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Immaginate una flotta di 1500 navi che grazie ad un comando a distanza, alimentate dal vento in pieno oceano utilizzando l’acqua salata sparasse bianche nuvole, in modo diminuire la penetrazione dei raggi solari e diminuendo il surriscaldamento del pianeta. O pensiamo a trilioni di piccoli specchi, inviati in orbita, in modo da riflettere i raggi del sole. O alberi artificiali che succhiano una tonnellata di carbonio al giorno dall’atmosfera. O spruzzare in mare la limatura di ferro per aumentare la proliferazione del fitoplancton, che assorbe CO2. Abbiamo già parlato di questi metodi per contrastare il cambiamento climatico che vanno sotto il nome di geoingegneria. Queste strategie di emergenza potrebbero si arginare il riscaldamento globale ma le conseguenze del loro utilizzo non sono naturalmente ancora ben chiare. Ma alcuni scienziati (piuttosto considerati nel mondo scientifico e non) affermano che dovremmo iniziare a prendere sul serio la geoingegneria, come ultima ad affrontare le minacce di catastrofi climatiche che si stanno profilando all’orizzonte.
Uno di questi scienziati è David G. Victor, professore di diritto all’Università di Stanford, che dirige un programma in materia di energia e sviluppo sostenibile a livello universitario. Con quattro colleghi, Victor M. Granger, Jay Apt, John Steinbruner e Katherine Ricke, ha scritto un saggio chiamato “L’Opzione della Geoingegneria”, con cui chiedono di svolgere maggiore ricerca scientifica e dibattito politico riguardo al tema della geoingegneria. “Non si può fare a meno di guardare alla politica come alla scienza in tema di riscaldamento globale senza diventare estremamente pessimisti”, spiega Victor. “In un nuovo studio appena rilasciato si è ammesso che l’oceano si sta alzando al doppio della velocità prevista solo due anni fa”, continua, “e questo è un quadro davvero preoccupante. Le proposte di Obama in tema di clima vanno sicuramente nella giusta direzione e sono meglio di quello che possiamo fare”. Ma come sono in molti ad affermarlo, questo non è abbastanza, come non è sufficiente ridurre l’uso di combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili. “La geoingegneria non ha un aspetto così folle, come pensano in molti”.
Ma riconsiderare la geoingegneria non è solo un tema promosso da Victor e colleghi. Anche il noto Scientific American da cui spesso traiamo interessanti considerazioni ha pubblicato una lunga analisi della scienza e della politica della geoingegneria, con una particolare attenzione per il pompaggio di biossido di zolfo nella stratosfera, come di tanto in tanno fanno i vulcani. Il Popular Mechanics poco tempo fa ha descritto i “Cinque Grandi piani per uno Stop al Global Warming“, che ha generato un sacco di rumore nel web. Eppure, come ha sottolineato Victor e suoi colleghi, c’è una grave scarsità di ricerca scientifica in tema. “Nonostante gli anni di speculazioni le ricerche in tema di geoingegneria sono davvero poche. Anche la sola e intera comunità di scienziati che studiano geoingegneria potrebbero entrarci senza problemi e comodamente in una sola aula universitaria, e tutta la letteratura scientifica sul tema potrebbe essere letta durante il corso di un volo transatlantico. La geoingegneria continua a essere considerata solo una stravaganza ancora sull’argomento clima”.
In parte gli ambientalisti odiano parlare di geoingegneria, per paura che la gente possa considerarla come facile scelta che consentirà loro di evitare scelte difficili sugli eventuali costi di un passaggio da un’economia basata sui combustibili fossili ad una di fonti rinnovabili. Ma chi o cosa è in grad o di iniziare questo processo di cambiamento climatico tramite la geoingegneria? Chi potrà realmente fermare il cambiamento climatico? Le Nazioni Unite? Ciò di cui c’è bisogno spiega Victor, è un appoggio di qualsiasi governo e la ricerca effettuata da scienziati accademici. “La scienza ha bisogno di essere trasparente, comportando anche gravi revisioni durante il suo controllo da parte dei governi”, spiega Victor. “Allo stesso tempo, i governi devono iniziare a parlare di come gestire e regolare la geoingegneria. I politici necessariamente devono prendere sul serio la geoingegneria perché è conveniente, facile da attualizzare e richiede solo un governo con sufficiente orgoglio o disperazione per innescare un primo movimento”.
[ Links utili e approfondimenti ]
25 marzo 2009 alle 20:54
anche qui si parla di geoingegneria applicata
http://achieve.it/index.php?option=com_content&task=view&id=29
26 marzo 2009 alle 05:54
Grazie Alberto per l’ottima segnalazione!