Eugene Tsui: l’Architettura Possibile, contro l’Utopia verso la Natura e il Mito. L’intervista al poliedrico Uomo in grado di superare l’architettura sostenibile. Mens sana in corpore sano e oltre. 1° Parte

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Bioarchitettura

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Pubblicato il giorno 02 maggio 2008 - Nessun commento



   


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Questa intervista con Eugene Tsui la considero un’opportunità davvero unica per l’Italia, un’opportunità d’incontrare un uomo come te che riesce ad “incidere” il mondo con la forza unica delle tue opere. Per questo volevo direzionare le mie domande e così il più possibile le tue risposte in modo da cercare di aiutare in un modo o nell’altro le generazioni che oggi intendono operare nella società e nell’ambiente come designers, architetti e artisti.

I consider this interview with Eugene Tsui a very interesting opportunity for Italy, that of encountering a man such as yourself that is able to influence the world with the unique force of your works. With this in mind I wanted to emphasize with my questions and your answers on helping the generations that today want to operate in our society and our environment as designers, architects and artists.

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Dr. Eugene Tsui, architetto, urbanista, designer industriale, artista, docente, ricercatore, inventore, musicista, atleta agonista, editore e presidente del Tsui Design and Research Inc. Presidente della Fondazione Telos, fondazione senza scopo di lucro per la divulgazione e l’insegnamento alla progettazione. Autore di THE URGENCY OF CHANGE, EVOLUTIONARY ARCHITECTURE: NATURE AS A BASIS FOR DESIGN, HENZHEN ECOLOGICAL THEME PARK CONCEPT BOOK ed una monografia WORLD ARCHITECTURE REVIEW. Eugene Tsui è forse il primo architetto e designer della storia a studiare ed analizzare profondamente il funzionamento dei fenomeni naturali attraverso un approccio interdisciplinare e olistico creandone una base per la progettazione di materiali e metodi di costruzione. I suoi progetti si espandono e si estendono al di là del paradigma “progettazione sostenibile”. L’opera di Eugene Tsui ci mostra l’ineffabile e fantastica intelligenza della Natura e la possibilità di allineare il genio dell’architettura ad essa.

Eugene Tsui, nato a Cleveland nell’Ohio, da genitori cinesi parla correntemente il mandarino e l’inglese. I suoi titoli professionali provengono dall’Università dell’Oregon, dalla Columbia University Graduate School e dalla Berkeley University dove ha ricevuto un dottorato di ricerca interdisciplinare in architettura e insegnamento. Oltre ad aver ricevuto numerose borse di studio è il più giovane membro del comitato di organizzazione delle olimpiadi estive nel 1976 mentre nel 1996, ’97, ’98, ’99, 2000 e ’02 gli è stato assegnato il premio  Presidential Sports Award e 4 volte il Senior Olympics Gymnastics All-Around Champion.

Dr. Eugene Tsui (AIA, NCARB, APA) is a licensed architect and contractor, city and regional planner, industrial designer/artist, educator, investigative scientist, inventor, musician, competitive athlete, publisher, President of Tsui Design and Research, Inc. and Chairman of the Telos Foundation, a nonprofit foundation for educating the public about design, headquartered in Emeryville, California USA. He is the author of four publications on Architecture.THE URGENCY OF CHANGE (2002), EVOLUTIONARY ARCHITECTURE: NATURE AS A BASIS FOR DESIGN , SHENZHEN ECOLOGICAL THEME PARK CONCEPT BOOK, and a monograph by WORLD ARCHITECTURE REVIEW. He is perhaps the first architect/designer in history to profoundly study, analyze and implement the workings of natural phenomena, through an interdisciplinary approach, as a basis for design at all scales including construction materials and methods. He is the originator of the term, Evolutionary Architecture, which is an understanding of producing designs based upon a rigorous scientific study of natural organisms, structures and processes. His work vastly expands and extends beyond the paradigm of “Ecological design”. His seminal work sweeps us into the 21st century and shows us the ineffable and fantastic intelligence of nature and the compelling possibilities of an architecture that aligns itself with nature’s genius.

Eugene Tsui, born in Cleveland, Ohio, of Chinese parents and fluent in the Mandarin Chinese and English languages, Eugene Tsui holds four professional degrees in architecture and city and regional planning having attended the University of Oregon, Columbia University Graduate School of Design and the University of California, Berkeley where he received an Interdisciplinary Doctorate in Architecture and Education. He has won numerous scholarships and professional research grants including those from the Graham Foundation and the National Endowment for the Arts (Canada). At the age of seventeen he won an “Honorable Mention for Most Exciting Design” from an American Institute of Architects competition. He was an intern architect at the age of nineteen and at twenty was the youngest member of the Organizing Committee of the 1976 Montreal Summer Olympics design team as the assistant to the Senior Coordinator. Eugene Tsui was apprenticed to the renowned American architect, Bruce Goff, from 1976 until Goff’s death in 1982. In 1996,1997, 1998, 1999, 2000 and 2002 he was awarded the Presidential Sports Award and is the current four-time Senior Olympics Gymnastics All-Around Champion.

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  • Daniel Casarin: Raccontaci prima di tutto qualcosa di te, come ti vedi oggi e come vedi la tua opera nel 2008?
  • Daniel Casarin: First of all, could you tell us about yourself; how do you see yourself today and your works in 2008?

Dr. Eugene Tsui: Sono un uomo curioso, appassionato di molte cose e che desidera essere maestro di molte cose. Mi piacciono le sfide impossibili e lo sforzo che si richiede per ottenere l’impossibile. E’ una sfida personale che mi fa sentire vivo – che fa della vita una cosa straordinaria e inaspettata. Metto in discussione costantemente i miei presupposti, le aspettative e cerco modi e metodi per procedere ben oltre quello che ci circonda. Questo accade nei diversi campi in cui sono coinvolto; sia nel design, nella progettazione, nell’atletica, nella musica, nel design di abbigliamento e mobili, settori insomma, che nel praticarli, vengono rimosse le loro qualità  dalla loro definizione originale e acquistano vita propria e il valore a loro espresso da chi le pratica, in questo caso da me stesso.

Dal 1976 studio la natura e i suoi processi in maniera rigorosa e scientifica, da quando praticamente sono entrato alla Scuola di Design alla Columbia University. A quel tempo ero ridicolizzato nel promuovere un’architettura che fosse in diretta affinità con la natura e che sarebbe nel beneficio di tutti se gli architetti imparassero e studiassero il Supremo Architetto: la Natura. Presto sono stato cacciato dalla scuola sapendo che quello che cercavo non lo avrei trovato lì.

Trenta anni dopo il mio atteggiamento e i miei concetti di quel tempo si sono rilevati corretti, ma solo superficialmente. La Natura viene riconosciuta come importante ma solo come “etichetta”, c’è ancora una completa ignoranza sui principi dei suoi meccanismi, i “come” e i “perché” della Natura. In generale, negli ultimi 30 anni non ci siamo avvicinati ad una comprensione genuina della Natura, né negli ultimi 5 milioni d’anni.

Oggi mi vedo come una voce “attiva” per la Natura, fornendo presentazioni sulla sua intelligenza, i “pensieri” della Natura e come i suoi principi universali e profondi possono essere applicati immediatamente in modi in cui la nostra sopravvivenza in questo pianeta può essere garantita. Solo adesso, quando la situazione globale è letale e misera, il mio messaggio si prende finalmente sul serio. Solo adesso che tutti si accorgono che noi umani non siamo “maestri” del nostro dominio, il centro dell’universo, né i grandi conquistatori della terra, solo adesso che migliaia d’anni d’arroganza e sfruttamento ci regalano i suoi risultati disastrosi.

Quindi proseguo, come ho sempre fatto, ad incitare ad incominciare la necessaria trasformazione del pensiero e del comportamento umano verso un nuovo mondo che è ancora inaudito, un mondo dove l’umanità e la natura sono intrinsecamente legati in un tessuto mutuamente benefico del proprio destino. Un mondo dove gli esseri viventi (come gli uomini d’altronde N.d.T.) non sono ridotti a merce da comprare o vendere e dove il “successo” non si definisce dall’acquisizione di beni o moneta o la capacita di consumare e di possedere.

Quest’anno con il mio studio abbiamo incominciato vari progetti interessanti. Uno di questi riguarda un palazzo pubblico per turisti che insegna ai suoi visitatori i concetti a vasta portata che esistono in ogni zona del mondo e nei diversi campi. Informa così i visitatori dello stato disastroso in cui si trova il nostro pianeta e illustra i modi in cui possiamo fermare la sua distruzione. Permettendo alle persone di sperimentare quelli che potrebbero essere gli ambienti di vita e di lavoro nel futuro, il palazzo-museo contiene un “Osservatorio Cosmico” che mostra alle persone il nostro posto relativo nell’universo e come noi siamo soltanto un frammento di in un bilione di possibili “Terre” nell’universo.

Un altro nostro studio riguarda la progettazione di una città genuinamente ecologica a Cancun nel Messico. E’ un progetto dove i palazzi possono adattarsi agli elementi distruttivi della zona. Se uno tsunami arrivasse i palazzi ruoterebbero per incontrarsi con l’onda per tagliarla senza subire nessun danno, come la pinna di un pescecane. Questo è l’approccio CON la natura non contro di essa. Tutti i palazzi sono aerodinamici cosi la forza dei venti di un uragano fluiscono su di essi senza trovare resistenza come la pelle di un pescecane dove i minuscoli rilievi della pelle permettono che l’acqua fluisca senza disturbo. I miei progetti fanno questo perché sono sviluppati con l’aiuto della natura, non sfidandola come nel resto della maggior parte della storia dell’architettura. Dobbiamo imparare dalla natura e sfidare il passato. Il passato che noi conosciamo a questo punto è irrilevante.

Dr. Eugene Tsui: I am a man who is curious and passionate about many things and who wishes to be a master of many things. I love the challenge of the impossible and the effort that is required to achieve the impossible. It is a personal challenge that makes me feel alive—that makes life extraordinary and full of the unexpected. I am always questioning assumptions and expectations and seeking ways to proceed far beyond them. This occurs in many dimensions; whether it be in design, in structure, in athletics, in music, clothing design, furniture design—whatever it may be—to make something so removed from its original definition that it takes on a quality of its own—a life of its own—including myself.

I have been rigorously and scientifically studying nature and its processes since 1976, when I first entered Columbia University’s School of Design. At that time, I was ridiculed for promulgating that architecture has a direct kinship to nature and that it would be of the greatest benefit for all architects to learn from and study the supreme architect—nature. I was soon expelled from the school with the attitude that what I was looking for could not be found there.

Now it is 30 years later and my attitude and concepts have proven themselves to be correct—but only superficially. Nature is acknowledged to be important now but only as a label. There is still a complete ignorance about the working principles of nature—the how’s and why’s of nature. In general, we are no closer to a genuine understanding of nature than we were 30 years ago-or five million years ago.

So I carry on, as I have always done so, to set about a necessary transformation in human thought and behavior towards a new world that is, as yet, undreamed of; a world where humanity and nature are inextricably bound into a mutually beneficial fabric of destiny. A world where living things are not reduced to commodities to buy and sell and where “success” is not defined by acquisition of goods and currency and the capacity to consume and own.

This year my office and I have set about to create several projects. One is a public visitation building that teaches visitors about the most far-reaching concepts existing throughout the world in many different fields. It also informs visitors about the disastrous state of the planet and illustrates ways in which we can stop the destruction. It allows persons to experience what the living and working environments of the future may be and contains a “Cosmic Observatory” which teaches people our relative place in the universe and how we are only one in a billion possible Earths in the universe.

Another project is the design of a genuinely ecological city in Cancun, Mexico. It is a design where the buildings can adapt to the disaster elements of the location. Should a tsunami wave come along the buildings will swivel and face into the wave, slicing through it without harm, like a shark’s fin. This is the approach of working WITH nature not against it. All the buildings are aerodynamic so that hurricane force winds flow effortlessly around them like the skin of a shark where minute reliefs in the skin allow water to flow without disturbance. My designs do this because they are developed with the help of nature—not in defiance of nature—which is where the history of architecture is rooted.  We must learn from nature and defy the past. The past is, in this regard, irrelevant.

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  • Daniel Casarin: La tua azione nel mondo è a dir poco poliedrica. A parte la tua preparazione accademica ufficiale qual è il tuo substrato culturale e filosofico? Come riesci così sapientemente ad unire questo substrato all’”uomo sociale Eugene Tsui” che opera nel mondo?
  • Daniel Casarin: Your action upon the world is, to say the least, polyhedric. Other than your official academic preparation what is your cultural and philosophical substrate?

Dr. Eugene Tsui: Sono nato nella “cultura Statunitense”, nella cultura del consumo, dell’immagine e della proprietà. La mia cultura genetica invece è cinese e Mongola, le “culture” dell’industria, delle alleanze, dell’educazione e dell’ingenuità. Tuttavia mi sembra che non sono circoscritto a queste influenze, né m’identifico particolarmente con nessuna cultura, società o razza, dato che noto un pericolo in una di queste identificazioni. Vorrei essere libero da un’identificazione e questa libertà è cruciale se vogliamo vivere in pace. Mi sembra oggi che sia cruciale per tutti gli esseri umani liberarsi dalla loro identità culturale, razziale e religiosa ed assolutamente necessario per la sopravvivenza dell’umanità stessa.

Quando “affermiamo” la nostra identità culturale, religiosa i problemi cominciano e questo è un dato di fatto, per migliaia di anni, centina di migliaia di vite sono state distrutte attraverso guerre basate su “affermazioni” culturali e religiose. Non voglio niente di questo. Questa “filosofia” è nata da anni di osservazione e studio. La cosiddetta “fede” umana ha ucciso centinaia di milioni di persone e le nostre “identità” sociali sono soltanto una compensazione del vuoto interno che spesso sorge dalla nostra mancanza di riflessione individuale e scopo creativo. In questo senso non ho nessun substrato culturale, il mio obbiettivo è quello di trovare la verità delle cose e nel vivere conforme a queste verità, non importa quanto diverso o strano possa sembrare ad altri. La mia filosofia è quella di vivere semplicemente e creativamente; di trovare la propria fonte di originalità e meta, dedicando la tua vita ad essa.

Dr. Eugene Tsui: I was born into the American culture, the culture of consumption, image and ownership. My genetic culture is Chinese and Mongolian, the cultures of industriousness, alliances, education and ingenuity. However, I feel that I am not circumscribed by these influences. I do not particularly identify with any culture, society or race because I see the danger of identification. I wish to be free of identification and such freedom is a crucial thing if we all are to live in peace. I feel it is crucial for all human beings to release themselves of their cultural, racial and religious identity—absolutely crucial to human survival.

It is when we assert our cultural and religious identities that trouble begins. This is a proven fact for thousands of years and hundreds of millions of lives have been destroyed through wars based upon religious and cultural assertion. I want none of this.This “philosophy” comes from observation and study. Human belief has murdered hundreds of millions of people and our social identities are but a compensation for an internal emptiness that often springs from our lack of individual reflection and creative purpose.

In this sense I have no cultural substrate, my aim is to find out the truth of things and to live according to those truths no matter how different or strange they may seem to others. My philosophy is to live simply and creatively; to find your own source of originality and purpose and to commit your life to it. To share your findings and experiences with others and thereby lift the collective understanding of humanity to that deeper and higher level. Everything you consider and touch becomes a possibility for creative transformation—for personal expression to share to the world.  We must destroy expectations and assumptions and act according to what is truthful and just.  We must live according to our conscience.

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  • Daniel Casarin: Come nascono i tuoi progetti architettonici e come interagiscono con gli ordini della committenza?
  • Daniel Casarin: How are your architectural projects born? And how to they interact with the client brief?

Dr. Eugene Tsui: I miei progetti possono essere divisi con i seguenti titoli:

  1. Progetti dove il cliente mi cerca.
  2. Progetti sviluppati tramite fondi del governo o dedicati alla ricerca.
  3. Progetti individuali proposti come soluzione ad un problema duraturo.

Per i progetti che partono da un cliente, prima lo voglio conoscere accuratamente, per capire la sua definizione di un progetto di “successo” e sapere i suoi obbiettivi ed aspirazioni. Chiedo sempre a loro di scrivere tutto quello che hanno pensato su quel progetto, le loro speranze, i loro sogni, le forme preferite, colori, trame, e il loro senso di misura, il rapporto con l’edificio e il suo contesto. Ci sono innumerevoli argomenti che trattiamo. Faccio anche una ricerca molto approfondita sulla flora e fauna del sito, gli insetti, animali, alberi, formazioni geologiche e storia, presenza di acqua, clima, la velocità del vento e tutto ciò che vive e fa parte di quel sito. Questi elementi mi forniscono degli indizi della Natura e come da essa procedere al meglio. A questo punto sto “parlando” con la Natura per capire i suoi pensieri e procedere intelligentemente e con immaginazione.

Per i progetti sviluppati tramite fondi del governo o dedicati alla ricerca ho inoltrato domande per fondi di studio o per sviluppare determinate idee. Ad esempio, ho inoltrato domanda per studiare il meccanismo di traspirazione del acqua e il suo movimento, come gli alberi alti sviluppano sistemi idrici come in edifici artificiali ma senza motori idraulici (vedi gli alberi di sequoia o affini). Se potessimo scoprire la risposta a questo particolare processo potremmo sviluppare sistemi di trasporto d’acqua per edifici molto alti senza l’utilizzo di motori elettrici o meccanici. Per questo sono costantemente alla ricerca di metodi operativi da sviluppare negli edifici per non utilizzare energia, la natura già fa questo ed esiste da quasi 5 bilioni di anni, è decisamente il tempo che impariamo questi “segreti”.

Il terzo tipo di progetti che sviluppiamo sono quelli determinati da obbiettivi interamente nati da me. Sono spesso innamorato di un problema specifico, un problema la cui soluzione potrebbe rendere un beneficio a molte persone. Ad esempio, il progetto per il ponte galleggiante nello stretto di Gibilterra, sviluppato come una risposta reale e realizzabile entro 30 anni dove Spagna e Marocco avrebbero la volontà di collegarsi l’uno col altro. Il tipico ponte a sospensione, dove molti ingegneri ed architetti già avevano proposto una loro soluzione ma risultata sempre troppo costosa e distruttiva per l’ambiente da poter essere presa seriamente in considerazione. Ho deciso di pormi la domanda: “come risolverebbe la natura di questo problema?” E ho sviluppato un ponte galleggiante utilizzando un struttura in tensione che risulta essere una soluzione perfetta per risolvere questa sfida così già questo progetto è stato apprezzato e riconosciuto dai migliori ingegneri nel mondo. In conclusione funziona perché i principi della natura funzionano, perché sono stati testati per 5 bilioni di anni.

Dr. Eugene Tsui: My projects can be categorized in three headings:

  1. Projects for clients that seek me out.
  2. Projects that are developed through government and research grants.
  3. Projects which are self-initiated as a solution to a lingering problem.

For client-based projects I want to know the client thoroughly, to understand their definition of a “successful” project and know their goals, their aspirations. I always ask them to write down everything they have ever thought about their project, their hopes, their dreams, their favorite shapes, colors and textures, their sense of scale and relationship of the building to its context. There are a myriad of things we discuss.  I also due very profound research to fins the flora and fauna of the site, the insects, animals, trees, geological formations and history, presence of water, the climate, the wind velocities and direction—everything that lives on and is a part of the site. These items give me clues from nature as to how best to proceed.   At this point I am “talking” with nature to understand its thoughts and to proceed intelligently and with imagination.

For projects developed through government and research grants I have applied for funding to study and develop specific ideas.  For instance, I applied for a grant to study the water transpiration mechanism and process of water transportation in large, tall trees as a way to develop water systems in very tall buildings without mechanical power, like a Redwood tree or a Giant Sequoia tree. If we could discover the answer to this unique process then we could develop water transportation systems in very tall buildings that use no mechanical/electrical power. I am constantly seeking ways for us humans to operate buildings that use no energy. Nature already does this and it has existed for almost 5 billion years.  It’s time for us to learn these “secrets”.

The third way my projects develop is through entirely self-initiated goals. I often am enamored with a specific problem—a problem that could benefit so many people if an answer was found.  For example, the Strait of Gibraltar Floating Bridge project was developed as a viable answer to a 30 year old history of Spain and Morocco wanting to build a bridge to connect with each other. The typical suspension bridge approach—which every engineer and architect had proposed—was way too costly and environmentally destructive to consider seriously. I decided to ask the question of, “how would nature solve this problem?”  And developed the floating, in-tension, tensegrity bridge system that is a perfect solution to the challenge and this design has been acknowledged by the best engineers in the world.  It works because nature’s principles work.  Because they have been tested for 5 billion years.

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  • Daniel Casarin: Come lo concepisci e quale ruolo affidi all’uomo che vive nelle tue città e nei tuoi edifici?
  • Daniel Casarin: How do you conceive the man who lives in the cities and buildings you create, what is his role?

Dr. Eugene Tsui: Lui o lei sono l’unico motivo per il quale creare edifici e città. Senza lui o lei l’architettura e la progettazione delle città non hanno nessun significato! I nostri edifici e le nostre città potrebbero essere molto di più di quello che sono! Potrebbero essere posti d’infinita immaginazione pieni di colore, trame ed originalità. Invece sono alienanti, senza colore, senza trame, cacofonie di una scatola oltre la scatola, senza nessun senso di euforia o sorpresa, soltanto uniformità e desolata sterilità che strangola l’anima umana. E la mia responsabilità è quella di prendere la vita e farla diventare esuberante e provocatoria, far diventare i nostri luoghi di lavoro e abitazioni pieni di gioia e meraviglia!

Dr. Eugene Tsui: He or she is the only reason to create buildings and cities. Without him or her architecture and city design has no meaning! Our buildings and our cities could be so much more than they are! They could be endlessly imaginative places full of color, texture and originality. Instead, they are alienating, colorless, texture less cacophonies of box beyond box, with no sense of exhilaration or surprise—only uniformity and stark sterility that strangles the human soul. It is my responsibility to seize life and to make life exuberant and challenging—to make our places of living and working full of joy and wonder!

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  • Daniel Casarin: Le tue opere si trovano in Occidente come in Oriente come se quasi la tua vita vivesse in quel sottile ago che divide le 2 componenti creando qualcosa di realmente trasversale, come vivono in te e come interagiscono nelle tue opere Oriente e Occidente?
  • Daniel Casarin: Your work may be seen in the East and West as if most of your life is lived in that thin needle that divides the two components creating something truly transversal; how do these works (East and West) live in you and how do they interact?

Dr. Eugene Tsui: In occidente, negli Stati Uniti e in Canada, sono considerato una anomalia, una persona eclettica una persona che dovrebbe essere un’artista, uno scienziato, un’atleta, o un musicista, qualcuno che dovrebbe specializzarsi in un altro campo diverso di quello in cui sono. Questi occidentali non possono capire una prospettiva multidimensionale nei nostri habitat, dove comunque un utilizzando un determinato approccio gli organismi viventi possono adattarsi ad “utilizzi” e ambienti diversi. L’occidente è trincerato da stilisti, con il Tudor inglese, un mediterraneo Spagnolo, un etichetta professionale di Cape Cod, un principio coloniale, una moderna prateria, ecc. Tutto è circoscritto nell’immagine non nella sostanza. L’architettura così è una merce da vendere e comprare non un’opera d’arte da conservare e rendere tesoro. L’occidente è interessato e si nutre di consumi e di guadagno. Io non sono uno di loro.

In oriente, soprattutto in Cina e Giappone, mi guardano come un alieno spaziale, una persona che vive troppo nel futuro, un architetto che non può essere capito dai cittadini di oggi. Loro vedono i miei progetti come opere che saranno capite forse fra 200 o 300 anni. Mi dicono che ho scelto una strada difficile e che nessuno mi seguirà. Che ho coraggio e sono temerario mentre loro non lo sono, che il mio vocabolario di progettazione sarà capito soltanto nel futuro. Ci sono alcune pubblicazioni Giapponesi importanti che si rifiutano di pubblicare i miei progetti perché li ritengono “troppo estremi, troppo avanti per il loro tempo”.

Ma il tempo scade, il futuro è adesso, il nostro pianeta muore, i nostri sistemi stanno crollando perché abbiamo ridotto tutto a una merce che si compra e si vende, anche le persone. Sapevi che esistono 27 milioni di schiavi in questo mondo? Ogni minuto un bambino o una donna è viene stuprato o picchiato. Questo deve fermarsi. Il nostro mondo come lo abbiamo creato deve fermarsi!

Il mio lavoro e la mia visione è immersa nel salvare vite, degli esseri viventi, scoprire quello di cui gli esseri umani sono capaci a livello di spirito, immaginazione e di bontà. L’oriente e l’occidente per me sono soltanto punti relativi ad una bussola, io sono interessato a tutti punti con il nord e il sud insieme alle molteplici dimensioni del tempo e dello spazio. L’oriente e l’occidente non hanno un significato particolare per me come interesse personale come le molteplici dimensioni dell’umanità e della Natura.

Dr. Eugene Tsui: In the west, the USA and Canada, I am regarded as an anomaly, a polymath that should be an artist, or scientist, or athlete, or musician, someone who should specialize in another field—always another field other than the one I am in. They cannot understand a multi-dimensional perspective—our habitats approached as living organisms that adapt to changing uses and environments. The west is entrenched with stylistics, with English Tudor, Spanish Mediterranean, Cape Cod Shingle, Early Colonial, Prairie Modern and so on.  It is conscribed by image not substance. Architecture is a commodity to be bought and sold, not a work of art to be treasured and preserved. The west is concerned with consumption and profit.  I am not one of them.

In the east, largely China and Japan, I am looked upon as an alien from outer space—as a person living way into the future—an architect that cannot be understood by present day citizens. They see my designs as being comprehended perhaps 200 to 300 years from now. They tell me that I have chosen a difficult road that no one will tread. That I have courage and daring while they do not. That my design vocabulary can only be understood in the future. There are prominent Japanese architecture publications that refuse to publish my work remarking that my work is, “too extreme—too ahead of it’s time”.

But time has run out. The future is now. The planet is dying. Our systems are collapsing because we have reduced everything to commodities to be bought and sold—even people. Did you know that there exist 27 million slaves in the world? Every minute a child or woman is being abused or beaten. This must stop. Our world as we have created it must stop! My work and view is steeped in saving lives—in calling out to the living—in finding out what human beings are capable of in spirit, in imagination and in goodness.

The east and west are, to me, only relative points on a compass. I am concerned with all points, with the north and south, with the multi-dimensions of space and time.The east and west have no particular meaning to me as my personal interest is in the many dimensions of humanity and nature.

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  • Daniel Casarin: Da architetto organico e naturale che sei, come giudichi e come ti poni di fronte ad un’architettura moderna occidentale che per la maggiore guarda ad un funzionalismo e minimalismo di forme e linee perpendicolari?
  • Daniel Casarin: As an organic and natural architect that you are, how do you see and evaluate modern western architecture that for the most part strives for functionalism and minimalism of form and perpendicular lines?

Dr. Eugene Tsui: Anch’io sono interessato alla funzionalità e all’economia della forma ma la mia comprensione sulla funzione e la forma sono molto diverse dai comuni presupposti occidentali. La comprensione comune che riguarda la funzione e il minimalismo si radica nel culto estetico e nel precedente storico. 5 bilioni di anni non sono il vero significato dei principi del funzionalismo e del minimalismo (economia della forma).

Valuto il design dalla prospettiva della natura insieme ai suoi 5 bilioni di anni di prova e sviluppo, in questa ottica l’ambizione dell’architettura moderna occidentale è infantile, ignorante, dispendiosa, maldestra e letale. I nostri edifici sono scatole dispendiose prive integrità strutturale, efficienza energetica, aerodinamica, oltre ad essere prive di rapporto con la fisiologia umana, di psicologia ed emotività. Siamo innamorati delle nostre proprie definizioni e vocabolario mentre non ci dovremmo essere ancora guadagnati il dritto di fare valutazioni intuitive visto che abbiamo solo poca o nessuna comprensione sulla vera storia evolutiva del nostro mondo naturale dove i veri principi dell’Architettura sono testati perfettamente.

Fino ad ora siamo solo riusciti a fornire alla nostra vita una certa comodità e facilità ma solo ad una parte relativamente limitata dell’umanità. Non abbiamo creato edifici migliori. Non abbiamo creato un ambiente più sano e gioioso da vivere per noi stessi. In realtà le nostre vite sono diventate più complesse, più confuse e più sbandate di quello che non lo sono mai state. E la nostra architettura esprime questo: coglie nella sostanza in pieno lo spettacolo della società. Riconosciamo il valore “ecologico” della Natura ma la nostra architettura è fatta ancora di sprechi e disfunzioni. Noi puntiamo al nuovo ma scopriamo in realtà che il nuovo è l’obsolescenza pianificata degli approfittatori e pianificatori dei nostri consumi. Noi siamo schiavi di un mondo creato da noi stessi e siamo intrappolati dall’abitudine, dall’immagine, dalla praticità e dalla comodità.

Dr. Eugene Tsui: I too am concerned with function and economies of form but my understanding of function and form is vastly different from the commonplace, western architectural  assumptions. But our commonplace understanding of function and minimalism is rooted in stylistics and historical precedent. This is not the true, 5 billion year old meaning of the principles of function and minimalism (economy).

I evaluate design from the perspective of nature with its 5 billion years of trial and development. In this regard, the human pursuit of modern western architecture is infantile, ignorant, wasteful, clumsy and lethal. Our buildings are wasteful boxes with no structural integrity, energy efficiency, aerodynamics, or genuine relationship to human physiology, psychology and emotion. We are enamored with our own definitions and vocabulary and we have not gained the right to make insightful evaluations because we have little or no understanding of the true evolutionary history of our natural world—which is where the real principles of architecture are tested  and succeed.

Up to now we have succeeded only in providing a certain convenience and ease to our lives—but only for a relatively small proportion of humanity. We have not created better buildings.  We have not created a more sane and exuberant environment for ourselves. In fact, our lives now are more complex, more confused and more mis-directed than they have ever been. And our architecture expresses this; we grasp for spectacle without substance. We acknowledge the “green” of nature but our architecture is still wasteful, disfunctional and bland. We reach for the new but discover the new to be the planned obsolesence of consumer profiteers. We are slaves to a world of our own making and we are trapped by habit, by image and by convenience and comfort.

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