LA MULTINAZIONALE CHE VINCE
La decisione è avvenuta anche dopo il giudizio positivo dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che nel suo report di 27 pagine, afferma che sostanzialmente fino ad oggi non sono state prodotte prove sufficienti a dimostrare che i 3 mais OGM siano dannosi per la salute animale e umana. Le autorizzazioni riguardano l’importazione, la commercializzazione e la trasformazione ma non la coltivazione sul suolo dell’UE per tutte e due le colture geneticamente modificate. In particolare per i tre tipi di mais la richiesta d’autorizzazione riguarda alimentazione umana, animale e trasformazione industriale, mentre la barbabietola transgenica sarà destinata esclusivamente alla produzione industriale di zucchero e sciroppi.
Il nuovo mais OGM è stato sviluppato congiuntamente da Monsanto, Pioneer Hi-Bred, un business di DuPont e da Dow Agroscience LLC, una sussidiaria completamente controllata da Dow Chemical Company. Così di conseguenza anche i prodotti di mais OGM contenenti le caratteristiche di protezione Herculex RW insieme al Roundup Ready Corn 2 (conosciuto come 59122/NK603) sono stati autorizzati per l’importazione nell’Unione Europea. “Noi chiediamo con urgenza che la Commissione e gli Stati Membri dell’Unione Europea autorizzino in modo analogo le colture geneticamente modificate per la coltivazione, in modo che gli agricoltori europei abbiano accesso alle stesse tecnologie degli agricoltori nel resto del mondo”, afferma Paul Schickler, presidente di Pioneer Hi-Bred e continua: “Siamo incoraggiati infatti da questa autorizzazione e speriamo che i progressi per l’approvazione di prodotti geneticamente modificati nell’Unione Europea continuino.”
Le multinazionali affermano che l’Herculex RW contiene il carattere Bt che fornisce una nuova protezione naturale delle piante di mais contro gli attacchi della diabrotica, con una conseguente riduzione dell’esigenza di utilizzare insetticidi. “Il famoso gene Roundup Ready Corn 2 invece permette agli agricoltori di controllare la vegetazione infestante in modo efficace nei loro campi, consentendo alle piante di mais di esprimere il proprio completo potenziale produttivo”, continua il rapporto fornito dalla Monsanto. Rispetto agli OGM Bt11 e 1507 lo stop era stato imposto già dal commissario all’ambiente Stavros Dimas, che aveva presentato all’EFSA 11 nuovi studi che ponevano in luce gli effetti negativi di questi due mais OGM sull’ ecosistema. Ma tragicamente secondo l’EFSA gli studi proposti da Dimas non riportano novità tali da giustificare ancora un parere negativo.
L’OGM CHE PENETRA IN EUROPA
Già autorizzati in otto paesi nel mondo ed ora in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, i nuovi “modelli” di mais OGM saranno naturalmente anche inclusi nell’appropriata etichettatura e tracciabilità dei prodotti e dei loro derivati. Il fatto è che ora la Commissione Europea potrebbe chiedere ai suoi Stati mebri, ad esempio, alla Francia di ritirare il divieto di coltivazione del Mon810, anche se la maggioranza qualificata può sempre rifiutarsi di accogliere l’indicazione della Commissione e far si che in Francia continui a sussistere il divieto per gli OGM. Una pressione, quella interna francese o di tutti gli altri Stati che non garantiscono un controllo affidabile sull’accesso del mais OGM in ogni singolo paese.
Dal 2004, quando è decaduta la “moratoria de facto” sulle nuove colture OGM (applicata dall’autunno 1998), la Commissione Europea ha approvato 15 prodotti OGM (quasi sempre varietà di mais), tutti per l’importazione e nessuno, finora, da coltivare su territorio UE. Fatto alquanto curioso è che in nessuno di questi 15 casi c’è stata la maggioranza qualificata favorevole dei diversi Stati membri. Secondo il sistema di tracciabilità della legislazione europea, tutti i prodotti contenenti materiale geneticamente modificato devono indicarlo chiaramente sull’etichetta, accanto alla lista degli ingredienti e con caratteri delle stesse dimensioni. A questo sistema sfuggono all’obbligo di etichettatura i prodotti contaminati accidentalmente con OGM fino allo 0,9% del loro contenuto.
Ad oggi la maggior parte dei prodotti OGM importati in Europa riguardano mangimi per animali, di cui deve essere indicata comunque in etichetta l’origine transgenica. Tuttavia, ogni singolo prodotto di origine animale (come carni, uova, latte e latticini) provenienti da questo bestiame alimentato con colture OGM non deve essere sottoposto ad alcun obbligo di etichettatura.
[ Links utili e approfondimenti ]
- Soia OGM: Sequenziamento del Genoma Completato. Nuovo Potente Impulso al Settore dell’Ingegneria Genetica per Biodiesel, Alimentazione, Mangimi e Ricerca
5 novembre 2009 alle 01:23
Meno male che non ho figli.
Mi dispiace per gli animali,vittime passive ed inconsapevoli.