Speciale Israele: Dal Primato dell’Innovazione Sostenibile, un Laboratorio Tecnologico, Economico e Sociale a Cielo Aperto

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Agricoltura, News, Zoom

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Pubblicato il giorno 15 luglio 2011 - 1 commento



   


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Israele in tutto il mondo viene lodato come il migliore laboratorio a cielo aperto per l’innovazione sostenibile. Sono già stati numerosi i provvedimenti riconosciuti nel corso di una riunione speciale della Commissione Economica delle Nazioni Unite a Tel Aviv.

Un incontro sotto lo slogan di “promuovere l’innovazione sostenibile: politiche e opportunità”, una discussione che vedeva economisti e specialisti del settore per cercare di meglio coordinare l’avanzamento della tecnologia ecologica su scala globale.

Per decenni Israele si è già messo in vista come leader in numerosi settori ambientali, soprattutto nell’agricoltura sostenibile, per ovvie necessità territoriali. Ma non solo, l’indipendenza energetica è uno dei principali obiettivi di ogni famiglia israeliana, fino ad arrivare all’autosufficienza alimentare perseguita dalle comunità locali. Da qui importanti fondi di investimento e capitali di ventura pronti a finanziare pressoché qualsiasi progetto che vada a concretizzarsi in queste direzioni. E proprio su tale fatto sono tutti d’accordo, che Israele è sicuramente il luogo dove le teorie prima nelle università, rapidamente escono per essere testate e sviluppate. “Israele è un laboratorio di politiche e prassi innovative in molte aree dello sviluppo sostenibile, comprese le tecnologie, il loro finanziamento e la gestione dei progetti”, spiega Jan Kubis, segretario esecutivo della Commissione Economica. Ma vediamo in questo speciale in dettaglio un interessante punto della situazione.

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Impianto di desalinizzazione ad energia eolica

Nel Deserto l’Oro è Blu

Il termine “cleantech” è nato soltanto nel 2002. I venture capitalist di tutto l mondo hanno subito detto: “E’ la nuova internet”. Investimenti dei privati e dei governi, ricerca e tecnologie per la produzione di energia con il minor impatto possibile sull’ambiente hanno reso il concetto molto popolare. Nel 2011 c’è anche una nuova priorità: il “water management”. La scarsità di acqua non è un problema futuro, c’è già. In California, in parte dell’Australia, in Africa, in Medioriente, persino in Europa non c’è Paese che non abbia problemi in alcuni periodi dell’anno”.

Depurazione, messa in sicurezza, software per la gestione e il monitoraggio della rete idrica, desalinizzazione, irrigazione intelligente: diamo l’acqua per scontata ma la sua gestione è un lavoro complesso e ad alta tecnologia.

“Non è la nuova internet: ha tempi di ritorno degli investimenti molto più lunghi – continua Assaf Barnea, ceo di Kinrot ventures, il più grande incubatore al mondo dedicato a startup attive nella gestione delle acque e cleantech – ma dal 2004, quando colossi come Ge e Siemens hanno deciso di entrare nelle tecnologie per la gestione delle acque, si è attivato il venture capital e altri colossi, come Ibm”. Nella palazzina di Herzlya, a nord di Tel Aviv, dove ha sede Kinrot ventures, ci sono gli uffici di 12 aziende che si stanno per affacciare sul mercato.

Non è un caso che il primo incubatore specializzato sia nato in Israele. L’emergenza idrica qui è una realtà da decenni e la gestione delle acque ha a lunga tradizione che ha seguito l’ambizione di “far fiorire il deserto” (made the desert bloom). Qui è nato uno dei sistemi di irrigazione più efficienti al mondo, noto come “drip irrigation”, che arriva alla singola pianta senza sprechi. E’ adottato in tutto il mondo grazie a Netafim che commercializza i suoi prodotti dal 1965 e oggi è una multinazionale con sede nel verdissimo kibbutz Hatzerim. Israele ricicla il 75% delle acque, riutilizzandole per l’agricoltura. La grande centrale Shafdan, a Rishon LeZion, tratta le acque municipali e industriali con un lungo procedimento e un percorso di tubi e vasconi, dove microbi e batteri separano gli elementi contaminati dell’acqua, che poi viene utilizzata per irrigare.

Il programma nazionale Israel NewTech punta a raddoppiare l’export delle aziende del settore, promuovere la ricerca e la partnership. “Dell’acqua sappiamo che arriva e va, ma nulla di più – dice Benjamin Levy, responsabile marketing e business development di Miltel – il nostro sistema ti informa fino a sei volte al giorno su quanto stai consumando, portando ad un risparmio del 15%”. Ci sono poi i sistemi digitali per la sicurezza: “monitoriamo in tempo reale la tossicità delle acque: vengono contaminate non solo per fini terroristici, anzi, più spesso succede per errori o vandalismo” aggiunge un tecnico di Whitewater.

La desalinizzazione delle acque marine entro il 2013 darà acqua potabile al 35% del Paese. Il maxi impianto di Ashkelon, della Ide technologies, è il secondo più grande al mondo e si basa sull’osmosi inversa. Ashkelon ha una capacità di 118 milioni di metri cubi di acqua all’anno “con il risultato più economico mai raggiunto:52-3 centesimi di dollaro per il metro cubo – spiega Ezra A. Barkai, desk manager Europa e africa di Ide-. Il sale che estraiamo torna in mare”. L’osmosi inversa separa l’acqua dal sale separandola a fortissima pressione dentro membrane minipermeabili. Il risultato è un bicchiere di acqua potabile.

Dal Kibbutz Irrigazione Salvagoccia

Acqua alla pianta e non al terreno. Netafim è nata nel 1965 all’interno del kibbutz Hatzerim e oggi sembra un villaggio turistico nel verde, governato da un’antica idea di egualitarismo cui con il tempo si sono accompagnati i benefici dell’economia di mercato. L’idea di irrigare con molta precisione le colture, con acqua rilasciata dai tubi esattamente sulla pianta, senza sprechi, con particolari filtri è nata per il terreno del kibbutz ed è finita per diventare la sua fortuna. Netafim oggi esporta in 110 Paesi del mondo. E’ gestita da tre kibbutz (Hatzerim, Magal e Yiftah) e dai fondi Markstone e Tenne. E’ leader mondiale nella “drip irrigation”.

Alghe in Serpentina Contro la CO2

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Impianti a microalghe della Seambiotic

Intanto vicino all’impianto di desalinizzazione di Ashkelon sorge una centrale elettrica a carbone da 500 MW. Seambiotic ha realizzato lì davanti il suo primo impianto dimostrativo. L’acqua marina sorge in una vasca a serpentina, spinta da piccoli mulini. Dentro crescono le microalghe. La CO2 della centrale viene pompata dentro l’acqua. Il sole attiva la fotosintesi e dalle vasche esce ossigeno che va in atmosfera. Il primo obiettivo, dunque, è abbattere le emissioni di CO2. Nell’impianto realizzato in Cina (il primo commerciale, grande dieci volte tanto) l’abbattimento è del 5%. Dal processo vengono inoltre ottenuti alimenti vegetali e biomasse.

Fonte: Nova24

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1 commento

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  1. e pensare che noi queste cose le consideriamo ancora innovazioni. Pensiamo solo alle immense quantità di acqua depurata che buttiamo in mare quando nelle immediate vicinanze degli impainti gli agricoltori protestano per la carenza di acqua disponibile!

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