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Ne abbiamo parlato molto spesso e GenitronSviluppo.com è stato uno dei primi magazine ad affermarne e battezzarne la reale e totale sostenibilità delle alghe. A seconda delle specie preferita, le alghe possono essere mangiate, bruciate per produrre calore o utilizzate per la produzione di idrogeno, metano e biodiesel e i residui utilizzati come semplice fertilizzante. Le alghe sono molto prolifiche e in natura disponiamo di centinaia di varietà ma la loro caratteristica migliore è che assorbono una grande quantità di CO2.
Sono già in funzione diversi impianti in tutto il mondo per produrre biodiesel in tutto il mondo ma la corsa alla costruzione di impianti di produzione di biodiesel dalle alghe è solo agli inizi e potrete scommetterci che nel prossimo futuro nel settore gireranno diversi soldi per realizzare impianti sempre più grandi ed efficienti. Le alghe come fonte rinnovabile stanno diventando una delle molte soluzioni reali e sostenibili ai nostri problemi energetici.
La Guayule è una pianta nativa del nord America che una società (Yulex Corp) ha capito quanto questa abbia davvero molto da offrire. Il primo prodotto che la Guayule può offrire è dell’ottima gomma. La maggior parte della gomma infatti viene prodotta da una specie particolare di albero della gomma, tuttavia anche se diffusissima la coltivazione di questo albero è soggetta a diverse malattie. Il lattice prodotto dalla Guayule inoltre è più facilmente lavorabile del lattice tradizionale e soprattutto morbido, elastico, resistente e completa molto efficacemente tutta una serie di prodotti della Yulex, specializzata in un mercato che richiede lattice ad uso medico, scientifico e contraccettivo.
Già a pensare che i guanti in lattice, nonostante non possano sembrare una grande conquista tecnologica, possano far riflettere su quanto essi vengano comunemente utilizzati in laboratorio, ospedali, fabbriche, ecc. Realizzare un guanto migliore, più resistente in bianco, nero o a colori potrebbe essere davvero un ottimo business. La Guayule inoltre produce anche una resina adatta davvero a mille utilizzi, dalla pittura alla carta, al sapone o utilizzabile nel legno del compensato. La Guayule infine è una coltura che cresce in zone molto aride e che richiede poca acqua o fertilizzanti per crescere sana e robusta. Concludendo la pianta di Guayule ha un alto contenuto energetico, il che la rende piuttosto attraente al settore dei biocarburanti per la sua pregiata cellulosa.
Che ci crediate o meno con il mais è possibile fare anche sciroppo di fruttosio. Gli amidi del mais sono utilizzati in quasi tutto ciò che ci circonda, carta, detersivo, destrosio, antibiotici e plastica biodegradabile. La plastica biodegradabile infatti può offrire un interessante alternativa fornendo buone prestazioni senza danni ambientali e senza produrre sostanze petrolchimiche. Anche se in questo periodo si è fortemente a sfavore della produzione del mais perché non coltivato in modo sostenibile, bisogna comunque pensare che la plastica è utilizzata oggigiorno ovunque e quasi tutta la tecnologia dipende da essa.
Ci ha pensato George de Mestral quando trovò attaccati fortemente alcuni semi nella pelliccia del suo cane. La versatilità e la resistenza del veltro infatti sono davvero impressionanti. Utilizzato dagli astronauti come dai bambini, lo immaginavate che pochi centimetri quadri di velcro possono sopportare forze pesantissime. La cosa veramente sorprendente inoltre non è quello che possiamo fare con il velcro ma ciò che è stato fatto e consentito di fare dall’uomo con esso. Nello spazio è stata notevolmente ampliata la sicurezza e la comodità degli astronauti a gravità zero utilizzando il velcro. La struttura del velcro intanto qui sulla terra sta continuando ad ispirare nuove invenzioni e idee. Il velcro oltre ad essere durevole può essere riciclato e riciclabile in altri materiali
Le piante di loto spesso emergono da acque fangose ma le sue foglie emergono pulite. Anche se non sono così lisce foglie e fiori non raccolgono il fango nella loro risalita. Questo fatto è chiamato “effetto loto”. Le parti “aeree” di questa pianta infatti sono come microstrutture che intrappolano bolle d’aria formando come un rivestimento ceroso. Poiché la superficie è talmente liscia, l’acqua e il fango è costretto a scivolare via. Questo rivestimento inoltre funziona facilmente con le gocce d’acqua ma non con il vapore acqueo. Pensiamo quindi alla domanda quasi illimitata di materiale e rivestimenti idrorepellenti.
Immaginiamo superfici che facciano scivolare via prodotti alimentari e sporco. Immaginiamo vestiti che richiedano solo raramente di essere lavati. Questi rivestimenti esistono già e alcuni sono sul mercato. Possono addirittura essere realizzati con meno sostanze chimiche del previsto aumentando anche il loro ciclo di vita e di molti materiali che rivestono. Il loto è stato per migliaia di anni un simbolo di purezza per l’Asia ed in parte anche per la sua superidrofobia delle foglie e dei fiori. E’ senza dubbio nostro compito capire, conoscere e approfondire l’ingegno e l’evoluzione di questi sistemi naturali.
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