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AskNature.org nasce come nuovo approccio ad una visione e spirito imprenditoriale che può contribuire non solo nel settore del design innovativo ma nella ricerca di soluzioni ai nostri problemi cercando di svegliare negli individui la consapevolezza e l’importanza della conservazione della biodiversità sulla Terra che ha ancora tanto da insegnarci. Questo è AskNature.org Immaginate così organizzate le più eleganti idee e funzioni strutturali e ingegneristiche messe in atto dalla natura, immaginate poi di poter incontrare le persone che hanno studiato gli organismi, questi sistemi messi in atto e insieme creare le prossime soluzioni progettuali e concrete bio-ispirate. Ma ora passiamo direttamente alla 2° parte dell’eccezzionale intervista che abbiamo realizzato con una dei fondatori e ispiratrice della piattaforma di AskNature.org Janine Benyus, fondatrice e promotrice del Biomimicry Institute.
- GenitronSviluppo.com: Credi che la crisi economica odierna sia un possibile segno di cambiamento (dalla mentalità dalla culla alla tomba a una mentalità dalla culla alla culla e biomimesi) verso questi nuovi processi e metodi progettuali? A vostro parere come credi che il nostro modello economico si evoluzionerà e secondo voi che ruolo svolgerà il concetto di “decrescita” in questa evoluzione? Credete che una politica di governo sia dovuta prima di cominciare il nostro percorso verso un’economia più sostenibile?
Janine Benyus: Decrescita come limite di crescita: si, credo che la sufficienza sia una delle più grandi lezioni che vediamo e ritroviamo in ogni habitat che osserviamo. Gli organismi devono lavorare o barattare per l’energia e i materiali che possiedono, quindi usano soltanto l’energia e i materiali di cui hanno veramente bisogno. Sono molto realistici sui limiti. Quei pochi con più successo “ballano” all’interno della cornice delle opportunità e dei limiti forniti e imposti da un habitat. I limiti sono una cornice di creatività che porta a degli adattamenti che possono essere davvero stupefacenti. Credo che l’idea di una crescita economica illimitata sia completamente cieca delle realtà biologiche. Lo sviluppo è illimitato, come la complessità crescente e la creazione di più opportunità in un habitat. Ma pura crescita? No.
Il nostro modello economico attuale è in crisi in parte questo è dovuto alla cecità di fronte a determinate realtà ambientali. La speculazione senza la ricchezza reale per coprirla mi ricorda il peso crescente sul quale abbiamo costruito un pianeta sempre più consumato, frammentato e fragile. Siamo al punto di non ritorno che tocca ogni picco, un picco del petrolio, un picco dell’acqua, un picco del suolo, un picco dei minerali, eppure continuiamo a realizzare business plan che non considerano tutto ciò.
La cosa positiva di questo crollo economico è rappresentato dal fatto che ha sgonfiato almeno un po’ quelli che erano considerati dei “miti” per l’economia, assolutamente sopravalutati e considerati dogma e verità. Il mito della bolla interminabile ed infallibile senza regolatori del capitalismo è esplosa. Questo significa che siamo aperti a nuovi modi in cui organizzarci, così come nuove “nicchie ecologiche” si sono aperte nel nostro ecosistema intellettuale.
Io credo che possiamo esser pronti a provarci ancora con delle politiche di governo, ironicamente questo significa che dovremmo scavare nei nostri Io più profondi. Noi abbiamo l’opportunità d’impostare una visione nuova di un’economia giusta e sostenibile e creare delle politiche che supportino questa direzione. Se credo che abbiamo bisogno di politiche che premino il comportamento giusto quando si tratta di sostenibilità? Certo! Il mondo della natura funziona con questo sistema, l’adattamento che agevola la continuità della vita si passa alla generazione successiva, premiando progettazioni che valorizzano la vita mentre si eliminano quelli che non lo fanno. Abbiamo bisogno dello stesso tipo di selezione rigorosa di idee, politiche e tecnologie che ci porteranno attraverso questo nodo nell’evoluzione.
- GenitronSviluppo.com: Do you think the current economic crisis is a sign of change (from the cradle to grave mentality to cradle to cradle and biomimicry)? How do you think our economic model will evolve, does the concept of ‘decrease’ play a part in this evolution? Do you believe policy making is a must before our path to a more sustainable economy can be well on its way?
Janine Benyus: Decrease—limits to growth: Yes, I think sufficiency is one of the greatest lessons we see in every habitat we look at. Organisms have to work or barter for all the energy and materials the get, so they use only the energy and materials they really need. They are realistic about limits—the most successful find a way to dance within the framework of opportunities and limits in a habitat. Limits are a creative frame, leading to adaptations that are astounding. I think the idea of unlimited economic growth is completely blind to biological realities. Development is unlimited, the complexifying and creating more opportunities in a habitat. But sheer growth? No.Decrease—limits to growth: Yes, I think sufficiency is one of the greatest lessons we see in every habitat we look at. Organisms have to work or barter for all the energy and materials the get, so they use only the energy and materials they really need. They are realistic about limits—the most successful find a way to dance within the framework of opportunities and limits in a habitat. Limits are a creative frame, leading to adaptations that are astounding. I think the idea of unlimited economic growth is completely blind to biological realities. Development is unlimited, the complexifying and creating more opportunities in a habitat. But sheer growth? No.
Our current economic crisis is in part due to blindness to ecological realities—the leveraging without real wealth to back it up reminds me of the growing economic weight we have built upon an increasingly frayed, fragmented, and fragile planet. We are at a point of peak everything—peak oil, peak water, peak soil, peak minerals—and yet we make business plans that are silent on this.
One good thing about the collapse—it has let the air out of the overblown economic myths, the dogmas that have come to be taken as truth. The myth of the endless bubble and infallible, regulation-free capitalism has been overturned. What that means is that we are open to new ways of organizing ourselves; new ecological niches have opened in our intellectual ecosystem. I think we are ready to give policy guidelines a try again, and that means we have to tap into our wisest selves. We have the opportunity to set a vision of a sustainable and just economy, and build policies that support this direction. Do I think we need policies that reward right behavior when it comes to sustainability? You bet! The natural world works on a reward system too—adaptations that are good for the continuity of life get passed on to the next generation, rewarding life-enhancing designs while editing out that which is not good for life. We need the same sort of rigorous selection of ideas, policies and technologies that will lead us through this evolutionary knothole.
- GenitronSviluppo.com: Quale consiglio daresti ai progettisti che vogliono applicare il pensiero sistemico alla loro pratica quotidiana, quando la teoria e la realtà attuali sembrano essere cosi lontane una dall’altra?
Janine Benyus: E’ difficile tenere a mente l’intero sistema naturale quando stai cercando di risolvere piccoli problemi e ostacoli uno per volta. Io semplificherei e cercherei di pensare al mio prodotto come un sistema in piccolo, in grado di stare il più lontano possibile dalla catena de fornitori e che possa durare il più possibile. Concentrati come eliminare un processo e modello economico che “prende utilizza ed elimina” ma punta invece ad un metodo che “raccoglie ri-progetta restituisce”. Piuttosto che utilizzare materiali vergini, raccogli e utilizza materiali che già sono in circolazione.
Così piuttosto che partire da zero utilizzando preziose risorse naturali, progetta con questi materiali raccolti. Un design intelligente è il modo migliore per ridurre la quantità di materiali in circolazione. Piuttosto che aumentare gli scarti, progetta un’economia dello scambio, del “prendere” e del “dare”, realizzando magari un metodo per raccogliere il prodotto dall’utente X e un altro metodo per passarlo all’utente Y. Sia è importante considerare il ciclo industriale se il tuo prodotto non è in materia organica biodegradabile e ri-assimilabile nel ciclo biologico. Può sembrare un lavoro davvero difficile progettare in questo modo, ma dobbiamo tenere a mente un margine molto più ampio di considerazioni su tutto ciò che progettiamo e realizziamo, e questo significa considerare semplicemente l’intero ciclo di vita. Da “sopra il suolo” al “sottosuolo” per prodotti basati sui carboidrati ad esempio. Quando progetterai in questo modo ti accorgerai davvero dei numerosi aspetti di cui è composta la nostra economia.
Un’altra cosa che fa diventare un processo di progettazione come questo più gestibile è quello di cercare di progettare, produrre, utilizzare e ricatturare qualsiasi cosa a livello locale. Datti una serie di considerazioni che ti possa mettere in evidenza: “Posso lavorare solo con ciò che posso ottenere localmente?” Questo è ancora molto difficile da realizzare per ora e dovrete “imbrogliare” un po’ ma è un buon esperimento a livello mentale considerare dove siamo e dove vogliamo andare.
- GenitronSviluppo.com: What advice would you give designers who wish to apply systems thinking to their everyday practice, when theory and current reality seem to be so far apart?
Janine Benyus: It is difficult to hold the whole system in your mind when you are solving bits and pieces of it. I would simplify and think of my product as a system—touch as far back in the supply chain as you can, and influence as far into the product’s future as you can. Concentrate on being part of making the move from a “Take-Make-Waste” economy to a “Gather-Design-Return” economy. Rather than taking virgin materials, gather materials that are already in circulation. Rather than making it from scratch, add design to these gathered materials. Smart structure is the best way to shave material use. Rather than creating waste, design the “take back” and the “give back” economy—a way to get the product back from the customer, and then a way to return it, either to the technological cycle, or, if they are biobased, back to the farmer’s field. It may seem like a lot to design, but we have to draw a larger boundary of consideration for everything we design, and this involves its whole life cycle—from topsoil to topsoil for carbohydrate-based products for instance. When you design this way you touch lots of aspects of our economy.
The other thing that makes it manageable is to try to design, manufacture, use, and recapture locally. Draw a boundary of consideration that says—I can only work with what I can get locally. That’s really tough to do right now, you’ll have to cheat a bit, but it’s a good thought experiment to get from where we are to where we want to go.
- GenitronSviluppo.com: Oltre al concetto di sostenibilità, quali credi che siano i materiali più d’avanguardia che si stanno utilizzando nell’industria e soprattutto quali credi che siano le tendenze nella ricerca in questo settore?
Janine Benyus: Personalmente sono molto interessata ai materiali che si “auto-assemblano”, materiali che iniziamo ad utilizzarli come liquidi, per poi stratificarsi o organizzarsi in un’architettura sofisticata ed un composito. Tutti i biomateriali sono compositi e hanno tutti una struttura gerarchica di diversi ordini, il tuo tendine è un involto attorcigliato di fibre, ogni fibra è un involto attorcigliato di fibrille, ogni fibrilla è un involto attorcigliato di micro fibrille e ogni micro fibrilla è un involto attorcigliato di proteine e ogni proteina e un involto attorcigliato di amminoacidi. La cellulosa ha una gerarchia simile ad un composito, anche le conchiglie. Queste si assemblano a temperatura e pressione ambientale e nell’acqua piuttosto che in un solvente tossico. Questo significa parlare di architetture sofisticate e all’avanguardia!
I primi esempi di materiali auto-assemblati gerarchicamente che potete trovare oggi sono: la biomimesi del guscio dell’orecchia di mare biomimesi della silice (il vetro) prodotto dalle spugne di mare, la biomimesi delle ossa in ambito medico ed eventualmente di materiali per l’edilizia e anche la biomimesi del legno. Proprio così, la biomimesi sta portando alla luce e sempre più in evidenza principi della progettazione e ricette chimiche che puntano ad imitare l’architettura e la “manifattura” di questi materiali naturali.
Pensate, gli esseri viventi utilizzano 5 polimeri per fare quello che devono fare, noi ne usiamo almeno 350 di polimeri ed è per questo che riciclare sta diventando un incubo. Il Santo Graal a questo punto consiste nell’utilizzare mattoni molto più semplici per costruire ciò che ci circonda, soprattutto un gruppo di materiali comuni e riciclabili. Così come poi è importante aggiungere un buon design per farli diventare sofisticati a livello strutturale perché possano compiere qualunque funzione di cui abbiamo bisogno, come poi la creazione di colori, soluzioni auto pulenti, auto riparanti, resistenti e con una buona capacita di recupero e flessibilità. Bene, pensate che tutte queste funzioni possono essere compiute dalla chitina, una sostanza utilizzata in natura dagli insetti per formare la propria corazza o esoscheletro (pensate ad un coleottero). E’ cosi che la chitina si assembla, che si forma, si struttura, si recupera … ed è questo che fa la differenza su ogni cosa. Questa è l’eleganza della natura.
- GenitronSviluppo.com: Beyond sustainability what do you think are the avant-garde materials being used and where do you think future research is headed?
Janine Benyus: I am interested in self-assembled materials—materials that start as a liquid, and then layer up or self-organize into a sophisticated architecture, a composite. All biomaterials are composites, and they all have a hierarchical structure of several orders—your tendon is a twisted bundle of fibers, and each fiber is a twisted bundle of fibrils, and each fibril is a twisted bundle of micro fibrils, and each mircofibril is a twisted bundle of proteins and each protein is a twisted bundle of amino acid strings. Cellulose is a similar hierarchical composite. So are seashells. And they self assemble at body temperature, ambient pressure, and in water rather than toxic solvent. Talk about sophisticated! Talk about avant-garde!
The first instances of self-assembling hierarchical materials you are seeing now are mimics of abalone shell, mimics of the silica (glass) made by marine sponges, mimics of bone in medical and eventually building materials, and even mimics of wood. Biomimicry is taking the design principles and the chemical recipes to mimic the architecture and the manufacture of these materials.
Life uses 5 polymers to do whatever it needs to do—we use 350 polymers, and that’s why recycling is such a nightmare. The holy grail is to move to simple building blocks—a set of common, recyclable materials—and then add design to them, make them structurally sophisticated to perform whatever function we need—the creation of structural color, self-cleaning, self-healing, strength, resilience, flexibility—all these functions are performed in a beetle by chitin. It’s how the chitin is assembled, how it is set up and structured, that makes the difference. That’s elegant.
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