Batteri Geneticamente Modificati per i Biocarburanti. Al via per LS9 del progetto per produrre la 4° generazione di biocarburanti da un grande impianto entro il 2010

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Energia, Energie rinnovabili

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Pubblicato il giorno 17 giugno 2008 - Nessun commento



   


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I biocarburanti di 4° generazione stanno già diventando sempre più una realtà come abbiamo visto nei nostri articoli e approfondimenti precedenti trattando di Craig Venter con la sua Synthetic Genomics. Ma esistono varie realtà come LS9 che ancora si pone fra 2 livelli evolutivi diversi. LS9 è una delle società della Silicon Valley specializzata in alta tecnologia che sta cercando di ridisegnare l’economia globale creando un prodotto intercambiabile con il petrolio. LS9 sostiene che il suo “Olio 2.0″ non solo è una fonte energetica rinnovabile ma consuma CO2, il che significa che la CO2 viene catturata dall’atmosfera per diventare materia prima per la produzione di biocarburante di 4° generazione.

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LS9 con il suo biocarburante è già riuscita a convincere un veterano dell’industria petrolifera: Bob Walsh, presidente dopo 26 anni di carriera presso la Shell. “Quante volte nella vostra vita avrete la possibilità di diventare multimilionari?” si chiede Walsh. Si tratta di una dichiarazione coraggiosa da parte del “glorificato” personaggio industriale. Greg Pal spiega che la LS9 è una società che utilizza organismi monocellulari della dimensione di un miliardesimo la grandezza di una formica. La LS9 parte così da un lievito industriale “personalizzando” il DNA del microrganismo. “5 anni fa era fantascienza, sarebbe stato un processo che avrebbe richiesto mesi di ricerche e centinaia di migliaia di dollari”, afferma Pal. “Ora invece può richiedere giusto qualche settimana per un costo di forse $ 20.000″. Come ogni biocarburante, anche quello della LS9 richiede una materia prima e così questa proviene dalla fermentazione di zuccheri trasformati dai batteri geneticamente modificati, in particolare questi si nutrono essenzialmente di rifiuti organici agricoli come scarti di legname, paglia o comunque cellulosa. Incredibilmente alla rassegna stampa il Dr. Pal tiene fra le mani un piccolo bicchiere con gli escrementi dei batteri che possono essere versati nel serbatoio di un SUV. Non che il senior director della LS9 sia disposto a farlo ma entro 1 mese spiega che una prima automobile sarà riempita completamente con il nuovo “petrolio rinnovabile”, come lo chiama lui ed entrare in questo nuovo mondo.

Questi batteri inoltre sono in grado di creare un “petrolio rinnovabile” ad alta intensità energetica e praticamente quasi pronto all’uso per la pompa. I batteri geneticamente modificati della LS9 tendono a compiere una fermentazione che assomiglia sostanzialmente a quella compiuta per la produzione di etanolo anche se l’intensità energetica dopo il processo finale di distillazione è piuttosto elevata. La LS9 già calcola che per coprire con il proprio prodotto il consumo di petrolio degli USA, 143 milioni di barili di greggio, è necessario un impianto che copre una superficie della dimensione di una grande metropoli statunitense come Chicago. Infatti ribadisce Pal che ancora di versi problemi non sono stati risolti dalla LS9 come la produzione del nuovo biocarburante su larga scala.

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Il prototipo della LS9 è giunto a produrre 1000 litri di etanolo da un macchinario per la fermentazione che assomiglia ad un silos in acciaio inox. Ora la LS9 intende perfezionare i propri batteri geneticamente modificati per produrre etanolo e approfondire la ricerca in modo da risolvere alcuni quesiti come la possibilità di creare grandi impianti per ottenere gli stessi risultati su tutto il territorio. “I nostri progetti puntano ad avere un prototipo su larga scala operativo entro il 2010 in modo da essere già pronti per una commercializzazione degli impianti su scala minore e per uso commerciale, entro il 2011. LS9 è partita con un finanziamento di $ 20 milioni di capitale investito da ventures come la Khosla Ventures, dell’indiano-americano co-fondatore della Sun Microsystems. “I nostri progetti puntano ad avere un prototipo su larga scala operativo entro il 2010 in modo da essere già pronti per una commercializzazione degli impianti su scala minore e per uso commerciale, entro il 2011. Grazie ad un accordo con il governo brasiliano la LS9 utilizzerà canna da zucchero come materia prima cercando di toccare la soglia dei $ 50 per barile a confronto dei più dei $ 140 per il greggio. Greg Pal conclude: “Ho 2 figli e il cambiamento climatico è qualcosa che gli riguarderà e dovranno affrontare. Mentre la crisi energetica è qualcosa che stanno già affrontando. Abbiamo una responsabilità collettiva di fare qualcosa, per questo esiste LS9.”

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