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- SciAm: Qual è la tua visione globale nell’ambito del cambiamento climatico?
Andrew Gouldson: Esiste la necessità di andare al di là del pensiero scientifico del clima e della politica per il clima a livello globale e via via concentrandosi su ogni governo nazionale, regionale e locale, tutti sono alla ricerca di risposte, sia in termini di mitigazione sia di adattamento a questo cambiamento climatico. E ci sono tutti i presupposti perché la ricerca diventi prima di tutto una sfida politica. Ad esempio, sono stati gli scienziati che hanno posto questioni alla ad alcune delle società di distribuzione idrica nel Regno Unito e quali fossero i loro investimenti nei prossimi 50 anni. Alcuni dei modelli climatici per alcune zone spingono verso la desertificazione e quindi la società avrebbe bisogno di mettere in moto un sistema adeguato di approvvigionamento idrico e serbatoi. Altri modelli per altre zone prevedono l’aumento di eventi meteorologici catastrofici.
- SciAm: Come pensi che la recessione globale influenzerà la nostra capacità di mitigare (anche se ancora in modo insufficiente) e adattarsi al cambiamento climatico?
Andrew Gouldson: Nel breve termine, un rallentamento economico chiaramente riduce la domanda di energia e le emissioni di gas a effetto serra, ma significa anche che improvvisamente gli investimenti in energie rinnovabili sono più rischiosi. A medio e lungo termine, è possibile che la recessione sia veramente lenta rallentando quindi l’intero fronte degli investimenti. attenuazione. Detto questo, le nuove politiche che si sono venute a creare per il settore delle energie rinnovabili si sono dovute adeguare alla recessione. Nel Regno Unito ad esempio abbiamo dovuto combattere duramente la recessione se volevamo davvero espandere le energie rinnovabili per i prossimi 10-12 anni.
- SciAm: Come vengono delineati i negoziati internazionali sul clima?
Andrew Gouldson: La prossima fase infatti riguarda proprio questo, l’importanza di delineare dei trattati internazionali sempre più adeguati e sempre più rigidi. Per alcuni paesi, almeno, dovremmo progettare politiche in grado di offrire soluzioni ma anche di obbligare. Penso che le persone sono un pò deluse per ciò che è accaduto a Poznan, in Polonia, nella riunione di dicembre.
- SciAm: E’ improbabile comunque che le politiche nazionali producano risultati?
Andrew Gouldson: Non necessariamente bisogna essere così scettici e pessimisti. Esistono numerose opzioni che favoriscono una mitigazione del clima e tutte relativamente convenienti e tecnologicamente praticabili. Penso che l’attenzione invece deve spostarsi e concentrasi sulla fase successiva dell’applicazione di queste soluzioni che possiamo solo considerare momentanee. C’è un estremo bisogno ora e nei prossimi anni di costruire una sorta di ampio consenso sulla necessità di uno spostamento da un’economia come quella attuale verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
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