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I diversi ricercatori che studiano l’impatto ecologico della moderna agricoltura suggeriscono che questa era può essere chiamata “l’età del riconoscimento dei limiti.” Come sappiamo l’agricoltura moderna ha creato una serie di problemi ambientali, tra cui l’erosione del suolo e la contaminazione chimica. Ed ora abbiamo definitivamente raggiunto i suoi limiti. Autori come Judy Soule, Danielle Carré, e Wes Jackson, consigliano di abbandonare assolutamente il “modello industriale estrattivo” utilizzato in agricoltura e di concentrarsi su “modelli di natura produttiva degli ecosistemi”. Tim Lang, del governo del Regno Unito e del consiglio per l’alimentazione ha descritto il sistema agricolo moderno come quello che “stabilito nel 1940″ ora sta fallendo ed è necessario definire come aggiungono alcuni “definire una nuova dieta per le persone, più sostenibile e in modo che la gente possa nutrirsi più equamente e utilizzando meno terra”.
Image by Aremac
Nel 1978 uno ecologista australiano di nome Bill Mollison ha coniato il termine Permacultura e l’ha definito come “l’utilizzo dell’ecologia come base per la progettazione di sistemi integrati di produzione alimentare”. La parola permacultura è una contrazione di “agricoltura permanente”. L’idea di Permacultura è progettare “un habitat umano sostenibile e sistemi di produzione alimentare”. Secondo il Permacolture Institute, grazie a questo metodo è possibile progettare, creare e gestire “ecosistemi che sono molto ricchi di biodiversità e la produttività”. La Permacultura in fondo imita la natura e i suoi modelli utilizzando una varietà di piante e animali ed utilizza una buona gestione del territorio (invece di usare i pesticidi, capre e polli fornirebbero il controllo necessario sui parassiti). Naturalmente il sistema della permacoltura è olistico quindi si punta anche ad un’alta efficienza energetica degli edifici del contadino, riciclando preziosi nutrienti da un’ampia varietà di fonti oltre al trattamento delle acque reflue.
Nel 1994, nell’Università della California a Davis, si è sviluppato un metodo di agricoltura biologica integrata (BIFS). Si punta “a stabilire un programma che prevede l’estensione dei servizi, la formazione e gli incentivi finanziari per gli agricoltori che partecipano volontariamente alle dimostrazioni di progetti pilota per ridurre l’uso di prodotti chimici utilizzati in agricoltura. ” Il BIFS utilizza e incoraggia le popolazioni di insetti benefici oltre a fermare l’erosione del suolo mediante colture di copertura.
I terreni agricoli spesso sono stati inghiottiti dalla proliferazione urbana. Un modo per fermare questa proliferazione è quello di adottare incentivi fiscali per gli agricoltori che intendono rimanere ad utilizzare e coltivare la terra e di non vendere ai costruttori e speculatori. Forse un modo per utilizzare l’espansione urbana incontrollata è quella di puntare a creare agricoltura verticale con vere e proprie aziende agricole verticali. Un fautore di aziende agricole verticali è Dickson Despommier, un professore della Columbia University di sanità pubblica, che punta a creare in colture alimentari nei grattacieli. Si è stimato che un blocco quadrato di 30 piani di una potenziale azienda agricola verticale potrebbe produrre alimenti per 10.000 persone. E come abbiamo trattato in un nostro specifico articolo: (L’Agricoltura Urbana Idroponica Sostenibile. Dal Science Barge una dimostrazione concreta: dai tetti verdi ai giardini verticali, all’agricoltura sostenibile redditizia e possibile) considerando che entro il 2050 quasi l’80% della popolazione del mondo vivrà nelle aree urbane, le aziende agricole verticali potrebbero essere parte di una soluzione che ha come obiettivo un’agricoltura sostenibile.
“Il tempo è poco per noi ma dobbiamo imparare ad accrescere la nostra sicurezza alimentare nell’utilizzo di coltivazioni agricole in ambiente controllato in edifici all’interno di centri urbani, ossia attraverso un’agricoltura verticale“, afferma duro Despommier su VerticalFarm.com. “Se non lo faremo, in soli altri 50 anni, i prossimi 3 miliardi di persone soffriranno la fame sicuramente e il mondo diventerà un luogo molto più spiacevole in cui vivere di quello odierno”.
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