Rifiuti: un Sistema Produttivo e Conveniente per Scongiurare le Crisi. Cosa Farei per il Problema Rifiuti a Palermo. Idee, Possibilità e Volontà …

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente

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Pubblicato il giorno 26 giugno 2009 - Nessun commento



   


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Ing. Gaetano Benanti

Di recente la nostra città, Palermo, ha dovuto affrontare l’emergenza rifiuti, le cause di questa emergenza, stando a quanto dicono i mezzi d’informazione, sono varie, inefficienza dell’amministrazione comunale, incompetenza dei gestori dell’AMIA, inadeguatezza delle strutture e del personale e chi più ne ha più ne metta; molto probabilmente molte delle accuse e delle affermazioni fatte sono vere e fondate però, a mio modo di vedere, nessuna di queste è la vera causa del cosiddetto problema rifiuti, la vera causa di questo problema siamo noi, noi che viviamo in questa città e che ancora consideriamo ciò che finisce nella pattumiera come qualcosa di inutile e non recuperabile, noi che consideriamo economicamente vantaggioso sporcare ed inquinare ed economicamente svantaggioso riciclare, finché continueremo ad avere questa forma mentis, qualsiasi soluzione andremo a studiarci per lo smaltimento dei rifiuti sarà perfettamente inutile.

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Per quanto riguarda il cambiare la forma mentis che abbiamo nei confronti dei rifiuti, trovo illuminante leggere quanto pubblicato in questo link , che riguarda l’eco-capitalismo, una filosofia portata avanti da questa azienda in cui è più conveniente badare al benessere dell’ambiente in cui viviamo piuttosto che al semplice profitto, perché se si bada solo al profitto economico, presto o tardi l’ambiente che è ciò che con le sue risorse fornisce il profitto, smette di generarlo, pertanto è più economico salvaguardare l’ambiente, sfruttando le sue capacità di rigenerarsi, per fare profitto.

Dopo questo preambolo ecologista che si spera abbia aperto la mente di chi legge sulle vere cause del problema riguardanti il problema dei rifiuti, ecco cosa farei io, un emerito signor nessuno, per il problema dei rifiuti della città in cui vivo. Inizierei con il fare una vera raccolta differenziata, purtroppo tutti sanno che a Palermo la raccolta differenziata non esiste, il contenuto delle campane che vediamo agli angoli di strada viene mischiato già in fase di svuotamento di queste ultime e poi il tutto viene riversato in discarica a Bellolampo, tutto questo è inaccettabile, soprattutto vedendo quanto vengono pagati i rifiuti, la plastica delle bottiglie parte da 140€ la tonnellata, le lattine di alluminio partono da 740€ la tonnellata, una vecchia lavatrice vale circa 30€, quindi inizierei con il costruire un impianto per il riciclaggio, ci sono aziende che li fanno chiavi in mano e addestrano pure il personale, quindi inizierei a finanziare l’AMIA con i proventi della vendita delle materie riciclate e non con le tasse sui rifiuti.

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Ora sorge il problema di come avere dei rifiuti differenziati in città, la popolazione non è che sia tra le più ligie e sensibili a questo problema, va educata utilizzando ciò a cui è più sensibile, il portafoglio, campagne stampa e di sensibilizzazione sono un’ottima cosa ma ci vuole tempo perché sortiscano effetti e le persone tendono a dimenticare ciò che gli viene detto, ma se vengono colpite nel portafoglio si tende ad ottenere la loro maggiore attenzione e più a lungo sui problemi che devono risolvere.

In accordo con associazioni dei consumatori, con le associazioni dei condomini, con le associazioni dei commercianti e degli artigiani, i sindacati e con le altre associazioni cittadine, modificherei la TARSU, non la utilizzerei per finanziare l’AMIA , ma la trasformerei in uno strumento punitivo per chi non collabora o addirittura intralcia alla raccolta differenziata, fisserei un parametro in base al quale ognuno deve pagare una certa cifra all’anno ma, al contrario di quanto succede adesso, questa cifra può essere scontata fino ad essere azzerata se si fanno delle azioni che aiutino la raccolta differenziata.

Facciamo degli esempi pratici. I condomini devono adottare all’interno dei loro spazi dei contenitori per la differenziata, forniti dall’AMIA, e devono utilizzarli in modo corretto permettendo al personale dell’AMIA di svuotarli in modo corretto, se lo fanno tutti i residenti ottengono uno sconto per ogni carico di rifiuti che forniscono all’AMIA altrimenti non ottengono sconti, qualcuno obbietterà che non si può forzare l’ipotetica zia Rosina che vive in un condominio palermitano a fare per forza la differenziata, perché si lederebbero i suoi diritti sulla proprietà privata. Però si deve anche far comprendere alla zia Rosina che se non fa la raccolta differenziata il danno per lei non sarà il fatto di pagare una tassa più alta, il danno sarà per le persone che stanno accanto a lei, perché la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri, che l’immondizia che noi buttiamo fuori dalle nostre case finisce nelle strade che noi percorriamo ogni giorno e se si accumula non è per colpa dello spazzino che non passa ma nostra che ne facciamo troppa, se invece iniziamo ad imparare a fare la differenziata a casa nostra ne avremo tutti dei benefici; questo per quanto riguarda le nostre case, in città ci sono supermercati, ristoranti, edifici pubblici che producono anche loro rifiuti, si può adottare lo stesso principio adottato per i condomini e i privati. In più si può adottare lo stesso sistema che già si utilizza in Germania per il riciclaggio, fornire i supermercati di queste macchinette (wincor-nixdorf.com, wastelink.it, miltek.it), che non fanno altro che ingurgitare e compattare plastica, vetro e carta dando in cambio buoni sconto per il supermercato dove si è lasciato il proprio vuoto. I supermercati hanno l’obbligo di tenere efficienti e a disposizione dei loro clienti le macchinette, in cambio ricevono sgravi fiscali per i rifiuti prodotti e per quelli recuperati tramite i raccoglitori automatici.

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Nel caso di ristoranti, fast food e locali simili, un’altra forma di detassazione, molto più forte rispetto a quella finora esposta, è quella che si può applicare per il recupero degli oli alimentari esausti,oli provenienti da friggitrici o da piastre di cottura. Infatti questo tipo di oli possono essere utilizzati per ricavare biodiesel e glicerina, il primo può essere utilizzato per i mezzi dell’AMIA, in prima battuta, e per tutti gli altri mezzi pubblici come autobus o mezzi di servizio, mentre la glicerina può essere venduta alle aziende di cosmesi, si potrebbe obiettare che produrre ed utilizzare carburante senza essere un’azienda petrolifera nel nostro paese è un reato fiscale, ma la Sicilia è una regione a statuto autonomo e pertanto può emanare una deroga in tal senso per consentire alle organizzazioni di pubblica utilità di risparmiare sui carburanti. Oltre agli oli esausti, grazie ad un piccolo dispositivo già disponibile alla vendita (microfueler.com) è possibile riciclare, convertendoli in etanolo da utilizzare come combustibile, i residui di sostanze alcoliche di birrerie, pub, bar e ristoranti ce ne sono parecchi.

Finora si è parlato per lo più di rifiuti inorganici e su come riciclarli per ottenere materie prime o carburanti, però c’è un altro tipo di rifiuti, piuttosto comune che abbonda nei nostri cassonetti e che gli da quel tipico e pungente odore. I rifiuti organici costituiti per lo più dagli avanzi di cibo e da scarti alimentari vari, basterebbe fare una raccolta apposita pure per questo tipo di rifiuti e potremmo ottenere da questi concimi tramite compostaggio o lombricoltura, anche se per quest’ultimo tipo di lavorazione si dovrebbe fare una ulteriore diversificazione dei rifiuti, gas e acque reflue, queste ultime, una volta depurate le possiamo riutilizzare per processi industriali non alimentari. Il gas può essere utilizzato per produrre energia elettrica o per far muovere mezzi pubblici, con i concimi si possono iniziare a promuovere aree di verde urbano attrezzato o attività di agricoltura urbana basate su sistemi idroponici ed acquaponici, attività che se promossa diminuirebbe il traffico di mezzi pesanti in città alleviando così il caos e l’inquinamento che ci affliggono giornalmente.

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Questo schema riassume quanto esposto finora.

Una volta creato, con una vera raccolta differenziata, questo sistema di produzione che ha come materia prima ciò che noi ignorantemente scartiamo ed etichettiamo come materiale inutilizzabile, creerei un impianto per la separazione e l’imballaggio accanto alla discarica di Bellolampo, nella quale farei finire solo una minima parte dei rifiuti prodotti dalla città che produrrebbero gas da bruciare per produrre energia ed acque reflue da depurare, in cui lavorare i rifiuti differenziati, dapprima come materiale grezzo da rivendere ad altre aziende per produrre materiali finiti, successivamente inizierei a produrre materiali finiti dal materiale di riciclo come ad esempio profilati metallici dall’alluminio, isolanti e cartine dalla carta, fibre tessili e profilati plastici dalla plastica, e vetro.

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Promuoverei un piano di incentivazione a chi acquista materiali provenienti dalla raccolta differenziata, eliminando da questi prodotti l’iva, non ha molto senso pagare una tassa su qualcosa che è stata prodotta da scarti di prodotti che hanno già pagato la stessa tassa. Utilizzerei gli RSU come manodopera per l’impianto di lavorazione e per la raccolta dei rifiuti differenziati e trasformerei la raccolta rifiuti in un servizio essenziale, con un accordo con i sindacati secondo il quale la raccolta non può essere sospesa, qualora si rendessero necessarie delle azioni di sciopero sarebbe consentito bloccare solo l’attività di separazione e lavorazione dei rifiuti non la loro raccolta.

Ricapitolando, usando un può di buon senso e di responsabilità da parte di tutti, se si trasformasse la TARSU in un multa piuttosto che lasciarla come tassa, se si iniziassero ad utilizzare nel modo giusto cose che già esistono, come i cassonetti per la raccolta differenziata, i raccoglitori automatici per la plastica nei supermercati, i biocarburanti almeno per i mezzi pubblici e l’utilizzo dei materiali di riciclo come materie prime, forse non salveremo da soli il pianeta, ma di sicuro aiuteremo in modo non indifferente le nostre tasche e la disastrata economia della nostra città, in quanto potremmo pure pensare di di vedere i quartieri in zone di raccolta da affidare a varie aziende che si occupino della raccolta e trasformazione dei rifiuti differenziati.    Questo è quello che farei io, signor nessuno, se potessi occuparmi dell’organizzazione dei rifiuti della città in cui vivo.

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