessive; la sempre maggiore consapevolezza dell’incidenza degli stili di vita e, in particolare, dell’alimentazione sulla salute delle persone; la difficoltà di attuazione di adeguate politiche di prevenzione e la ricerca di best practice su questo versante. Alla luce di questi elementi di partenza, la nostra indagine si è concentrata sul tema della prevenzione, ha studiato in particolar modo l’ambito dell’alimentazione, che costituisce lo specifico oggetto d’indagine, e si propone di formulare proposte concrete per il futuro, nella forma delle raccomandazioni di seguito presentate. Dal punto di vista della salute umana, dalla seconda metà del ventesimo secolo, si è assistito a un graduale mutamento del pattern alimentare-sanitario, tale da poter identificare una vera e propria transizione “alimentare e sanitaria”.
In tal senso, quattro principali fenomeni hanno caratterizzato il cambiamento avvenuto negli ultimi 50 anni:
- Il progresso medicoscientifico.
- L’incremento nelle aspettative medie di vita.
- La graduale trasformazione delle malattie.
- Un significativo cambiamento dell’alimentazione e dello stile di vita nella direzione di una riduzione dell’attività fisica praticata e di un aumento dell’apporto calorico medio assunto.
In tale contesto, il ruolo dell’alimentazione è sempre più centrale nella prevenzione di alcune patologie, come quelle di natura cronica, che hanno registrato nel corso degli ultimi decenni un significativo aumento all’interno della popolazione mondiale. Le patologie non trasmissibili, soprattutto quelle cardiovascolari, il diabete e il tumore, rappresentano oggi il principale fattore di rischio per la salute dell’uomo, nonché un enorme peso socio-economico per l’intera collettività. Queste malattie sono responsabili della maggior parte dei decessi e provocano ogni anno circa 35 milioni di morti, che corrisponde al 60% dei decessi a livello globale e all’80% di quelli che si verificano nei Paesi a basso e medio reddito. Dai più importanti studi effettuati emerge come circa l’80% dei casi legati a queste malattie potrebbero essere prevenuti eliminando alcuni fattori di rischio come il consumo ditabacco, le diete poco salutari, l’inattività fisica e il consumo eccessivo di alcol.
Al contrario, senza un’adeguata prevenzione, il loro peso sulla salute globale potrebbe aumentare del 17% nei prossimi 10 anni. Focalizzando l’analisi sul fattore alimentazione emerge come, in quasi tutti i Paesi del mondo, si stia verificando una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità. Questa dinamica è così marcata che ha spinto la European Association for the Study Of Diabetes (EASD) a riconoscere la prevenzione ed il trattamento dell’obesità quale “il più importante problema di salute pubblica in tutto il mondo”. Più del 65% degli americani risultano essere obesi o sovrappeso e si è assistito al triplicarsi di casi di sovrappeso fra i giovani dal 1970 ai nostri giorni. Dai numerosi e più autorevoli studi medico-scientifici pubblicati in letteratura è emerso, con forza, come una scorretta alimentazione sia uno dei fattori più importanti per l’aumento del rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari.
A tal pro posito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come nel 2005 si siano verificati, nel mondo, circa 17,5 milioni di decessi per patologie cardiovascolari, pari al 30% di tutte le morti. Di questi, 7,6 milioni sono dovuti a patologie cardiache e 5,7 milioni ad ictus. Le stime effettuate indicano come, entro il 2015, il numero di decessi causati da patologie cardiovascolari a livello globale crescerà fino a raggiungere le 20 milioni di unità, confermandosi come la prima causa di morte al mondo. Monetizzando questi dati emergono dei valori impressionanti. Le stime più recenti sul costo totale delle patologie cardiovascolari negli Stati Uniti indicano un impatto di 473,3 miliardi di dollari per l’anno 2009. Questo valore include sia le spese sanitarie dirette (servizi ospedalieri, farmaci, assistenza domiciliare, ecc.), sia i costi indiretti calcolati come perdita di produttività lavorativa causata dalla malattia o dalla morte prematura dei pazienti. In Europa l’impatto economico totale delle patologie cardiovascolari per il 2006 è stato di circa 192 miliardi di euro, valore che corrisponde a un costo medio totale pro capite di 391 euro.
E ancora quattro, sono a giudizio del Barilla Center for Food and Nutrition, le aree prioritarie di intervento sul tema alimentazione e salute da indirizzare ai leader mondiali.
- Promuovere efficacemente stili alimentari sani, secondo quanto emerge dagli studi scientifici più accreditati.
- Migliorare le conoscenze scientifiche disponibili.
- Adottare politiche socio-sanitarie orientate alla diffusione di sani comportamenti alimentari.
- Migliorare i processi di comunicazione ai fini dell’adozione di stili di vita e comportamenti alimentari in linea con le conoscenze scientifiche disponibili.
Sul secondo punto, in particolare, il position paper insiste sulla possibilità di migliorare notevolmente il grado di compresione delle dinamiche cibo-salute, e propone che sia l’Italia a varare un grande progetto-Paese capace di coniugare ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e crescita economica, coinvolgendo i migliori centri universitari e le altre strutture di eccellenza italiani sul tema salute e nutrizione, tenuto conto dell’importanza del settore alimentare nell’economia nazionale.
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