L’unità, chiamata Biochar 1000, è stata progettata per convertire la biomassa legnosa, come ad esempio i rifiuti agricoli o forestali, in biochar, un carbone nero, poroso, a grana fine e che può essere utilizzato come fertilizzante nei campi in modo da ottenere tutti i vantaggi possibili da questa materia organica. Il Biochar 1000 utilizza il processo di pirolisi, una lenta combustione della biomassa in una camera con una bassa quantità d’ossigeno, per ogni 2200 Kg di biomassa si ottengono 550 Kg di biochar. Il Bureau of Land Management ad esempio utilizza una sola unità, che pesa 8.800 Kg, lunga 12 metri, larga 7 e alta 5m. Un’altra unità sarà testata al Colorado State Forest Service e tratterà le tonnellate di legno di pino infestato da un pericoloso coleottero. “Se questo è possibile, ci permetterebbe di gestire una vasta porzione di terre boschive che in questo momento non sono redditizie” afferma Joseph Duda, supervisore per la gestione forestale per la Colorado State Forest Service.
Il Biochar 1000 costa 100.000 $ ed è in grado di trasformare fino a 1.000 tonnellate di rifiuti agricoli in biochar in un anno. Ancora non esiste un mercato ben consolidato per la vendita di biochar, ma c’è un crescente interesse tra i ricercatori di tutto il mondo per trovare un modo per ridurre le concentrazioni di gas serra. Già abbiamo segnalato come le Nazioni Unite abbiano proposto di classificare biochar come un metodo per sequestrare la CO2 dall’atmosfera. Solo gli USA producono 368 milioni di tonnellate di rifiuti forestali in un anno. Avere una unità mobile che produce biochar può ridurre l’inquinamento globale, considerando anche il fatto che la biomassa così non necessita di essere trasportata per il trattamento in un impianto centralizzato.
“Ma nonostante il suo potenziale incredibile, si richiede cautela nella produzione di biochar su qualsiasi grande scala. Recenti ricerche affermano che i “moderni terreni” non rispondono molto bene al trattamento con il carbone agricolo e che il carbonio può essere rilasciato prima di quanto previsto. Una prospettiva che sferza il futuro luminoso per coloro che sono coinvolti nella nascente industria del biochar, che prevedono di sequestrare enormi quantità di carbonio nel suolo mediante il carbone agricolo. Lo slancio nell’utilizzo del biochar ricorda il precedente fervore per i biocarburanti di prima generazione. Anche se sicuramente l’inclusione in un accordo globale sul clima accelererà l’utilizzo del biochar, ma può anche contribuire a far sì che questa soluzione si applicata in modo responsabile.
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30 dicembre 2009 alle 14:16
SALVE CI CHIEDEVAMO NELL’AMBITO DI UN PROGETTO DI RECICLAGGIO SE IL CAFFE’ UNA VOLTA ASCIUGATO BRUCIAVA NELLA BIOCIARM 1000. E SE SI POTEVA BRUCIARE LO SCARTO DEL SUGHERO PROVENIENTE DA VARIE LAVORAZIONI. GRAZIE