Auto a Idrogeno: Obiettivo è Stoccarlo in Modo Efficiente ed Economicamente Sostenibile. La Risposta dei Depositi Chimici Come Serbatoi

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili, Mobilità Sostenibile

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Pubblicato il giorno 11 settembre 2009 - 1 commento



   


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Una delle sfide da affrontare per utilizzare l’idrogeno come carburante per l’autotrazione, oltre a produrlo da una fonte economicamente e ambientalmente sostenibile, riguarda il suo stoccaggio in sicurezza e una rapida reversibilità nel conservarlo senza occupare troppo spazio. Abbiamo già parlato in passato di materiali e nanotecnologie che come una spugna tratterrebbero gli atomi di idrogeno e gli rilascerebbero al momento opportuno. L’idrogeno ha una bassa densità, quindi è necessario limitarla o porlo sotto pressione e proprio questo fatto rappresenta un pericolo per la sicurezza e comunque vanno identificati opportuni materiali assorbenti, chiamati anche depositi chimici.

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Un deposito chimico efficace per lo stoccaggio dell’idrogeno è costituito dalle molecole del borano di ammoniaca. Uno dei vantaggi di questi depositi chimici per l’idrogeno è che questi materiali sono solidi e inerti, e l’idrogeno può essere facilmente rilasciato per essere utilizzato dalle celle a combustibile. Ma i materiali in fase di sviluppo per uno stoccaggio dell’idrogeno tramite deposito chimico  hanno un grande limite: far assorbire loro l’idrogeno e farlo rilasciare assorbe una grande quantità di energia. Ora i ricercatori hanno sviluppato una serie di reazioni chimiche per far si che il rifornimento di idrogeno ad alta densità dal borano di ammoniaca possa farsi a temperature più basse e attraverso un processo che consuma molta meno energia. Inutile è sottolineare il potenziale dell’idrogeno nei diversi ambiti del trasporto nonostante la ricerca sia ancora piuttosto indietro rispetto le nuove e promettenti tecnologie per le auto elettriche.

L’US Department of Energy (DOE) ha fissato un obiettivo per lo stoccaggio dell’idrogeno sulle auto e il suo utilizzo nelle celle a combustibile, auto a idrogeno che possono viaggiare per 450 chilometri con un solo pieno di idrogeno utilizzando lo stoccaggio chimico. E le nuove ricerche sulle auto a idrogeno sarebbero partite da un riutilizzo di carri armati in disuso. La capacità di un materiale chimico in grado di immagazzinare l’idrogeno è misurato come la percentuale del suo peso assunto con l’elemento, il DOE ha fissato proprio questa percentuale di assorbimento dell’idrogeno per un obiettivo tecnologico del 6% entro il 2010 e il 9% entro il 2015 . “La buona notizia è che il borano diammoniaca è in grado di superare facilmente questi obiettivi di volume e di peso fissati dal DOE”, spiega Jamie Holladay, ingegnere presso il Pacific Northwest National Laboratory. Il borano di ammoniaca è in grado di contenere fino al 19,6% del proprio peso di idrogeno. “La sfida ora riguarda il riutilizzo energeticamente efficiente del combustibile assorbito”.

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“Una volta che si fa assorbire l’idrogeno dal borano di ammoniaca, non si può semplicemente depressurizzare e iniettare contemporaneamente altro idrogeno per ricreare carburante per le celle a combustibile, semplicemente perché questo processo assorbe un alto consumo di energia”, afferma John Gordon, un ricercatore chimico presso il Los Alamos National Laboratory nel New Messico. Al fine di scoprire quali reazioni chimiche probabilmente possano funzionare al meglio senza dover testare centinaia di reazioni, i chimici a Los Alamos hanno collaborato con David Dixon, un professore di chimica presso l’University of Alabama, che ha sviluppato algoritmi matematici per capire e prevenire le reazioni energetiche e la loro efficienza. Il gruppo ha poi testato la chimica più promettente e ha trovato che l’uso di un catalizzatore di metallo durante le varie fasi del processo farebbe consumare molta meno energia. Naturalmente, un grosso problema resta, come l’utilizzo del combustibile idrogeno nelle automobili possa rendersi un fatto pratico per gli utenti ed è per questo che altri ricercatori stanno lavorando sul processo.

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  1. Faremmo meglio ad aprire gli occhi alla realtà prima di pensare che vengano vendute automobili a idrogeno (o elettriche che siano) perché secondo me è tutta ipocrisia: le case costruttrici odierne stanno accumulando fondi derivanti da diverse sponsorizzazioni per incrementare la imperterrita costruzione in serie di automobili che costano, inquinano e consumano sempre di più. Il petrolio sulla terra sta finendo e sia le compagnie petrolifere, sia le case costruttrici andranno in crisi perché nessuno comprerà più carburante poiché sarà finito, nessuno comprerà più automobili poiché non sanno che carburante utilizzare e nessuno saprà come riciclare le vecchie auto (come se lo stessimo facendo tuttora).
    Poiché l’automobile è diventata oggetto di dipendenza mentale all’uomo, la cosa viene presa come un vincolo nella vita e quasi tutti gli italiani sono all’insaputa di questa cosa; è un oggetto che ha contorto la mentalità dell’uomo tanto che, basta un graffietto sulla carrozzeria per far entrare in depressione il proprietario, basta un colpo di clacson per far scatenare una rissa, basta vedere che uno sbaglia per commettere lo stesso errore…

    Altra cosa: tutti comprano la macchina perché la preferiscono allo scooter e alla moto, va benissimo, ma ci sono troppe macchine oggi, troppe in strada, troppe nei parcheggi e troppe sui marciapiedi; cosa inammissibile è il fatto che oggi ogni membro di ogni famiglia ha una macchina, a differenza di decenni or sono che bastava una macchina per contenere una famiglia di quattro membri. Siamo in balia di una sovrapproduzione di automobili, legate all’ignoranza e all’ipocrisia e nessuno se lo rende conto.

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